Archivi categoria: recensioni

_Socrate, per esempio_ (libro)

[copertina] Chi ha già letto il primo libro di Galatea, Didone, per esempio, probabilmente lo sa già. In questo libro (Mariangela Galatea Vaglio, Socrate, per esempio, Ultra 2015, pag. 247, € 16, ISBN 9788867763146) non si parla di storia della filosofia, ma al massimo di storia dei filosofi. Insomma, non pensate di comprarvelo per passare le interrogazioni a scuola… anche perché la mia sensazione è che Galatea ci aggiunga molto del suo quando le fonti sono scarse se non virtualmente nulle. D’altra parte, tanto per dire, non avevo mai sentito nominare parecchi dei personaggi raccontati…
Questo non significa che il libro sia di fantasia. Dal punto di vista tecnico è tutto vero e documentabile. Ma Galatea vuole farci capire come mai ai filosofi venivano in mente certe idee, e per spiegarlo devi comunque mostrare un po’ di storia e di geografia, se non addirittura di scienza. Questo è preziosissimo, e il modo in cui è trattato – non ingessato ma come se fosse scritto su un rotocalco – aiuta a capire le somiglianze con quello che capita oggi, e toglie quegli strati di polvere che tipicamente associamo. Sappiate quindi che se volete sapere su cosa si basa la filosofia classica greca – il libro parla dei presocratici e termina appunto con Socrate – potete farlo divertendovi anche!

Ultimo aggiornamento: 2015-06-27 17:04

_Teoria dei giochi_ (ebook)

[copertina] Non conoscevo la collana di ebook di Bruno Mondadori “Sai cos’è”. Se tutti i librini sono come questo (Roberto Lucchetti, Teoria dei giochi, Bruno Mondadori “Sai cos’è” 2013, pag. 78, € 1,99, ISBN 9788861599260) direi che è un’ottima idea. L’ebook in questione dà uno sguardo di insieme sulla teoria dei giochi “classica”, giusto con qualche accenno finale agli sviluppi contemporanei come quello dei giochi ripetuti. A parte la “preistoria” del teorema di Zermelo, si può così leggere dell’approccio classico di Von Neumann e Morgenstern, di quello di Nash per i giochi non cooperativi (ogni giocatore lavora per sé) e delle varie definizioni che si usano quando si parla di giochi cooperativi (i giocatori vogliono ottenere il risultato migliore possibile globalmente).
Naturalmente questo non è né vuole essere un libro per studiare teoria dei giochi: Lucchetti fa una trattazione ad alto livello, negli spazi possibili in un ebook. Però il livello non è poi troppo alto: qualche formula di base la trovate, senza dimostrazione ma con una spiegazione del suo significato. In generale in tutto il testo i risultati vengono confrontati con il mondo reale, così il lettore ha la possibilità di capire come e quanto gli esempi teorici si possono applicare: non è facile trovare questa sintesi tra teoria e pratica. In definitiva un ottimo testo di partenza per chi vuole farsi un’idea chiara anche se generale di questa branca della matematica.

_M_ (libro)

[copertina] In questa sua incursione nella narrativa (Stefano Bartezzaghi, M : una metronovela, pag. 282, € 20, ISBN 9788806211424) Stefano Bartezzaghi mette insieme varie cose. Il punto di partenza sono alcune delle stazioni della metropolitana milanese – a parte il penultimo capitolo in cui fa un cammeo la metro romana. Ma mentre i treni sotterranei (oops… Bartezzaghi nel testo si lamenta che i convogli non dovrebbero chiamarsi treni, perché poi nelle stazioni che sono anche ferroviarie ci si confonde) tagliano la città più o meno in modo diretto, lui preferisce perdersi in incisi e controincisi proprio come gli piace andare a zonzo per le vie della sua città. Il libro è così anche una raccolta di ricordi della sua gioventù e del presente, lampi illuminanti un luogo o un non-luogo cittadino; il tutto annaffiato da qualche gioco di parole qua e là, perché in fin dei conti è sempre Bartezzaghi. E infine c’è la cosiddetta “metronovela”: varie scene da diffondere sugli ormai onnipresenti video nelle varie stazioni e che hanno come protagonisti un’improbabile coppia dai nomi Chuck&Dem, e una serie di comprimari di varie parti del mondo, i cui nomi sono in realtà espressioni dialettali milanesi. Io ne ho riconosciute meno di metà, ve lo dico subito.
Un libro strano, che non so quanto potrà interessare chi a Milano non ci vive, ma che ha un suo certo fascino.

