Archivi categoria: povera_matematica

Quanto latte! (di bufala, in effetti…)

Sara mi ha spedito stamattina questo snapshot dalla homepage del Corsera. Come potete leggere, abbiamo un traffico (legalissimo, intendiamoci…) di latte di bufala congelato che viene spedito dal Brasile alla Campania per fare le mozzarelle. Solo che 170 milioni di tonnellate al mese sono un po’ troppe, se uno ci pensa su. Supponendo che da 10 litri di latte si ottenga un chilo di mozzarella, ogni italiano dovrebbe mangiarne dieci chili al giorno, tutti i giorni; e non credo vengano tutte esportate. Il testo dell’articolo, per la cronaca, parlava correttamente di 170 tonnellate al mese: è stato proprio il titolista web a esagerare un poco.
Il bello è che qualcuno se n’è accorto; peccato che abbia eliminato il “tonnellate milioni” ma non il “di”, e così il risultato finale non griderà vendetta al cospetto del dio della matematica, ma si sposterà a quello della grammatica…

Ultimo aggiornamento: 2010-07-29 12:21

chilometro e mezzo quadrato

[chilometro quadrato e mezzo]
S. mi ha fatto notare due erroracci numerici in un articolo dei miei amici del Post, quello sui cinque peggiori disastri ambientali in corso. Il primo (indicare 20 tonnellate l’anno invece che venti milioni) lo faccio passare come svista, anche se non si dovrebbe; ma il secondo è molto più grave. Sì, il disastro relativo è sicuramente più grave, ma pensiamo anche ai disastri matematici.
L’isola di plastica che si è formata nell’Oceano Pacifico sarebbe infatti composta da «46 mila pezzi di plastica per chilometro e mezzo quadrato». Visto che roba? Un miglio quadrato viene fatto pari non a un quadrato di un chilometro e mezzo per lato, ma a un “chilometro e mezzo quadrato”. Confondere le misure lineari con quelle di superficie è un erroraccio da matita blu.
Ciò detto, aggiungerei che non ha un gran senso parlare di “chilometro e mezzo quadrato” (o “due chilometri e mezzo quadrati” per amor di pignoleria). O si lascia l’unità di misura originale “miglio quadrato”, correndo effettivamente il rischio che molti dei lettori non se ne facciano un’idea, oppure si scala all’unità di misura nostrana e si scrive “11500 18500 pezzi di plastica per chilometro quadrato”. Lo so, col numero più piccolo la situazione sembra meno grave, ma non è che ci si possa fare molto :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-19 17:45

fanno sbagliare i conti già ai piccoli

[ore accorciate] S. mi segnala un articolo a pagina 2 del numero odierno di Popotus (la parte di Avevnire dedicata ai ragazzi).
Come vedete, tra le 14 e le 24 ci sono ben dodici ore. Come, voi direte, ma 24-14 non fa 10? Beh, sì: ma forse, essendo appunto Popotus dedicato agli studenti, si considera l’ora di cinquanta minuti…

Ultimo aggiornamento: 2010-07-15 16:07

Circa il 3,23%

La differenza tra numeri esatti e numeri approssimati continua ad essere la grande assente. Repubblica ci fa sapere come i siti porno sono pericolosi: non perché a farci le seghe diventiamo ciechi, ma perché ci sono trappole informatiche varie che possono infettare i nostri PC Più precisamente (molto più precisamente), dopp avere osservato 269.000 siti il risultato è questo:

«Secondo gli studiosi, circa il 3,23% di questi siti pullula di trappole informatiche come adware, spyware e virus e quasi tutti adottano tecniche criminali per tenere i visitatori “agganciati” alla pagina.»

Già io ho dei dubbi a mettere come percentuale un numero così preciso come 3,23%, e avrei scritto 3,2% o meglio ancora “un sito su trenta”. Ma perché circa? c’è forse un paio di dozzine di siti su cui i ricercatori non sono proprio sicuri e allora si sono voluti parare le spalle? (lo 0,01% di 269.000 è 26,9)
Devo solo dire che questa volta non è colpa dell’articolista di Repubblica, che si è limitata a tradurre parola per parola quanto scritto nientemento che dalla BBC:

«About 3.23% of these sites were booby-trapped with adware, spyware and viruses. Many others used “shady” practices to keep visitors onsite.»

Insomma, l’iperapprossimazione si sta espandendo a macchia d’olio!

