Archivi categoria: recensioni

_Andiamo a giocare_ (libro)

[copertina] Eduard Estivill è il famigerato criptonazista del libro Fate la nanna, che divide i genitori come un tempo la gente si divideva tra Coppi e Bartali oppure tra Mazzola e Rivera. In questo caso (Eduard Estivill e Yolanda Sáenz de Tejada, Andiamo a giocare – Imparare le buone abitudini divertendosi [¡A jugar!], Feltrinelli “Varia” 2010 [2008], pag. 239, € 16, ISBN 978-88-07-49098-9, trad. Antonella Donazzar) è però affiancato da Yolanda Sáenz de Tejada, che ci tiene a far sapere che oltre a una quantità di altre cose è anche una mamma. Così ad occhio il libro sembra stato più che altro scritto da lei e giusto rivisto da Estivill, considerando l’approccio un po’ diverso. L’idea di base è che per insegnare ai propri figli a comportarsi bene – in senso ampio, tra i vari capitoli si parla anche di come far loro mangiare la verdura… – il mezzo migliore è quello di presentare le cose per mezzo di un gioco; ne sono così proposti quasi cinquanta. Il guaio è che nella mia esperienza personale molti di essi non funzionano affatto: ciò che può essere utile, se proprio volete, è riuscire ad adottare il modo migliore per interagire con i propri figli e qui spunta per l’appunto Estivill. Nulla vieta di provare, e in quel caso di mettercela tutta visto che i bambini si accorgono subito quando dall’altra parte non si ha davvero voglia di fare: ma probabilmente è meglio leggere i risultati previsti per i giochi e inventarsi qualcosa in proprio. Ottima la traduzione di Antonella Donazzar.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-09 15:01

_Musica dal profondo_ (libro)

[Copertina]Se dovessi definire in una sola frase questo libro (Victor Grauer, Musica dal profondo : viaggio all’origine della storia e della cultura [Sounding the Depths], Codice edizioni 2015 [2011], pag. XXIX+265, € 18,90, ISBN 978-88-7578-527-7, trad. Brunella Martera e Gabriele Ferrari) direi “un pamphlet di 250 pagine”. Grauer ha una sua teoria sull’evoluzione umana: essa sarebbe molto più antica di quanto solitamente ritenuto e il modo più semplice per accorgersene è confrontare le tradizioni musicali di boscimani e pigmei occidentali e orientali (gruppi etnici non in contatto tra di loro) e ricercare quelle strutture molto complesse in giro per il mondo, integrando i dati con quelli del DNA mitocondriale e di quello del cromosoma Y. Il guaio, probabilmente legato anche alla nascita del libro come un blog, è che il testo è spesso ripetitivo e soprattutto mi ha dato l’impressione di essere partito da una testi e di avere raccolto solo le prove a sostegno della tesi. Prendiamo per esempio il suo metodo di triangolazione: se una caratteristica si trova in tre gruppi etnici non in contatto tra di loro allora si può supporre che appartenga all'”ipotetica cultura di base”. Casualmente Grauer ha solo tre gruppi a disposizione…
Anche non accettando le conclusioni di Grauer, il libro è però una fonte preziosa, sia perché fa una panoramica globale della preistoria dell’umanità che per la grande quantità di esempi audio e video che sono parte integrante del libro – come poter valutare altrimenti somiglianze e differenze? – e che molto opportunamente Codice ha raccolto. Tra i punti degni di nota, oltre alla considerazione che la polifonia nasce ben prima di quanto pensato, ci sono la considerazione che è possibile che il linguaggio stesso, che probabilmente nasce tonale, deriverebbe dall musica, e che la disastrosa eruzione del vulcano Toba potrebbe avere portato alla trasformazione delle società da comunitaria e non-violenta a gerarchica e violenta, mentre sono molto dubbioso su affermazioni come quella che le frazioni che creano i rapporti musicali non sarebbero “naturali” perché le troviamo solo tra gli uomini. Niente da eccepire infine sulla scorrevole e accurata traduzione di Brunella Martera e Gabriele Ferrari: giusto un “misura” nell’appendice che in un libro come questo sarebbe stato più che alto “battuta”.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-09 14:56