Ultimo aggiornamento: 2015-06-13 22:03

_Towing Icebergs, Falling Dominoes, and Other Adventures in Applied Mathematics_ (libro)

[copertina] Una precisazione fondamentale. Questo (Robert B. Banks, Towing Icebergs, Falling Dominoes, and Other Adventures in Applied Mathematics, Princeton University Press 1998, pag. 328, ISBN 9780691059488) non è un libro di matematica ricreativa. Avrei anche qualche dubbio a definirlo un libro di divulgazione matematica. Lo è nel senso che dimostra come la si può usare per calcolare cosa succede nelle circostanze che possono o no capitare nella vita di tutti i giorni: perché un bravo golfista riesce a colpire una pallina e farla inizialmente salire con una parabola diretta verso l’alto, o cosa bisognerebbe fare per portare degli iceberg fino a San Francisco per aumentare la dotazione d’acqua potabile. Però il libro è più che altro una specie di testo ausiliario per un corso universitario: gli esempi portano sempre (“naturalmente”…) a equazioni differenziali se non addirittura integro-differenziali che non sono certo alla portata di tutti. Insomma, i casi sono due: o vi mettete a rifare tutti i conti e svolgere gli esercizi, oppure fate come me e gli date solo una scorsa fidandovi dei risultati e imparando parecchie curiosità.

_Gli enigmi di Mosca_ (libro)

[copertina]Nuova traduzione da parte di Vallardi di questa opera classica della matematica ricreativa (Boris A. Kordemsky, Gli enigmi di Mosca : Il grande classico con i 359 giochi matematici più belli del mondo [The Moskow Puzzles], Vallardi 2014 [1972], pag. 344, € 18, ISBN 9788867316182, trad. Angelo Mojetta). Boris Kordemsky, insieme a Yakov Perelman, è stato il più grande divulgatore matematico sovietico; la sua opera monumentale è del 1954, ma divenne nota in Occidente solo nel 1972, quando ne vene fatta una traduzione in inglese – supervisionata dall’onnipresente Martin Gardner – da cui è tratta anche questa traduzione.
Angelo Mojetta ha fatto un ottimo lavoro: ho confrontato la sua traduzione con quella originale Sansoni e per fortuna si vede la differenza: trentacinque anni dalla prima edizione sono tanti, e la lingua italiana è cambiata abbastanza, anche lasciando perdere gli anglicismi spesso inutili. da meritare un rifacimento generale del testo. Quelle che sono rimaste sono le illustrazioni originali, insieme naturalmente alle ambientazioni dei problemi: spesso il gioco in sé è un classico, ma già solo vederlo con gli occhi di chi viveva nell’Unione Sovietica e quindi trova naturale prendere un certo tipo di esempi. Buon divertimento!

Ultimo aggiornamento: 2017-08-04 15:10

_Pensieri degli anni difficili_ (libro)

[copertina] Questo libro (Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili [Out of My Later Years], Bollati Boringhieri 2014 [1950, 1965], pag. 258, € 12, ISBN 9788833925318, trad. Luigi Bianchi) raccoglie vari brevi scritti non tecnici del grande fisico, composti tra il 1933 e il 1950 per un’opera pubblicata originariamente dall’Università Ebraica di Gerusalemme. Il contenuto è molto vario, e si può dividere in tre filoni principali, oltre ad alcune eulogie di colleghi e amici. Ci sono spiegazioni divulgative ad alto livello del percorso che lo ha portato a definire le teorie della relatività ristretta e generale; il loro interesse principale sta nel modo in cui Einstein spiega la sua linea di pensiero unificatrice, riguardando i principi della fisica classica da un punto di vista molto diverso da come vengono insegnati a scuola: più che fisica, insomma, fa (bene) filosofia della fisica. Poi ci sono gli scritti che potremmo definire etici: negli anni si vede la sua sempre maggiore preoccupazione per il nazismo prima e per la guerra fredda poi. Ho trovato interessante il fatto che non abbia mai dato un giudizio aprioristivamente negativo dell’economia comunista, pur avendo grandi dubbi sulla sua implementazione sovietica; d’altra parte era parallelamente preoccupato dalla concentrazione del potere economico statunitense in mano a poche persone (ricordiamoci che emigrò negli USA in piena Depressione…) Le sue idee per la creazione di un vero governo mondiale, ancora piu pressanti dopo l’uso della bomba atomica, sono sicuramente frutto di ottime intenzioni ma risultano a posteriori molto ingenue. Infine la parte che mi ha stupito di più: gli scritti sull’ebraicità. Einstein non era sicuramente credente, e credo non lo si possa nemmeno annoverare tra i deisti; ma sentiva comunque fortissima la sua identità come ebreo, membro di un popolo sparso tra le nazioni e sempre in pericolo: l’immigrazione in Palestina prima e la nascita di Israele dopo sono sempre stati guardati da lui con estremo interesse. In definitiva, un testo che dà da pensare.

