Archivi categoria: povera_matematica

La certezza del caso

Ieri mi è venuto in mente di scrivere un articoletto per spiegare come mai l’ascolto casuale su un lettore MP3 non sembri casuale. (Per i curiosi: non è ancora linkato perché dovrei rileggerlo e correggere qualche errore, ma lo potete trovare qua). Lo finisco verso mezzanotte, e me ne vado a dormire relativamente contento di me stesso.
Stamattina dò un’occhiata a slashdot e mi trovo questo articolo (inutile, come capita spesso su /.) che punta a un articolo del Guardian con un estratto di un libro dedicato proprio alla cosa (ah: l’articolo lungo, ma molto interessante… perché in Italia nessun quotidiano ha il coraggio di pubblicare simili cose?)
Qualcuno ha ancora il coraggio di parlare di “caso”?

Ultimo aggiornamento: 2006-10-09 09:47

Ancora sulle tasse

Non credo che occorra chissà quali conoscenze matematiche per intuire che se la Finanziaria ha (parecchie) maggiori entrate (e poche spese in meno) questo significa che il contribuente in media pagherà di più. È vero che le nuove imposte non sono necessariamente quella sui redditi, ma è il ministero stesso ad affermare che la “rimodulazione” delle aliquote IRE – notato tra l’altro che il verbo “rimodulare” è diventato sinonimo di aumentare? – porterà quasi mezzo miliardo in più all’erario.
Ci vuole un po’ di matematica in più per capire che di per sé è possibile che – nonostante un aumento medio pro capite – il numero di persone che pagheranno meno tasse potrebbe anche essere del 90% (o del 70%, si mettano d’accordo prima); però la cosa è improbabile, e comunque significherebbe che il 30% che paga di più ci perde molto di più di quanto ci guadagni il resto del 70%. Esempio banale: ci sono dieci persone che pagano mille euro ciascuno, per un totale di 10.000 euro. L’anno dopo il totale da pagare è di 10.200 euro, ma sette persone pagano dieci euro in meno, quindi 990 a testa. Le tre persone rimanenti dovranno pagare i 200 euro di aumento e i 70 euro risparmiati dagli altri, e quindi pagheranno novanta euro in più ciascuno.
Intendiamoci: questo è un esempio forzato, ma spero che renda l’idea dei problemi nel tirare fuori numeri a capocchia. Lo faceva Silvio, lo fa Romano: su questo c’è continuità.

Ultimo aggiornamento: 2006-10-03 13:57

Speed date matematico

Già il concetto di MateFitness, la “palestra della matematica” che si sta tenendo a Genova a Palazzo Ducale, non è che mi ispiri così tanto: posso capire e anche apprezzare il tentativo di far capire alla gente che la matematica non sia qualcosa di cui doversi spaventare, ma non sono convinto che sia questo il metodo migliore. E resto ancora più sconcertato dallo scoprire che oggi pomeriggio si è tenuto uno “speed date matematico”. Cosa sia uno speed date, penso che lo sappiate quasi tutti: ci si trova in un certo numero, possibilmente uguale, di maschietti e femminucce e poi si viene accoppiati per vedere se ci si piace. Ma il tutto per due o tre minuti, ché poi bisogna scambiarsi con qualcun altro. Alla fine si tirano le somme, e chi si è più piaciuto vince il numero telefonico del possibile futuro partner. Ecco: spinti da quel “tirare le somme” gli organizzatori hanno affermato che sarà un computer a valutare quali sono le coppie migliori. Mi sa tanto che verrà data ancora un’altra ragione per odiare la matematica. Ma state in campana! A settembre Matefitness ritorna col botto, nientemento che un seminario “La matematica della Costituzione”! Chi viene con me a vederlo?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-30 20:48

Sotto il livello del mare

Fa caldo. Non piove. Fiumi e laghi sono a secco. Ma anche i giornalisti, almeno per i quotidiani gratuiti – ma mi sa tanto che le agenzie sono le prime colpevoli – hanno i neuroni fuori posto. Da Leggo: Il Po fa segnare a Pontelagoscuro «il record di meno 7.41 metri sotto il rivello del mare» mentre il lago Maggiore «a Sesto Calende registra un livello di -23.2 centimetri al di sotto del livello del mare». City riporta solo la notizia sul Po, da fonte Agi, ma con le stesse parole.
Nonostante quanto creda qualcuno, non sono così talebano: posso accettare linguisticamente il pleonasmo “meno xx metri sotto”, anche se di per sé basterebbe usare “sotto”. Ma “sotto il livello del mare”? Il termine corretto è “zero idrometrico”, che corrisponde al livello normale dell’acqua, e che corrisponde all’altezza sul livello del mare delle sponde. Se il Po fosse sette metri sotto il livello del mare, vedremmo il mare stesso risalire il corso del fiume e riempire il vuoto lasciato dall’acqua del fiume; a meno naturalmente che anche il livello dell’Adriatico fosse sceso in corrispondenza, e quindi la spiaggia di Rimini abbia attualmente un paio di chilometri di larghezza. Non parliamo poi del povero lago Maggiore, che secono questi qua si sarebbe trasformato in un orrido: dal lungolago al pelo dell’acqua dovremmo scendere di 200 metri…

