Archivi categoria: povera_matematica

mischiare pere con mele

Mi scrive Bistecca:
«Dal “Fatto Quotidiano” di oggi (30/9), pagina 6: “Il prezzo medio della benzina e’ di 1,754 euro; l’accisa interviene per 0,728 centesimi e l’Iva per i restanti 0,304. Senza le imposte la benzina costerebbe 721 centesimi al litro.”
C’è qualcosa che non mi torna. Se l’accisa intervenisse per 0,7 CENTESIMI sarebbe trascurabile, su 1,76 EURO. O no? Ragionevolmente, l’autore ha scritto “centesimi” mentre invece i valori di accisa e IVA erano sempre in euro. Alla fine, 721 CENTESIMI non farebbero 7,21 euro? (Evidentemente voleva dire 0,721 EURO/litro…)
Infine: (1,754-(0,728+0,304)) non fa 0,722?»

Andiamo con ordine: per i curiosi, il testo completo è qui, tra l’altro. Evidentemente il giornalista ha dei problemi non solo con le unità di misura (i 721 centesimi che appunto sarebbero sette euro e rotti…) ma anche con il fatto che si possono avere zero euro e qualcosa. Scrivere 0,728 centesimi non ha nessun senso: né lo avrebbe se pensassimo che intendesse “zero euro e 728 centesimi”. Visto che il prezzo al litro della benzina viene indicato con tre cifre decimali e non due – ancorché non so quale leggina imponga alle aziende petrolifere di rendere la terza cifra diversa dalle altre due, da cui i tabelloni leggermente scuriti – al più avrebbe dovuto dire “zero euro e 72 virgola 8 centesimi”, concetto probabilmente troppo complicato. Peccato che sia il povero lettore a doversi rifare tutti i conti, ringraziando sentitamente il giornalista.
E il millesimo di euro che manca? Ah, lì la cosa è semplice: un errore di arrotondamento, come si evince da questa pagina. Essendo quelli calcolati dei valori medi, ci saranno quasi certamente altre cifre dopo la terza decimale, e magari i valori effettivi sono
1,754, 0,7282, 0,3044 (l’ultimo l’ho calcolato rispetto al primo, per la cronaca). Se ora si fa la sottrazione, abbiamo 0,7214 euro/litro che si arrotondano appunto a 0,721. Ho come il sospetto che nel mansionario di un giornalista non sia contemplato il verificare le sottrazioni che copia in giro :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-09-30 15:12

48182

Un mio conoscente su Facebook ha postato stamattina uno status in cui si lamentava della “stupidità” dei quiz telefonici sulle reti Mediaset, con associata canzoncina idiota “chiama 48182”. Domanda e risposte di esempio: “quale bevanda si ottiene dal luppolo? birra / aranciata”. Lui terminava dicendo “o pensano che la gente sia così idiota da rispondere aranciata oppure i 10.000 € in monete d’oro che promettono non esistono!”
Il mio punto di vista è quasi diametralmente opposto. “Quasi” perché concordo su “pensano che la gente sia così idiota”. Il fatto è che rispondere a questi quiz, come si può leggere sul sito Internet, significa accettare di fare un abbonamento a 24.20 euro al mese, anche se è oggettivamente vero che il regolamento permette di partecipare anche se ci si disiscrive. Ora il montepremi del concorso è fisso, qualunque sia il numero di partecipanti. Ergo, è matematicamente logico che convenga che il numero di partecipanti sia il maggiore possibile. E secondo voi, se i quiz fossero troppo difficili la gente parteciperebbe? Come vedete, la matematica (in questo caso la teoria dei giochi a livello base) permette di capire la logica dietro qualcosa a prima vista idiota.
P.S.: l’azienda che gestisce il tutto, D2, non ha un sito molto ampio. Però il fatto che la sede sociale sia in via Cesare Lombroso è molto da LOL…

Ultimo aggiornamento: 2013-07-17 12:18

13 litri

Massimo Manca mi segnala questa rassegna fotografica di Repubblica, dove un granchio gigante da tre metri e mezzo di apertura “zampale” è stato messo in un acquario speciale, pieno di quasi… 13 litri d’acqua (fredda, per non cuocerlo).
Non ci vuole una grande scienza a calcolare che se il granchio è 3,5 metri per diciamo mezzo metro, l’altezza dell’acqua per arrivare a 13 litri è circa… un centimetro, il tutto senza nemmeno lasciare lo spazio per muoversi. Non ci vuole nemmeno molto – basta fare una ricerchina in rete – per capire che Repubblica, assieme a tanti altri siti, ha semplicemente copiato il comunicato Ansa: un po’ di lavoro in più e si scopre anche che la notizia originaria parla di «A special aquarium with 12,750 liters of cold water». Posso capire che qualcuno si confonda e non si accorga che la virgola nei paesi anglosassoni serve per dividere le migliaia; non posso però capire come uno non si accorga che tredici litri sono nemmeno nove bottiglie d’acqua da un litro e mezzo.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-03 21:21

quanti gradi!