_What if?_ (libro)

[copertina]Randall Munroe è l’autore di xkcd, una striscia tridimensionale di fumetti nerd dove i protagonisti sono “stick men”, uomini disegnati come se fatti di bastoncini: ma non lasciatevi trarre in inganno, è chiaro che sa disegnare. Un altro suo progetto, da cui è tratto questo libro (Randall Munroe, What if? : Serious Scientific Answers to Absurd Hypothetical Questions, Mariner 2014, pag. 305, $18, ISBN 978-0-544-45686-0), è “What if?”: come spiega il sottotitolo, è una raccolta di risposte serissime – almeno dal punto di vista scientifico – a domande che tanto serie non sono mica. Qualche esempio? “Cosa ci succederebbe se nuotassimo in una vasca di decantazione di materiale radioattivo?” o se preferite qualcosa di apparentemente meno truculento, “Che succederebbe se tutta la popolazione terrestre fosse concentrata in un unico luogo e saltasse contemporaneamente?”; per andare più sul surreale, infine, “Sarebbe possibile costruire un ponte fatto di mattoncini Lego che unisca Londra a New York”. Le risposte, ovviamente correate dai relativi disegnini, sono sì serie ma di una serietà di un certo tipo: nel secondo caso, per esempio, dopo la risposta “la Terra non si accorgerebbe nemmeno del salto” Munroe inizia a trattare la logistica di miliardi di persone confinate nel Rhode Island e che cercano di andarsene via (la magia di radunarli tutti insieme non funziona alla rovescia), mentre con i Lego, oltre a studiare cosa occorrerebbe fare per stabilizzare il ponte, vengono anche date delle stime sul costo di tutti quei mattoncini, qualcosa tipo cinquemila miliardi. Il libro mostra come per avere certe informazioni si possa chiedere alle persone (o ai testi) giusti e come si possano fare ipotesi plausibili anche in scenari che plausibili non sono: da questo punto di vista è fantastico.

P.S.: è appena uscita la traduzione italiana del libro, Cosa accadrebbe se?, tradotto da Salvatore Serù. Non l’ho neanche sfogliato, quindi non so dirvi nulla se non che Bompiani avrebbe potuto osare il titolo “E se?”.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-09 14:46

_The Information_ (libro)

[copertina]Non lasciatevi intimidire dalla mole di questo libro (James Gleick, The Information : A History, A Theory, A Flood, Vintage 2012 [2011], pag. 544, $16.95 , ISBN 9781400096237: esiste anche la traduzione italiana L’informazione. Una storia. Una teoria. Un diluvio. edita da Feltrinelli e tradotta da Virginio B. Sala che però non ho letto). Gleick, oltre che storico della scienza, è un giornalista e scrive molto bene, pur ammassando una quantità di informazione (ehm…) che richiede parecchio tempo per essere digerita, anche perché il suo punto di vista è assai peculiare. D’altra parte il protagonista del suo racconto non è una persona ma un concetto: l’informazione appunto, qualcosa per cui fino al 1948 non esisteva nemmeno una parola e che ancora adesso resta piuttosto nebuloso. Oggi possiamo però rileggere dal punto di vista dell’informazione quanto capitato nei millenni passati, partendo dai suonatori di tamburo africani che ovviano con la ridondanza semantica alla possibilità di errori di ricezione, passando all’alfabeto visto come un codice e arrivando poi a geni in anticipo sul proprio tempo come Babbage e Turing e terminando con una panoramica sull’informazione quantistica. Quello che mi è piaciuto di più, come dicevo, è proprio il suo punto di vista diverso dal solito e che ti costringe a rivedere gli assunti impliciti che hai sempre avto in mente ma non hanno in realtà alcuna solida base logica.

