Archivi categoria: povera_matematica

Povero Prezzemolo!

Quando ieri sera sono tornato a casa, Anna mi dà il giornale (Repubblica) e mi fa “Hai visto che hanno licenziato Odifreddi? Nell’articolo si legge infatti che il noto matematico è stato estromesso (via email…) dalla direzione artistica del Festival della Matematica, che aveva ideato e gestito in questi tre anni. Non è dato di sapere quali sono i motivi effettivi dietro tale scelta: Repubblica, che ovviamente difende una delle proprie firme, dice semplicemente «Ci sono stati dissapori», e spiattella nemmeno troppo tra le righe che il cambio dell’amministrazione romana potrebbe essere stata la causa reale di questo allontanamento. Se l’anno prossimo il Festival sarà diretto da Giorgio Israel, allora è probabile che sia successo davvero questo.
Chi mi conosce sa che prendo spesso in giro Odifreddi per il suo presenzialismo spinto (non per nulla lo chiamo “Prezzemolo…”) e per la tendenza negli ultimi anni a riscrivere sempre le stesse cose. Però questo mi sembra davvero un colpo basso, considerando che il Festival è davvero una sua creatura, e una scommessa alla quale non avrebbero creduto in molti… o almeno io non l’avrei mai creduto. Sarebbe proprio triste che una bella iniziativa come questa venisse affossata per banali beghe politiche… un segno ulteriore che la povera matematica non è affatto avulsa dalla vita reale, come pensano in molti.
Aggiornamento: (14:00) La querelle continua qua.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-27 10:05

Dalla Terra alla Luna

Scopro via Proooof (da cui potete leggere tutto il giro della scoperta) di questo studio di alcuni studenti liceali toscani, che guidati da un loro professore che opera anche presso l’INFN hanno preso gli mp3 delle conversazioni Terra-Luna durante le missioni Apollo, si sono accorti che si risentiva l’eco delle parole pronunciate da Houston dopo essere andate e tornate al casco degli astronauti, hanno calcolato il ritardo al millesimo di secondo e stimato così la distanza Terra-Luna. Addirittura nel caso della missione Apollo 17 che è stata sul nostro satellite per quasi due settimane sono riusciti a stimare l’eccentricità dell’orbita lunare.
Questa notizia sarà un brutto colpo per coloro che affermano che tutto lo sbarco sulla Luna è stato una montatura; ma sono sicuro che troveranno qualche scusa per spiegare come mai ci sia esattamente questo ritardo. Molto più triste notare che l’italica stampa non abbia nemmeno sprecato una riga per dare la notizia nelle loro sezioni scientifiche. Non è nulla di trascendentale, d’accordo, ma un lavoro come questo mostra come usare la matematica (assolutamente di base) e l’intuito permettono di arrivare a risultati assolutamente non banali; sarebbe uno spot perfetto, se solo fosse noto alla gggente.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-25 09:31

È questione di proporzioni

Avrete sicuramente sentito tutti le diatribe contro AIG, che dopo essersi vista arrivare 170 miliardi di dollari di aiuti federali statunitensi ha dato 165 milioni di dollari di bonus ai suoi impiegati.
Giusta o sbagliata che sia la cosa, prima di tutto bisogna vederla nella giusta prospettiva: xkcd ha disegnato una vignetta che lo spiega molto bene. Visto che noi non siamo abituati a confrontare grandi numeri, non riusciamo a vedere al volo che c’è un fattore mille di differenza tra gli aiuti e i soldi ridati via: insomma qualcosa non certo eticamente bello ma che in fin dei conti non cambia molto i risultati. E come mostra xkcd, non ci voleva nemmeno molto per farlo vedere in pratica!

Ultimo aggiornamento: 2009-03-21 12:41

Lapalissianismi

[Nel 2008 il debito italiano è cresciuto]
[Bankitalia:debito record nel 2008]
[Bankitalia: nel 2008 il debito italiano è cresciuto]
Il Corsera ci fa sapere con un titolone che “nel 2008 il debito italiano è cresciuto”. Repubblica concorda: “Bankitalia:debito record nel 2008”. Persino Il Giornale lo dice:
“Bankitalia: nel 2008 il debito italiano è cresciuto”.
Ora, che io sappia il debito italiano è sempre cresciuto, almeno dagli anni ’70 in poi: quando si parla di “crescita” senza dire nulla si pensa al valore assoluto. Quello che quest’anno è anche cresciuto è il rapporto debito/PIL, che è salito al 105,8% rispetto al 103,7% del 2007. Questa è la vera notizia, mentre quella dei titoloni è una non-notizia: però sembra impossibile far capire la differenza, qualunque sia l’orientamento politico del quotidiano. L’unico (e uno doveva anche sperarlo) che ha indicato correttamente la cosa è stato Il Sole – 24 ore, come potete vedere qui sotto: “Bankitalia: il debito pubblico è salito al 105,8% nel 2008”. Un pignuolo potrebbe chiedersi “al 105,8% de che?”, ma non esageriamo!
[Bankitalia: il debito pubblico è salito al 105,8% nel 2008]

Ultimo aggiornamento: 2009-03-13 15:02

forte aumento!

