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Perplexing Paradoxes (ebook)

copertina
Io ci avevo anche provato a prendere in prestito da MLOL la traduzione italiana (I paradossi del nostro tempo, Apogeo 2025, traduttore non indicato nella versione ebook). Ma dopo un’introduzione che già mi aveva lasciato perplesso, nel primo paradosso raccontato da Szpiro mi sono trovato scritto “Solo chi aveva più di 780 amici aveva una rete di contatti mediamente più piccola rispetto a quella dei propri amici.” che è esattamente l’opposto del testo originale “Only those with more than 780 friends had friends who, on average, had smaller networks than their own.”, al che ho deciso di passare alla versione originale.

Il testo, concepito durante il lockdown per il Covid, presenta una sessantina di paradossi di vari tip. Ciascuno di essi viene presentato, poi viene sviscerato – il testo usa il termine francese “dénouement” – e infine c’è una sezione “more…” con alcuni commenti finali. Alcuni dei paradossi per me non lo sono affatto, e ho qualche dubbio su come sono stati trattati alcuni di quelli matematici: però ho trovato interesanti quelli legati alla politica o al sistema legale, probabilmente perché non ne so nulla. Diciamo che questo è uno di quei libri dove ognuno trova qualcosa di diverso.

George G. Szpiro, Perplexing Paradoxes : Unraveling Enigmas in the World Around Us, Columbia University Press 2024, pag. 336, € 26,25 (cartaceo: 35), ISBN 978-0-231-56001-6, – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me

Voto: 3/5

Proof (ebook)

copertinaCos’è una dimostrazione? Non è così semplice come sembra a prima vista, nemmeno se ci limitiamo alla matematica. Kucharski fa l’esempio di Weierstrass, che ha costruito funzioni “mostruose” facendo vedere che Cauchy aveva sbagliato le sue dimostrazioni. Ma non è la matematica il tema principale del libro: Kucharski spazia con esempi di tutti i tipi. Abraham Lincoln si mette a studiare da solo Euclide perché ritiene che anche in tribunale bisogna arrivare ad essere certi “al di là di ogni RAGIONEVOLE dubbio” ai fondamenti della statistica. Gosset (quello del test t0Student) e Pearson che sviluppano la statistica dove non si può “dimostrare” un risultato ma si può solo avere una stima di quanto esso sia coerente con l’ipotesi. I tanti esempi sul Covid (Kucharski è stato un consulente scientifico per la gestione della pandemia in UK) mostrano che spesso non abbiamo controfattuali per dimostrare che l’approccio scelto fosse il migliore. Leggendo il libro, potete vedere come la matematica non sia un sistema granitico come potrebbe sembrare a prima vista, ma qualcosa di calato nel mondo.

Adam Kucharski, Proof : The Uncertain Science of Certainty, Profile 2025, pag. 368, € 13,99 (cartaceo:27,50), ISBN 9781782838999 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 4/5

Hangar Bicocca: mostre di luglio 2025

un'opera di YanagiL’arte contemporanea ha un problema di base: non sempre la capisci. E ha un problema correlato: se leggi le spiegazioni sei certo di capire ancora di meno. La visita che Anna e io abbiamo fatto all’Hangar Bicocca ci ha dato, diciamo, reazioni miste.

Improvisation in 10 Days, di Tarek Atoui, è un esempio di qualcosa che non abbiamo capito, né sappiamo che significhi la frase “Atoui esplora le potenzialità compositive in uno spazio, mettendo in dialogo le connotazioni materiali, scultoree, architettoniche e relazionali delle opere con la natura immateriale dei suoni e i loro riverberi nei corpi e nelle cose.” Può darsi che mettendosi in una certa posizione le opere esposte emettano suoni, ma non siamo proprio riusciti a capire come fare per farli emettere.

Per fortuna Icarus, di Yukinori Yanagi, è stata molto più interessante. L’autore, almeno per come abbiamo capito, è abbastanza ossessionato dall’autodistruzione del mondo, e comunque dall’assemblaggio di vari pezzi come si vede dalla foto che ho scattato. Ma forse non tutto è come sembra: l’installazione dove si entra e troviamo un insieme di specchi a 45 gradi che ci fanno credere di andare verso un’uscia quando in realtà dobbiamo girare da un’altra parte è molto interessante. Il risultato complessivo è piacevole, e comunque ci sono sempre i Sette Palazzi Celesti!

