Archivi categoria: povera_matematica

ma chi è che calcola le medie?

[è dura fare le medie]
Il dorso milanese del Corsera certifica che la qualità dell’ATM è percepita essere inesistente. Nulla di strano. Però è un po’ strano che “La media totale è di 5,9” ma “Il voto più alto è un 5,8”, considerando che la media, in qualunque modo la si calcoli, deve essere per forza minore del punteggio massimo. Eppure anche il disegnino allegato afferma esattamente la stessa cosa. Mi sa che abbiano seguito le nuove norme di MaryStar e abbiano fatto media col voto in condotta :-)

Ultimo aggiornamento: 2009-02-23 11:04

pesavano più di 455 chili

[peso preciso]
La Stampa ci fa sapere che c’è stato un incidente spaziale, con un satellite russo e uno americano che si sono scontrati. Niente constatazione amichevole, mi sa.
Già è divertente che nel 2009 uno scriva “un satellite commerciale statunitense, di tipo Iridium” e non gli venga in mente che i satelliti Iridium sono quelli che servono a far funzionare i navigatori satellitari telefoni. Ma è molto più divertente leggere che i satelliti “pesavano più di 455 chilogrammi”. Mi stupisco anzi che non abbiano scritto “pesavano più di 453,59237 chilogrammi”, visto che è chiaro che il lancio d’agenzia tradotto coi piedi avrà avuto “1000 libbre”. Il tutto senza considerare che ho fatto una velocissima guglata "Kelly Humphries" iridium hubble e ho trovato qui il peso corretto in chili; ma i numeri fanno paura.

Ultimo aggiornamento: 2009-02-12 11:08

Per una volta che potevano dire “più del 100%”

[dagli utili alle perdite]
Anche la Sony è andata male, ci fa sapere il Corsera. Però i numeri grandi sembrano essere complicati da capire: così la perdita di 18 miliardi di yen dell’ultimo trimestre 2008 si è ridotta a 18 milioni. Ma quello è solo un peccato veniale.
Il guaio è che scrivere che passare da un utile di 236 miliardi a una perdita di 18 miliardi non significa affatto avere un calo del 95%; quello ci sarebbe stato se ci fosse stato un utile di 18 miliardi. Al limite uno potrebbe dire, stiracchiando un po’ la definizione, che il calo è stato del 105%. Ma così, se per assurdo la perdita fosse stata di 236 miliardi esattamente come l’utile del periodo precedente, si sarebbe dovuto dire che la situazione è rimasta costante?

Ultimo aggiornamento: 2009-01-29 17:13

L’inflazione dà i numeri

Oggi sono stati diffusi i dati Istat sull’inflazione dello scorso anno. Vediamo cosa titolano i quotidiani.
Corriere: «Inflazione in picchiata a dicembre»
Messaggero: «Inflazione, confermato calo a dicembre» (come sottotitolo: il titolo è sul taglio dei tassi da parte della BCE)
Repubblica: «Inflazione, il dato definitivo: dicembre -0,1%, 3,3 la media 2008»
La Stampa: «Inflazione nel 2008 al 3,3%, La più alta degli ultimi 12 anni»
Giornale: «L’inflazione vola al 3,3%: ai massimi da 12 anni»
Vi state chiedendo chi ha ragione e chi torto? La risposta è “Tutti, e nessuno”. Aggiungo ancora il titolo del Sole, che è fuorviante ma permette di intuire cosa è successo: «Istat, inflazione a dicembre +2,2%. Nel 2008 a +3,3%».
L’inflazione, intesa come “crescita del costo necessario per acquistare un paniere ‘tipico’ di prodotti”, può infatti essere calcolata in due modi: quello puntuale (se dodici mesi fa spendevo 100, ora quanto spendo?) e quello medio (se nel corso di due anni fa spendevo in tutto 100, nel corso dell’anno appena passato quanto ho speso?) Nel 2008, principalmente per le oscillazioni del prezzo del petrolio, nei primi mesi dell’anno il tasso puntuale è cresciuto moltissimo, mentre alla fine dell’anno è cresciuto molto di meno: addirittura negli ultimi due mesi la differenza rispetto al mese precedente è stata negativa. Se il paniere a novembre 2008 costava 100, lo stesso paniere a dicembre 2008 costava 99,9. Se uno si limita a guardare solo l’inflazione puntuale, a novembre 2008 il tasso era del 2,7% rispetto al novembre 2007, mentre a dicembre 2008 era del 2,2% rispetto al dicembre 2007; in effetti a vederla così è in picchiata proprio come dicono i giornali “ottimisti”, o se preferite dirla in altro modo nel singolo mese di dicembre 2007 era cresciuta dello 0,4% mentre nel singolo mese di dicembre 2008 è scesa dello 0,1%. Se però prendiamo la media di tutto l’anno, visto che ci sono stati mesi in cui era molto più alta allora il risultato finale cresce molto, e arriva appunto al 3,3% con tutti gli alti lamenti dei giornali “pessimisti”. In pratica, il dato medio è sempre in ritardo: in periodi in cui l’inflazione puntuale sta salendo quello medio è inferiore, mentre quando l’inflazione puntuale sta scendendo è superiore.
A onor del vero, bisogna dire che nei sottotitoli il Corriere («Scesa al 2,2% dal 2,7% del mese prima. Ma nell’intero 2008 è stata del 3,3%, la più alta dal 1996») e la Stampa («A dicembre l’inflazione ha segnato un calo congiunturale dello 0,1%, mentre su base tendenziale il tasso di crescita è aumentato del 2,2%») danno una spiegazione abbastanza corretta, tenendo anche conto della compressione del testo necessaria in un titolo. Ma per una volta non volevo lamentarmi dei giornali, quanto far vedere che è molto facile scegliere quali numeri usare per dare una notizia in un modo o nell’altro.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-15 14:39