[quante piratesse!]
Martino Fornasa mi segnala questo articolo di Repubblica – motori, nel quale si legge che le donne piratesse della strada sono “in forte aumento”: infatti nel 2008 sono state 22 contro le 9 dell’anno precedente.
Peccato che l’articolo affermi specificatamente che le 22 piratesse del 2008 sono pari al 9% delle 249 persone identificate, mentre le 9 del 2007 sono l’8.5%. In pratica, quello che dice l’articolo è che l’anno scorso sono state identificate molte più persone che in quello precedente, e che la percentuale di donne è praticamente costante. Giusto per dire: 22 su 249 è l’8.8%, mentre se ce ne fossero state 21 si sarebbe già scesi all’8.4%. Un forte aumento, nevvero? Se una singola persona cambia il trend, forse sarebbe meglio dire che la percentuale resta costante… ma allora come si farebbe a dire “donna al volante, pericolo costante”?

Ultimo aggiornamento: 2009-03-11 11:58

ora legale

Questa notiziola rappresenta un’eccezione nella categoria “povera matematica”: per una volta c’è un’affermazione corretta che in genere viene sempre taciuta.
D’accordo, Luigi Bignami si dimentica di dirci che il suo articolo è scopiazzat… ehm, surrettiziamente tradotto dallo Scientific American. Ma non stiamo parlando della deontologia giornalistica. La frase che ci interessa è questa, della Commissione per l’Energia della California: «L’aver allungato di 15 giorni il periodo di ora legale nel nostro Stato, non ha portato ad alcun beneficio, in quanto l’anno scorso il risparmio di energia è stato dello 0,2%, ma è un dato che ha un margine d’errore dell’1,5%»
Mi pare importante dare un grande risalto a questa affermazione, perché mette alla luce una verità che in genere viene messa sotto il tappeto: che cioè i numeri statistici devono essere sempre presi con beneficio di inventario, per quanto possiamo essere attenti a ricavarli. Già quando i valori sono certi non si può essere del tutto sicuri: ad esempio il registratore di cassa di un negozio può dire che a febbraio si è ricavato come media giornaliera meno che a marzo, ma ci possono essere stati mille fatti esterni (magari marzo ci sono stati cinque sabati e il nostro negozio fa più affari il sabato…) che disturbano i risultati. Non per nulla in certi casi si fanno le medie destagionalizzate. Ma se dobbiamo anche fare delle stime, gli errori si sommano agli errori e quindi sarebbe sempre giusto aggiungere il margine di errore. Accontentiamoci che per una volta è stato fatto, e facciamolo notare!

Ultimo aggiornamento: 2009-03-09 19:07

Del ditin non v’è certezza

Come dovreste sapere, Paolo Guzzanti non vuole il sistema di votazione parlamentare con le impronte digitali, e oggi parla di nuovo della cosa con dovizia di particolari.
Non entro nel merito delle sue argomentazioni, se non per aggiungere che anche il metodo proposto da lui per verificare i pianisti ha un tempo assolutamente improponibile per il votificio delle sezioni Montecitorio e Palazzo Madama; mi preme di più notare il ragionamento “matematico” della sua affermazione sulla verifica delle impronte digitali «E sapevate che non c’è mai la certezza? Sì, avete letto qualche libro giallo.» Un’affermazione così è assolutamente naïf.
È infatti vero che il controllo delle impronte digitali, come quello del DNA, non dà certezze, non fosse altro che perché non c’è la possibilità di fare una verifica a tappeto ma vengono fatti controlli a campione e si cerca un certo numero di coincidenze; questo significa che “un’impronta digitale può appartenere a più persone”, se mi concedete un’affermazione non corretta ma che rende l’idea. (Se non me la concedete, sostituite a quella frase la seguente: “Esistono più persone le cui impronte digitali sono compatibili con un’impronta data”) Ma questo è (statisticamente sempre più) vero col crescere dell’insieme di persone di riferimento con cui si controlla l’impronta. In questo caso abbiamo poche centinaia di persone, e le probabilità di errore si riducono enormemente.
Per darvi un’idea di quello che succede, immaginate di avere un foglio di carta dove sono posti a caso un certo numero di punti; il vostro test consiste nel posizionare un cerchietto sul foglio, e verificare se il cerchietto racchiude all’interno un solo punto. Se i punti disegnati sono pochi, la cosa funziona bene: magari il cerchietto non ne racchiude nessuno, ma è molto improbabile che ce ne siano due così vicini da stare entrambi nel cerchietto. Ma se ce ne sono moltissimi, allora la cosa cambia eccome. Morale: ricordarsi che alcune statistiche migliorano con l’aumentare del campione, altre peggiorano.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-05 17:18

Fortuna che a destra non sanno fare i conti

Leggo sulla Stampa che “Sono italiani sei stupratori su dieci”, come dice il Viminale. Se questi dati fossero veri, immaginando che la popolazione immigrata sia il 10% di chi vive in Italia, ciò significherebbe che i cittadini stranieri hanno sei volte più probabilità di essere degli stupratori rispetto a quelli italiani. Se non ci credete, fate un conto spannometrico: 54 milioni di italiani contro 6 di non italiani, 6 stupratori contro 4. Non credo che un ragionamento siffatto possa penetrare nei cervelli dei rondaioli, ma tant’è.
Poi è da vedere se nell’elenco degli stupratori sono state inserite le violenze in casa: immagino proprio di no, visto che altrimenti i dati sballerebbero di molto; o almeno lo dovrebbero fare, anche se non lo si può dire senza avere dei dati disaggregati. Mai fidarsi delle statistiche… soprattutto se non vi dicono come sono state fatte!

Ultimo aggiornamento: 2009-02-24 15:24