_Torino un po’_ (libro)

[copertina]Valdo Fusi non era torinese di nascita (nacque a Pavia) ma lo era indubbiamente di adozione. In questa sua opera postuma (Valdo Fusi, Torino un po’, Mursia 1976, pag. 229) – morì improvvisamente poco dopo avere consegnato all’editore Mursia il manoscritto – Fusi racconta dell’architettura dela città sabauda, con particolare attenzione al barocco e un odio viscerale per tutti gli scempi che erano stati perpetrati nel dopoguerra. Chissà, forse è per nemesi storica che il piazzale a lui intitolato è stato sventrato per un parcheggio sotterraneo coronato da un edificio di rara bruttezza.

Ho trovato il testo un po’ ripetitivo. Sicuramente non è pensato per chi di architettura ci mastica un po’, nel senso che i giudizi sono molto impressionistici: devo però dire che lo stile, e i riferimenti esterni vari sono molto interessanti. Molto utili sono poi le schede finali, aggiunte dalla vedova Edoarda dopo averle ripescate tra le carte del marito. Per i curiosi, il piccolo editore torinese Riccadonna ha ultimamente ristampato il testo che altrimenti è rintracciabile – a fatica – solo in biblioteca.

_Writing on the wall_ (libro)

9781620402849 Qual è stato il primo “muro” della storia, dove ognuno scriveva le proprie cose lasciandole disponibili a tutti? Probabilmente l’antica Pompei, o perlomeno – causa eruzione del Vesuvio – ce li siamo trovati lì a disposizione per capire come comunicavano gli antichi romani. La tesi di base di questo libro (Tom Standage, Writing on the Wall : Social Media – The First 2,000 Years, Bloomsbury 2014, pag. 288, Lst 11,99, ISBN 9781620402856) è che la gente ha sempre voluto comunicare, non solo faccia a faccia ma anche se separati dallo spazio o dal tempo, e che gli “old media” – stampa, radio e tv – sono in effetti una semplice parentesi di un secolo e mezzo nel modo in cui le notizie si propagano, e quindi non sono davvero così vecchi. Dopo il primo capitolo in cui espone questa tesi Standage parte con una carrellata storica che inizia da Cicerone – un lettore, e non solo uno scrittore, compulsivo! – per arrivare ad accennare a quello che succede oggi. Spesso le sue tesi sono un po’ forzate, anche perché dobbiamo sempre ricordarci che chi scambiava informazioni in passato era una ristretta élite a differenza di oggi. Poi, da buon italiano, trovo che manca un capitolo sulle pasquinate; a parte l’antichità il libro è infatti molto sbilanciato su quello che è successo in Gran Bretagna, Francia e USA. Però leggendo il libro si scoprono cose interessanti, come il fatto che prima della rivolta del tè ci fu una rivolta per le tasse sulla stampa e che Lutero sfruttò pesantemente i social media dell’epoca per contrastare i testi ufticiali di Roma, ma che proprio quella liberalizzazione portò alla parcellizzazione del protestantesimo. La lettura è di sicuro interesse per tutti i curiosi che vogliono rileggere la storia da un punto di vista un po’ diverso.

Ultimo aggiornamento: 2015-05-17 19:42