Consumi elettrici

Marco B. Rossi mi segnala questo articolo di Repubblica, dove Enrico Franceschini – nome sicuramente noto a chi legge questo blog – racconta come a Londra sia partita una crociata contro i “SUV degli elettrodomestici”, vale a dire i TV al plasma da 50 pollici di schermo. Il corrispondente da Londra ci fa sapere che uno di questi schermi, se acceso, «può consumare 822 kilowatt per ora».
Lascio le parole a Marco: «Ho fatto bene quindi a non comprare una tv al plasma, con la misera fornitura da 3 kwh che mi passa l’AEM avrei avuto bisogno di un impianto di cogenerazione.». Aggiungo solo che Franceschini deve essere una persona fortunata, visto che non gli è mai capitato di vedere una bolletta della luce, o di dover comprare una lampadina, o di riuscire a fare una moltiplicazione e scoprire che 822 kilowatt per ora equivale a più di cinquemila alogene da 150 watt…
Aggiornamento: (14:20) l’articolo è stato “corretto”, si fa per dire: potete vedere le due versioni sul mio Posterous.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-12 11:08

metri quadri lineari

Sono casualmente capitato su questo articolo dell’edizione torinese di Repubblica, che racconta delle meraviglie del restyling della stazione di Torino Porta Nuova, e ho scoperto di essere proprio un ignorantone. Il direttore artistico (wow) Luca Moretto infatti spiega come per l’atrio abbia scelto di mettere dei pannelli colorati con «quelli che secondo me sono i colori della città: c’è il verde della collina, il rosso della passione, il lilla della montagna.». Io ho sempre immaginato che i colori di Torino fossero il giallo e il blu dello stemma, o il giallo paglierino delle facciate delle case; Sono indubbiamente out, e anche mezzo cieco perché la montagna per me non è lilla.
Ma la cosa più interessante è la dimensione di questi pannelli: sempre citando Moretto, «sono duecento metri quadri lineari». Ora, io sono figlio di un imbianchino, e non mi faccio grandi problemi a leggere “metri lineari”, abbreviato in ml. Natura abhorret a vacuo, vedere i metri da soli né quadrati né cubi può dare dei problemi: se c’è qualcosa di altezza costante, lascio che si misuri la lunghezza in metri lineari. Però un metro e quadrato e lineare mi sembra l’equivalente di una circonferenza quadrata. Ma Moretto è un architetto, e si sa che gli architetti hanno sempre una grossa crisi con la matematica.
(P.S. da torinese: leggere una frase come «Nel centro geometrico della stazione c´è uno spazio verde, che idealmente conserva la memoria di quello che un tempo era il giardino Magnolia, e tutto attorno ci sono i tanti spazi destinati ai negozi.» è una tristezza unica. Abbiate il coraggio di dire “abbiamo eliminato il giardino per fare spazio a tanti negozi, e tanto non serviva a nulla perché dall’altra parte di piazza Carlo Felice ce n’era già un altro”.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-02 18:59

Anche il WSJ toppa

Scopro da God Plays Dice questo articolo del Wall Street Journal, dove si parla della possibilità che nelle comunità somale all’interno degli USA si formino dei terroristi. Una frase (la trovate anche qua) è molto interessante. Analisti del NYPD dicono infatti che “l’ideologia jihadica sta proliferando nelle democrazie occidentali a un tasso logaritmico”.
Ora, è vero che almeno all’inizio la crescita a tasso logaritmico è percentualmente elevatissima; è vero che cresce senza limiti; però non mi sembra ci sarebbe da preoccuparsi così tanto. Chissà che cosa ha pensato chi ha pronunciato quella frase: magari gli è venuto in mente che una crescita esponenziale era un po’ esagerata, e ha pensato di ridurla. Mi chiedo solo come gli sia venuta fuori la parola “logarithmic” che in inglese dev’essere di una complessità inaudita.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-23 14:47

quando il più è fuorviante

[a che serve il più?]Stefano Pieri mi segnala questo titolo di rep-punto-it sull’aumento del tasso di disoccupazione in Italia.
Per la cronaca, a fine settembre l’Istat ha stimato che il tasso di disoccupazione si è attestato al 6.1%. Il titolo però riporta “Istat, cresce la disoccupazione / Nel terzo trimestre + 6,1%” che è ben diverso. Una persona dotata di mente matematica probabilmente lo legge come “il numero di disoccupati è cresciuto del 6.1%”. Una persona normale, oppure che sa quanto il titolista tipico capisca di numeri, probabilmente lo legge come “la percentuale di disoccupati è cresciuta del 6.1%”, il che tra l’altro sarebbe molto peggio: stimando la forza lavoro complessiva a 25 milioni di persone, vorrebbe dire che in un trimestre ci sarebbe stato un milione e mezzo di disoccupati in più.
Occorre molta, molta fantasia per capire che quel “più” non serve proprio a nulla, e anzi è fuorviante. D’altra parte, c’è un sistema semplicissimo per accorgersene, ed è il pensare cosa sarebbe successo se il segno fosse stato un “meno”. Cosa significherebbe “tasso di disoccupazione al -6.1%”? che non solo tutti coloro che ne hanno la possibilità teorica lavorano, ma ci sono anche un paio di milioni di clandestini nelle statistiche? Per l’ignoto titolista probabilmente sì.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-18 16:14