Ultimo aggiornamento: 2010-06-19 07:00

quanta acqua in meno!

Leggendo il titolo di questo articolo del Corriere (“Negli oceani c’è meno acqua di quanto si pensasse finora“) sembrerebbe di trovarsi di fronte a chissà quali catastrofi. E anche leggendo l’articolo, con la mancanza pari a “500 volte quella dei Grandi laghi dell’America settentrionale”, si direbbe che stiamo arrivando a un disastro.
Ma leggendo meglio si capisce che le nuove stime danno un valore di acqua negli oceani pari allo 0,3% in meno di quanto si credesse fino ad ora. Guardiamo le cose oggettivamente: fino alla scorsa settimana pensavamo che negli oceani ci fosse una parte su tremila in più, l’equivalente di una pipetta rispetto a un litro d’acqua. Vi sembra così preoccupante?
La cosa a mio parere più incredibile è che i risultati della ricerca – che cioè i fondali oceanici sono molto più accidentati di quanto si credesse fino ad ora – sono interessanti per conto loro, e la nuova stima della quantità d’acqua negli oceani poteva giusto rimanere come curiosità finale. Invece no: i numeri fanno sempre paura, e quindi li si sbatte im prima pagina.
Aggiornamento: (14:50) Come Anónimo mi fa notare nei commenti, io sono un povero matematico che ha scritto “una parte su tremila” invece che “una parte su trecento“. Per i curiosoni, la colpa potrebbe essere stata il pensare ai tre millilitri per litro: perlomeno l’esempio della pipetta dovrebbe essere corretto (ok, è una pipetta molto grossa visto che quelle da medicine vanno da 0,5 a 1 ml, ma accontentatevi)

Ultimo aggiornamento: 2010-05-24 12:07

decuplicato (con l’inflazione)

[decuplicato?] Nel numero odierno di Italia Oggi c’è un articolo dedicato al Fatto Quotidiano, che racconta di come il giornale in poco più di sei mesi di vita abbia avuto un successo incredibile, che ha enormemente moltiplicato il valore delle quote dei lungimiranti fondatori.
Ma forse c’è qualcosa che non va: leggendo il ritaglio si scopre che l’investimento iniziale è attualmente decuplicato, ma le cifre dicono che da 600mila euro si sarebbe giunti a 60 milioni, il che significa il centuplo. Aggiungendoci “l’eternità” avremmo un’ottima citazione evangelica, ma forse è un po’ troppo pretendere tutto quell’utile da un povero piccolo quotidiano, no? La cosa peggiore è che Italia Oggi dovrebbe essere un quotidiano economico; poi ci si chiede perché l’economia vada a rotoli.
(grazie a Luca Conti per la segnalazione!)

Ultimo aggiornamento: 2010-04-30 15:23

Minzolini e il milione di telespettatori in meno

[un milione di telespettatori in meno?]
Repubblica pubblica in pompa magna un articolo sull’esodo di telespettatori dal Tg1 minzoliniano. Il titolo non lascia adito a dubbi: “Alle 20 perso un milione di spettatori”. Poi uno legge l’articolo e scopre un po’ di cose:
– le statistiche sono state calcolate su un periodo di cinque anni (Mimun, tre anni di Riotta, Minzolini) e i dati sono specificatamente calcolati rispetto al primo anno della gestione Riotta, senza che noi poveri lettori possiamo sapere cosa era successo in quei tre anni. Per quanto ne sappiamo, il calo può essere costante nei tre anni, o addirittura – anche se non ci credo – la gestione Minzolini potrebbe avere portato una crescita. (È improbabile che Riotta abbia aumentato gli ascoltatori durante la sua gestione, perché allora avrebbero fatto i conti sull’ultimo anno)
– non c’è nessun puntatore ai numeri delle statistiche. Questa non è una scoperta: i quotidiani italiani sono certo abbiano un codice condiviso che vieti loro di mettere un qualunque link che permetta al lettore di farsi un’idea in prima persona. Si sa, potrebbe scoprire che non vale la pena leggere i pastoni premasticati.
Perlomeno i conti tornano: uno share del 27% con 7 milioni di telespettatori significherebbe 26 milioni di spettatori complessivi, proprio come il 31% del 2006 con 8 milioni. Però questo significa ancora poco, soprattutto se non si sa cosa hanno fatto i diretti concorrenti :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-04-16 07:00