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Il mondo alla rovescia

In questi giorni (a dire il vero, il mio collega francese dice che da loro e in Germania se ne parlava già da almeno una settimana) si sta parlando anche da noi degli elenchi di evasori fiscali che sono usciti fuori dal Liechtenstein. Devo dire che stamattina scoprire che il titolone di Libero era “La lista del Liechtenstein – FUORI TUTTI I NOMI” mi ha stupito non poco, ma poi leggendo il sottotitolo tutto è diventato più chiaro: «C’è un elenco di presunti evasori italiani che hanno depositi all’estero. È in mano a Visco, ma il sospetto è che la sinistra lo usi per scopi elettorali. Per questo va subito pubblicato».
Ora, possiamo seguire il ragionamento di Alessandro Gilioli, che squarta amabilmente quell’editorialistone di Oscar Giannino che cerca di convincere il lettore che “chi fa la spia non è figlio di Maria” (i termini usati sono “è vera barbarie” e “è profondamente immorale”, ma spero mi perdoniate questa chiosa) e fa un peccato molto più grave di chi, poverino, è stato costretto a portare i soldi all’estero perché le banche italiane fanno schifo.
Però vorrei portare all’attenzione di lorsignori un altro punto. Sicuramente tutti quei soldi sono stati portati all’estero seguendo scrupolosamente tutte le leggi italiane, e senza dubbio, se davvero i nomi spuntassero fuori ad esempio nella settimana prima del voto e ci fossero dei maggiorenti politici, costoro potrebbero avere dei problemi. Però una soluzione c’è, e non è nemmeno così difficile da trovare. Quei galantuomini ingiustamente additati come evasori possono fare coming out, e portare oggi al pubblico le prove dell’innocenza dei loro conti esteri. E anche se proprio così innocenti non fossero, come Feltri fa astutamente notare, chi vuoi che se ne ricorderà dopo quaranta giorni?
Aggiornamento (15:40) Sono proprio un maître à penser! Guardate chi si ispira alla mia prosa!

Ultimo aggiornamento: 2008-02-28 11:39

Com’è difficile la vita di un senatore!

Viviamo in un mondo difficile. I quindici minuti a testa di popolarità pronosticati da Andy Warhol finiscono troppo in fretta, un po’ come gli stipendi dei lavoratori dipendenti. Così ieri abbiamo dovuto assistere a un fatto tragico. No, non la prima giornata del Festival di Sanremo: parlo di Fernando Rossi, senatore ex Pdci e fondatore / demiurgo / leader della lista “Per il bene comune” che si è incatenato alla statua di Garibaldi all’interno di Palazzo Madama. Motivo? Il suo movimento / partito / quel che l’è non è stato esentato dal presentare le liste per le prossime elezioni, visto che la leggina “liberi quasi tutti” prevedeva che l’esenzione fosse solo per i gruppi attualmente rappresentati da due persone, e lui sta facendo tutto da solo.
Su una cosa il Fernando – non lo chiamo Rossi perché è un cognome troppo comune e lui non è certo persona comune – ha ragione, in effetti: quella leggina è una porcatina, perché allarga artificiosamente le esenzioni, epperò fa una liberalizzazione col braccino corto. Diciamo che io costringerei tutti i partiti partitini e partitucoli a cercare le firme, almeno poi risparmieremmo sulla carta per fare le schede elettorali. Ma affermare che nessuno abbia mai parlato di lui, con tutto il casino che ha fatto in questi due anni, mi pare piuttosto azzardato. Non è che gli venga in mente che la magari gente lo conosce, ma non ha nessuna voglia di riaverlo, nelle migliori tradizioni del frazionamento atomico delle particelle… ehm, dei partiti di sinistra?
P.S.: devo dire che i senatori leghisti sono meglio di quanto pensassi: nessuno si era mai messo a fare qualche scherzo alla statua del loro nemico Garibaldi.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-26 10:35

Che bello, definire le regole

Io mi chiedo sempre perché uno deve guardare gli spettacoli del Bagaglino, che non sono altro che delle brutte copie della realtà.
Ieri Uolter Weltroni aveva detto che il PD non avrebbe candidato persone condannate in via definitiva. Gianfranco Fini, pensando forse che tutti i condannati di AN se ne sono già andati con Storace, ha ripreso l’idea anche per il PdL. Che poteva fare allora Sandro “James” Bondi? Poteva forse restare al palo? Mannò, figuriamoci. Solo che in politica non si può semplicemente copiare, ma bisogna sempre rilanciare. Quindi, con squilli di trombe e fanfare, il nostro bel faccione ha affermato a gran voce “Puah, dilettanti! Noi del PdL non candideremo nemmeno gli inquisiti!”
Prima che qualcuno potesse chiedersi come avrebbero fatto a completare le liste, Bondi si è affrettato ad aggiungere «esclusi naturalmente quelli che, come sappiamo, hanno un’origine di carattere politico[*]». Presumo che con questa clausoletta potrebbero persino candidare Anna Maria Franzoni, dove è chiaro che il caso di Cogne è stato tutta una montatura mediatica perché la signora ha lo stesso cognome della moglie di Prodi e quindi le si voleva impedire di seguire la propria vocazione politica per il partito che rappresenta davvero gli italiani. D’altra parte, perché mai il PdL si chiama “Popolo delle libertà?
La cosa più triste di tutto questo cinema è che io per principio considererei il semplice fatto di essere inquisito assolutamente irrilevante. Sono addirittura abbastanza garantista da non volere impedire la candidatura, nemmeno con il Porcellum, a persone condannate in primo grado per corruzione, anche se credo che una persona con un minimo di serietà si farebbe da parte di suo per cercare di dimostrare la propria innocenza… ma mi sa che il garantismo per alcuni sia a senso unico con obbligo di svolta a destra.
[*] Di per sé non dovrei mettere il virgolettato, perché ho modificato la citazione di rep.it. Però non ce la faccio proprio a scrivere “un’origine” senza apostrofo.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-22 10:30

ancora sui Savoia

Pensavo che le dieci righe che avevo scritto fossero sufficienti. Invece ho visto ieri che La Stampa ha dedicato alla visita pagina 2, pagina 3, pagina 4 e pagina 5. Niente male, anche se è vero che le altre notizie del giorno erano bazzecole tipo l’approvazione della Finanziaria.
Continuo a non capire il motivo di tutto questo, né perché i giuggioloni avrebbero dovuto passare da Carl’Azeglio. E che ha fatto di male, poveretto?
Vabbé. Viva l’Italia!

Ultimo aggiornamento: 2014-04-21 16:42