L’algebra di Ezio Mauro

Andrea mi segnala questa frase dall’editoriale odierno di Ezio Mauro su Repubblica (grassetti miei):

«Tutto questo ha accentuato la fragilità congenita del ministero, forte dalla cintola in su (per il buon credito di Enrico Letta in Europa), debole in Italia per la gestione troppo prudente di una somma algebrica dei veti incrociati in una maggioranza spuria, con il minimo comun denominatore come risultato.»

Domanda: secondo voi Mauro sa di cosa sta parlando?

Ultimo aggiornamento: 2014-02-14 16:32

14 pensieri su “L’algebra di Ezio Mauro

  1. .mau.

    @ivo: beh, no: non si possono sommare algebricamente (cioè sommare e sottrarre, a seconda che siano positive o negative) i veti, che per definizione sono tutti negativi: i veti si sommano, o più tecnicamente si fa l’unione. Puoi fare la somma algebrica delle proposte, ma non dei veti. “Minimo comun denominatore” può forse passare, se non ci si accorge che in genere è un numero grande (anche se essendo a denominatore rende le cose piccole)

  2. Ivo Silvestro

    Non mi ero accorto che a essere sommati sono solo i veti, per cui hai ragione. Comunque per rispondere alla tua domanda iniziale: no, Mauro non sa di cosa sta parlando

  3. Daniele

    (non sono un matematico ma) la tua considerazione andrebbe bene se Mauro parlasse di “veti”, ma noto che lui invece parla di “veti incrociati”, che significa “posizioni contrapposte”: da una parte si pone il veto ad una certa compagine di Governo, (accettandone una seconda), dall’altra parte si accetta quella prima compagine, e si pone il veto sulla seconda. Quindi da una parte si pone il veto al governo “x”, e dall’altra al governo “-x”, con possibili posizioni più articolate, essendo il governo composto da vari ministri: “io non voto un governo senza Tizio e Caio, con Sempronio”; “io non voto un governo senza Tizio, Caio e Sempronio”; io non voto un governo con Tizio, senza Caio e Sempronio”; io non voto un governo se non ci sono Tizio, Caio e Sempronio” (ergo “io voto un governo con Tizio, Caio e Sempronio”). I veti incrociati sono questi, che quindi sono costituiti da fattori positivi e negativi di valore differente, e non tutti dello stesso segno: perché non ci sta la metafora della somma algebrica?

  4. Wilson

    Avrei detto che i veti si moltiplicassero (veto = 0, non veto = 1)
    Il minimo comune denominatore mi pare invece molto calzante (a significare il fatto che in Italia abbiamo spesso coalizioni tra partiti primi tra loro), ma temo sia semplicemente una svista tra [massimo] comun denominatore e minimo comune multiplo. Certo che usare proprio quello come esempio di intersezione sa molto di latinorum

  5. .mau.

    @daniele: si vede che tu fai il giurista. Per me, “veto incrociato” significa semplicemente “A non vuole B, B non vuole C, C non vuole A”.
    @wilson: stai facendo lo stesso errore che ho fatto io fino a un’ora fa: non esiste il massimo comun denominatore ma il massimo comun divisore

  6. camillo

    In effetti “massimo comun divisore” sarebbe il concetto più adatto a quello che si vuole esprimere, ma quella parola “massimo” emotivamente è contrastante con l’effetto che si vuole ottenere e la metafora funzionerebbe male. “Somma algebrica” funziona bene per me invece, cercando di combinare i desiderata di tutte le parti infatti si ottiene il nulla.
    Io francamente non prenderei in giro Mauro, in fondo quel che ha scritto trasmette il concetto che intendeva e nel linguaggio comune questo è l’obiettivo, non la precisione formale dei linguaggi specialistici, dove le parole hanno un senso diverso. L’importante è non usare in modo approssimativo termini che hanno (anche) un senso rigoroso per fingere oggettivita in malafede, ma non mi pare questo il caso.
    Ma in fondo io sono un fisico :)

  7. Mauro

    Politicamente uno può anche essere d’accordo con Mauro (cognome non nome), dipende dalle proprie idee.
    Ma matematicamente è chiaro che lui (come il 99% degli italiani del resto) non ha la minima idea di cosa significhino le espressioni che usa. E questo non dipende dalle proprie idee.
    Saluti,
    Mauro (nome non cognome)

  8. anna

    Prima di usare metafore ci si dovrebbe quantomeno informare sul significato e in questo caso sulla coerenza del linguaggio… Ezio Mauro non sa di cosa si sta parlando.

  9. camillo

    @Mauro: questo tipo di approccio aggressivo non ci rendera’ piu’ simpatici e non ci fara’ guadagnare nulla di utile, io t’avviso ;)

  10. un cattolico

    @camillo: però sicuramente più simpatici del matematico più noto in Italia oggigiorno: se togliamo la sua rubrica di Le Scienze, tutte le altre sue sortite pubbliche (da “attivista” ateo) gli sono valse al più la presidenza onoraria nell’UAAR!
    Potete solo che migliorare l’immagine del matematico…

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