[una virata a 360 gradi] Pietro mi segnala questo articolo della Gazzetta del Sud che inizia con uno dei classici topoi del giornalismo che ha paura dei numeri: una “virata a 360 gradi”.
Basta pensarci un attimo e il concetto di virata a 360 gradi fa subito venire in mente quello di “inversione a O”: però bisogna appunto pensarci su, e non far partire immediatamente il neurone che si è attivato al pensiero di frasi tipo “le indagini sono condotte a 360 gradi” – frase questa che ha indubbiamente un senso, almeno se si vogliono escludere interventi divini o infernali e quindi ci si limita a indagini sul piano.
Kudos a Pietro per essersi immediatamente accorto della frase!

Ultimo aggiornamento: 2013-05-22 10:02

niente probabilità bayesiana, siamo inglesi

Per una volta non punto il dito contro gli italiani; la storia che vi racconto, presa da qui, riguarda un tribunale inglese. In un processo d’appello, gli avvocati dell’imputato, tra le altre cose, rigettarono le conclusioni del giudice di primo grado, che stabilì che un incendio era divampato a causa di un mozzicone di sigaretta: per il giudice la causa era sì improbabile, ma molto meno improbabile delle altre cause possibili. L’appello è stato rigettato per altri motivi, ma il giudice di secondo grado non ha ritenuto ammissibile quanto indicato dal suo collega: cito in particolare una frase incriminata.

«A volte il “bilancio di probabilità” standard è espresso matematicamente come “50% e più di probabilità”, ma questo può portare con sé il pericolo di pseudo-matematica, come l’argomento ha dimostrato in questo caso. Nel giudicare se le ragioni per credere a una derivazione particolare di un evento sono più probabili che le ragioni per non crederlo, il processo non è scientifico (anche se può ovviamente comprendere una valutazione di prove scientifiche); esprimere in termini percentuali la probabilità che un evento sia successo è illusorio.»

David Spiegelhalter, che ha scritto quel post, ha spiegato il concetto che sta dietro a quell’affermazione in poche parole: «Io insegno l’approccio bayesiano agli studenti postdoc che frequentano il mio corso a Cambridge ‘Statistica bayesiana applicata’, e così ora dovrò dire loro che tutta la filosofia dietro il mio corso è stata dichiarata illegale da una Corte d’Appello. Spero che non gli dispiaccia.»
L’approccio bayesiano non è in effetti semplicissimo da capire, soprattutto se uno si trova davanti la formulaccia relativa; prima o poi mi dovrò decidere a spiegarlo in maniera magari non formalmente corretta ma più comprensiile. In due parole, però, il tutto si riduce a partire da una stima e applicare l’evidenza dei fatti per togliere i casi che con la nuova conoscenza si dimostra essere impossibili; esattamente quanto è stato definito “illusorio” dal giudice in questione. Io mi diletto a parlare di temi legali, ma poi accetto le spiegazioni di chi di quei temi è esperto; perché un giudice non può fare lo stesso?

Ultimo aggiornamento: 2013-03-11 07:00

horror vacui

Ieri e oggi la pagina milanese delle lettere al Corriere ospita due interventi di persone che si sentono disturbate dal fatto che ATM non ha affatto pensato a rinominare la linea M5, che finalmente verrà inaugurata il prossimo 9 febbraio, in M4: prima di vedere circolare un treno sulla M4 aspetteremo se va molto bene altri due anni, e in questo lasso di tempo “tutti ci rideranno dietro”.
È chiaro che i numeri hanno poteri magici, e questo salto di numerazione potrebbe avere delle serie ripercussioni sulla sanità mentale di molti. Mi chiedo però come facciano questi molti a non sentirsi altrettanto sbalestrati notando che le linee tranviarie milanesi sono attualmente numerate 1, 2, 3, 4, 5, 7, 9, 12, 14, 15, 16, 19, 23, 24, 27, 31, 33. Peggio ancora, la 31 è relativamente recente: eppure ATM non ha pensato a denominarla 6 per ovviare almeno in minima parte alla parcellizzazione dei numeri di linea… Ma forse mi sono perso le accorate lettere di protesta che sicuramente vennero spedite anche allora.
(per i diversamente umoristi: i numeri di linea sono delle semplici etichette, e non hanno alcuna necessità di essere consecutivi)

Ultimo aggiornamento: 2013-02-01 11:25

trent’anni? non proprio

Repubblica lo scrive nel titolo: «Stipendi, crescita ai minimi dal 1983». Il Corsera pure: «Salari, aumento ai minimi dal 1983». La Stampa addirittura titola «Gli stipendi ai minimi da trent’anni». Libero? non parliamone. «Stipendi fermi e prezzi al rialzo»
Ora, non è che le cose siano rose e fiori: il risultato del 2012 è il peggiore dal 1995. Ma non per la ragione indicata da tutti i giornali! L’aumento nominale degli stipendi non ha alcun senso, se non lo si mette in rapporto con l’inflazione. È la differenza che conta, non il valore assoluto. Però volete mettere la cifra tonda della differenza di anni?

Ultimo aggiornamento: 2013-01-28 19:55