First Steps for Math Olympians (libro)

copertina Da ragazzo non ho mai partecipato alle gare di matematica, ammesso che in Italia se ne facessero. Ne ho fatta qualcuna da adulto, ma sempre senza studiare nulla, come è mia abitudine inveterata. Se però qualcuno fosse interessato a saper risolvere i problemi delle gare di matematica – cosa diversa dall’imparare la matematica: per risolvere i problemi bisogna soprattutto imparare i trucchi del mestiere – questo testo è sicuramente utile. Douglas Faires ha raggruppato per tema i problemi più interessanti delle gare di matematica per gli studenti statunitensi; ma soprattutto ogni capitolo comincia con una spiegazione di cosa il partecipante si potrà aspettare in questi problemi e alcuni esempi di problemi con lo svolgimento immediatamente successivo al testo, per dare l’idea di come approcciarli. Avere per ciascun problema un numero finito di possibilità tra cui scegliere la soluzione serve nelle gare, dove il tempo a disposizione è poco: se uno è più interessato a risolvere i problemi può anche evitare di considerarle. L’unica pecca che vedo è che avere dieci problemi per capitolo sullo stesso tema diventa un po’ noioso verso la fine.

(J. Douglas Faires, First Steps for Math Olympians : Using the American Mathematics Competitions , MAA 2006, pag. 207, € 67,71, ISBN 9781470451264 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 4/5

Writers of the Future Volume 41 (ebook)

copertina
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Come sempre, i racconti di questa collezione sono generalmente buoni, con un paio di gemme: leggendo Thirty Minutes or It’s a Paradox mi è venuto in mente il miglior Fredric Brown. Quest’anno c’è persino stato meno “light horror”, che a me non piace affatto. Ecco una recensine monoriga dei singoli racconti:

▪ Storm Damage, di T. R. Naus (i guardiani del tempo sono un’idea carina e messa bene in pratica. 5/5)
▪ Blackbird Stone di Ian Keith (la trama sarebbe interessante, ma l’autore ha voluto mischiare troppi livelli diversi, come tempo e magia. 3/5)
▪ Kill Switch di Robert F. Lowell (è bello leggere un racconto sf hard-boiled! 5/5)
▪ Message and How to View Art di L. RON HUBBARD (consigli di buon senso)
▪ Tough Old Man di L. Ron Hubbard (perfino io avevo subito capito tutto… mi sarei aspettato qualcosa di più dal suo ultimo racconto SF. 3/5)
▪ Karma Birds di Lauren McGuire (Come ho detto non apprezzo i racconti horror, anche se leggeri. Però l’idea di questa “pandemia” è interessante. 4/5)
▪ The Boy from Elsewhen di Barlow Crassmont (Il finale è buono, ma la costruzione del racconto no. 3/5)
▪ Code L1 di Andrew Jackson (Non mi sarei aspettato che un racconto sf-hard si svolgesse così! 4/5)
▪ It Don’t Mean a Thing (If It Ain’t Got That Theme) di ROBERT J. SAWYER (altri buoni consigli per scrivere un racconto)
▪ Under False Colours di Sean Williams (Semplicemente meraviglioso, e contemporaneo con gli accenni all’AI. 5/5)
▪ Ascii di Randyn C. J. Bartholomew (Purtroppo i troppi dettagli pseudotecnici hanno un po’ rovinato il racconto. 4/5)
▪ Slip Stone di Sandra Skalski (Molto carino: in un certo senso la SF è solo lo sfondo. 5/5)
▪ The Stench of Freedom di Joel C. Scoberg (Qual è l’utilità degli elementali? Non quello che potreste pensare. 5/5)
▪ An Artist’s Path di TOM WOOD (a me che sono tutto meno che un artista non dice nulla)
▪ My Name Was Tom di Tim Powers (Alla fine mi sono perso e non ho capito il finale, ma ho apprezzato il flexagono. 4/5)
▪ The Rune Witch di Jefferson Snow (Non mi aspettavo quel finale, il che significa che è bello anche se triste. 4/5)
▪ Thirty Minutes or It’s a Paradox di Patrick MacPhee (Come ho detto, i paradossi temporali sono affastellati in modo così divertente che non si riesce a smettere di leggerlo. 5/5)
▪ A World of Repetitions di Seth Atwater Jr. (Il tema del loop temporale è visto in modo diverso, con tutti che se ne accorgono. Però c’è qualcosa che manca, anche se non riesco a visualizzarlo. 4/5)

Jody Lynn Nye (ed.), Writers of the Future Volume 41, Galaxy Press 2025, pag. 457, € 9,35, ISBN 978-1-61986-844-1 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me

Voto: 5/5

Il concetto di funzione (libro)

Quando mi capita di trovarne qualcuno in giro, mi piace dare un’occhiata ai libretti divulgativi degli anni ’60 del secolo scorso per vedere come sono cambiate le cose. In genere Progresso Tecnico Editoriale traduceva libri dal russo, il che dà l’ulteriore vantaggio di avere un modello diverso da quello usuale: ma questo volumetto fa parte di una collana di traduzioni da testi americani di autori sconosciuti, generalmente insegnanti nelle high school come appunto James D. Bristol alla Shaker Heights High School nell’Ohio.

