C’è un pattern molto chiaro: i letterati – con qualche rarissima eccezione – non parlano mai di matematica, mentre molti matematici parlano di letteratura. Nei testi, però, capita l’opposto: ci sono testi letterari che hanno parti matematiche, ma è difficile trovare testi matematici (moderni, non stiamo a guardare le opere vediche…) con parti letterarie.
Detto questo, mi pare che Gian Italo Bischi abbia un po’ esagerato con il vedere matematica ovunque. Il fatto che in un libro ci sia una struttura ben specifica non significa infatti che si sia applicata la matematica, ma semplicemente che non abbiamo un flusso di coscienza ma un’opera pensata. E non è che la matematica sia l’unico modo possibile per avere un’opera pensata. Questo rende un po’ pesante a volte il testo, anche se ci sono spunti interessanti e direi imprevisti: Borges lo conosciamo tutti, ma Poe magari non lo prendiamo in considerazione…
Gian Italo Bischi, Alice & Bob. Matematica e letteratura : Dalla Divina Commedia al noir, EGEA 2016, pag. 172, € 15, ISBN 9788823844742 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 3/5