_Things to Make and Do in the Fourth Dimension_ (libro)

[copertina]Era tanto tempo che non trovavo un libro di matematica ricreativa così scoppiettante. Intendiamoci: comincio ad avere il sospetto che nella perfida Albione l’idea di base nel parlare di matematica al mondo consista nel fare pessime battute, e anche se Matt Parker è di origine australiana mi pare abbia fatto propria la lezione di Ian Stewart. Ma se si riesce a sopportare i vari pun, il libro (Matt Parker, Things to Make and Do in the Fourth Dimension Penguin 2015 [2014], pag. 480, Lst 9.99, ISBN 9780141975863) è una vera miniera di informazioni, parecchie delle quali mi erano anche nuove… il che non è certo banale. Per esempio, sapreste costruire un computer che funziona a tessere del domino che cadono a cascata? Oppure avete mai avuto a che fare con i numeri narcisisti? O ancora: vi interessa una sciarpa a correzione di errore? Un’altra caratteristica peculiare del libro è che ha un approccio molto pratico,il che è sempre strano quando si parla di matematica: l’appendice è da fotocopiare e ritagliare per fare esperimenti pratici, anche se consiglio di andare sul sito di accompagnamento, http://makeanddo4d.com, per non rovinare il libro. Se la matematica vi spaventa ma non vi spaventa l’inglese, dateci un’occhiata!

_Minions_ (film)

Erano dieci giorni che i miei seienni continuavano a vociare perché volevano vedere il film dei Minions. Mercoledì sono stato costretto a passare davanti al cinema, mostrare loro la locandina e dire “Cosa c’è scritto qui in rosso?” E Cecilia: “do…ma…ni… Domani!” Capite perché ho dovuto andare alla prima ddel film.
Pur non avendo mai visto i Cattivissimo me, garantisco che mi sono divertito: il film è studiato anche per gli adulti, con tutta una serie di inside jokes dall’uso smodato del tè allo sbarco sulla Luna. La colonna sonora poi è pura anni ’60, giusto con l’anacronismo finale dei Van Halen, e quindi me la sono allegramente cantata tutta. In definitiva, un film che dà quello che promette. P.S.: c’è stata una scena in cui ho cominciato a ridere cinque secondi prima del resto della sala, praticamente mezzo secondo dopo il suo inizio: ma lì giocavo in casa.

Ultimo aggiornamento: 2015-08-28 08:27

_100 Math Brainteasers_ (libro)

[copertina]Se non sbaglio la conversione delle classi scolastiche, questa raccolta di problemi matematici (Zbigniew Romanowicz e Bartholomew Dyda, 100 Math Brainteasers (Grade 7,8,9,10), Tom eMusic 2012, pag. 94, $10.99, ISBN 9781623210298) è destinata ai ragazzi della fine delle medie e dell’inizio delle superiori: i problemi sono insomma alla portata di tutti, il che è sempre comodo per la propria autostima. Devo dire che – tranne nella sezione di algebra che mi pare parecchio inferiore al resto del libro come qualità – i problemi sono presentati in maniera accattivante e piacevole, anche grazie ai disegni simpatici che li accompagnano. La parte finale con le soluzioni (sì, ci sono anche le soluzioni, non preoccupatevi) sarebbe però potuta essere preparata un po’ meglio: è una specie di anticlimax.

_Slicing Pizzas, Racing Turtles, and Further Adventures in Applied Mathematics_ (libro)

[copertina]Con questo secondo libro di Robert Banks (Robert B. Banks, Slicing Pizzas, Racing Turtles, and Further Adventures in Applied Mathematics, Princeton University Press 2012 [1999], pag. 304, $18.95, ISBN 9780691154992) ho forse capito qual è la logica sottostante: un ossimoro, considerando che stavolta Banks era rimasto a corto di esempi prettamente fisici ed è dovuto affidarsi alla matematica per completare il testo. Più che un libro di divulgazione matematica, è infatti un libro per professori – a questo punto non saprei nemmeno definire a che livello, considerando che spesso è necessario un po’ di calcolo differenziale – che vogliano presentare qualcosa di diverso ai propri studenti. Preso da questo punto di vista, il libro è in effetti interessante: allo stesso tempo, ciò però significa che non è poi il massimo da leggere se si ha voglia di scoprire qualcosa di divertente.