Bristol comincia a passo di carica a parlare di numeri, insiemi e relazioni, immagino per completezza ma aspettandosi che il lettore tipico sappia già con cosa ha a che fare, per dedicare la maggior parte del testo al concetto di funzione che per lui non è altro che una corrispondenza elemento per elemento da un insieme che è il domino a uno che è il codominio; meglio ancora, una funzione è un insieme di coppie ordinate <a,b>. Un approccio di questo tipo è molto moderno, perché è per così dire discreto; non tanto per il concetto di continuità di una funzione, che in effetti è trattato solo alla fine di sfuggita, quanto per il dominio che può tranquillamente essere discreto. In pratica però non sono così sicuro che uno studente moderno riuscirebbe a seguire il testo. La moltiplicazione di due funzioni (non la composizione, che è trattata subito dopo e cha ha più senso) è per esempio qualcosa che non ha molto senso in analisi matematica ma risulta astratto: Bristol vuole mostrare come il “concetto di funzione” superi le barriere artificiali delle varie branche della matematica, ma la cosa potrebbe non essere alla portata di un liceale medio.

La traduzione di Lorenzo Vinassa De Regny, oltre a risentire degli anni anche per la terminologia usata, non sempre è all’altezza: per dire, nell’introduzione una “lecture” è diventata una “lettura”…

James D. Bristol, Il concetto di funzione [The Concept of a Function], Progresso Tecnico Editoriale 1967 [1963], pag. 88, trad. Lorenzo Vinassa De Regny

Voto: 3/5

Casorati (mostra)

logo mostra (dal sito ufficiale)
Sempre all’ultimo momento – la mostra chiude domenica 29 – siamo andati a vedere a Palazzo Reale la mostra su Felice Casorati. Stavolta c’era anche Cecilia, in qualità di studentessa dell’artistico, ma lei dà solo un’occhiata ai quadri e non è interessata al contesto.
Rispetto alle ultime mostre che abbiamo visto, c’era finalmente abbastanza materiale, ordinato più o meno cronologicamente il che è utile perché permette di vedere come Casorati abbia cambiato il suo stile nei decenni, pur rimanendo generalmente riconoscibile, soprattutto per le espressioni dei suoi personaggi (ma forse quello è il periodo dopo la prima guerra mondiale, dove visto anche il suicidio di suo padre non penso avesse molto da essere felice). Ho trovato molti accenni a stili precedenti, dal Rinascimento alle varie correnti tra Ottocento e Novecento (tranne il futurismo, che non gli piaceva proprio, ma compresi simbolismo e metafisica; le sculture non mi hanno detto molto, mentre le scenografie per la Scala che si trovano nell’ultima sala sono carine. Le ampie spiegazioni sui cartelloni aiutavano anche le capre come me a capire come le opere si inserivano nel quadro di quei decenni, ma avrei evitato di scrivere dell'”attimità impressionista”…

Per i milanesi: la tessera annuale ATM dà diritto a un biglietto a 10 euro anziché 17 :-)

Aspettando Carosello (ebook)

copertina Questo libro non parla di Carosello, nonostante il titolo, ma prova a vedere la storia dell’Italia in quei decenni con la lente delle pubblicità che venivano girate in quegli anni. L’idea non sarebbe stata malvagia, anche se la realizzazione spesso non è stata all’altezza. Peccato che evidentemente nessuno ha letto le bozze, nonostante qualche pleonastico (ndr) qua e là nel testo.

Lasciamo perdere, che Melegaro, probabilmente aveva una collezione di virgole, che doveva piazzare, da qualche parte, indipendentemente dalla grammatica italiana. Ma il testo – che così ad occhio nasce come una serie di post su un blog – non è stato rivisto per eliminare le ripetizioni tra un capitoletto e l’altro; non parliamo dei nomi storpiati, come Ornella Dorella per Oriella Dorella e Juan le Pein per Juan-les-Pins). Ma non si può scrivere parlando dell’era spaziale “La storica portata del lancio in data 12 aprile che orbita intorno alla Terra” (è il lancio che orbita?), o scrivere del treno “che parte da Palermo e arriva al binario 13 della stazione di Porta Susa a Torino” (ovviamente è Porta Nuova… Porta Susa non ha mai avuto 13 binari), o ancora scrivere che dopo il Vaticano II “si può suonare la musica in chiesa”, dopo “solo” 1000 anni d’organo. Dulcis in fundo, la citazione che apriva le storie di Nick Carter è “Mentre su New York calano le prime ombre della sera”, non “Mentre su New York calavano le ombre della notte…”. Anche la resa in ebook lascia parecchio a desiderare. Insomma, andate pure a dormire senza vedere Carosello.

Marco Melegaro, Aspettando Carosello : Specchio e sogno di un’Italia spensierata, Zolfo 2024, pag. 270, € 9,99 (cartaceo 18), ISBN 9791281695290 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me

Voto: 2/5