Ultimo aggiornamento: 2006-07-28 10:55

come si creano i taxi dal nulla

Repubblica annuncia gioiosa come Uòlter Ueltròni sia riuscito ad avere ben 2500 taxi in più per l’Urbe, “oltre alle 450 licenze già previste in base ad accordi precedenti”. Da non crederci, vero? E infatti è solo un’acrobazia verbale.
Se continuiamo a leggere l’articolo, infatti, scopriamo che grazie a turnazioni diverse, familiari alla guida e via discorrendo, avremo
– mille taxi in più la mattina, dalle 8 alle 12 o dalle 9 alle 13
– mille in più il pomeriggio, dalle 16 alle 20 o alle 21
– cinquecento di notte.
Certo, mille più mille più cinquecento fa duemilacinquecento. Ma a questo punto potremmo mettere i microturni di un’ora e ottenere magicamente diecimila taxi in più; e non mi sono nemmeno messo a considerare il suggerimento testé arrivatomi da Zenone di Elea :-)
E tra l’altro, non vorrei che fossero anche riusciti a sommare mele con pere: le 450 licenze “nuove” non è che contribuiscano all’aumento del numero di taxi circolanti?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-25 14:52

160% in meno

Ormai lo sappiamo: non appena si parla di percentuali, casca l’asino. Stavolta Repubblica ci spiega come i farmaci italiani per cui occorre una ricetta sono più economici dei farmaci equivalenti all’estero. Ma molto più economici:
«Risultato: i farmaci lanciati dopo il 1990 costano al pubblico del Bel Paese dal 5 al 100% in meno, mentre, guardando i prezzi che l’industria applica alla distribuzione si risparmia dal 10 al 160%.».
Considerando che risparmiare il 100% significa ottenere qualcosa gratis, un risparmio del 160% vuol forse dire che è l’industria a pagare i distributori?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-21 17:07

Turani e le percentuali

Giuseppe Turani è un noto (notorio?) giornalista finanziario di Repubblica. Una delle sue rubriche fisse si intitola “Ottovolante”: nel numero odierno spiega perché il PIL non aumenterà molto nel 2007, facendo notare come Germania, Francia e Italia devono mantenere politiche restrittive, e che i tre paesi insieme fanno il 70% del prodotto interno lordo dell’area euro. Come prosegue? spiegando come “quasi i quattro quinti del Pil europeo saranno sottoposti a politiche […] di tipo restrittivo”.
Tralasciamo la banalità che tra l’area euro e l’Europa – anche solo l’UE – c’è una piccola differenza contenente la Gran Bretagna. Però c’è qualcos’altro che non va: il 70% al limite è quasi i tre quarti del totale, non i quattro quinti. (per me è “poco più dei due terzi”, visto che 66.6 è più vicino a 70 rispetto a 75, ma posso concedere un po’ di retorica a un giornalista)
Qualcuno può mica regalare una calcolatrice tascabile a Turani?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-14 19:48

Produzione auto e statistica

Oggi sono apparsi sui giornali i dati della produzione Istat relativi al maggio 2006. Come si può vedere dal Corsera, vengono intonati dei peana per un aumento del 94.1%, e subito a destra si coglie l’occasione per una filippica antigovernativa.
Io invece la filippica la faccio sì, ma contro chi non è capace – o non vuole – leggere i numeri. Prendiamo infatti il lancio Ansa, che è fatto davvero bene. Si vede come tra maggio 2005 e maggio 2006 la produzione è cresciuta sì del 94.1%, ma si ricorda anche come l’anno precedente a maggio ci fu un calo del 44.3% – a causa dello sciopero delle bisarche, rammento a chi avesse la memoria corta. Facciamo un po’ di conti: supponendo che a maggio 2004 fossero state vendute 100.000 auto, a maggio 2005 le vendite erano scese a 55.700 (meno 44.3%, appunto); nel maggio 2006 si aumenta del 94.1% e si arriva a 108.100 autovetture. Un aumento dell’8% in due anni che è simpatico ma non così eclatante… e non ho nemmeno considerato il fatto che un singolo mese comunque è un periodo troppo breve per fare statistiche affidabili, in genere.
Purtroppo come al solito l’incapacità di fare un controllo di realtà è un male bipartisan.
Aggiornamento: (14 luglio) I dati di giugno danno un -12% in Italia, e subito il giornalista di Repubblica piange. Naturalmente non gli è venuto in mente che – visto che a maggio 2005 non venivano consegnate le auto – a giugno 2005 c’era stato un incremento anomalo delle vendite, e quindi non è per nulla strano che a giugno 2006 ci sia un calo relativo…

Ultimo aggiornamento: 2006-07-12 11:55