Archivi categoria: politica

giovani? ma che gggiovani?

Ieri Pierluigi Bersani ha rilasciato questa dichiarazione: «L’altro giorno ho detto che Berlusconi è un disco rotto, ora dico che è un Cd rotto, così mi faccio capire anche dai giovani».
“Un cd rotto” lo capiscono i quarantenni. Già per i trentenni la metafora corretta è al limite “un MP3 che ba-ba-balbetta”; i ventenni immagino che pensino a uno streaming in loop. Se questa è l’idea di giovani che ha il PD, è chiaro che non vinceranno mai le elezioni.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-16 10:01

illegittima procrastinazione

Io sono tendenzialmente favorevole al principio del legittimo impedimento. Paradossalmente lo ritengo addirittura più logico nel caso di procedimenti penali non direttamente collegati agli atti legislativi di un qualche ministro. Ritengo anche che la norma sia incostituzionale, però: nessuna contraddizione, ma la semplice constatazione che ponendo in essere una disuguaglianza tra cittadini dovrebbe essere votata come legge costituzionale.
Detto questo, non riesco a capire il vantaggio del PresConsMin. Col legittimo impedimento i tempi di prescrizione si congelano, e quindi non si possono fare le solite manfrine di giustifiche dell’ultimo momento. La posizione dell’imputato viene stralciata, e quindi è più facile arrivare a una sentenza per gli altri imputati: se la sentenza è di assoluzione tanto meglio per tutti, ma altrimenti resta una spada di Damocle. L’unico risultato pratico sembra insomma nascondere sotto il tappeto i problemi e spostarli di qualche tempo; anche il salvacondotto Alfano bis che dovrebbe arrivare come legge costituzionale non può fare altro che spostare i tempi, ma non annullerà nulla. L’unica cosa che mi può venire in mente è che il PresConsMin pensi di restare vita natural durante al governo, morire durante una riunione del Consiglio dei Ministri e quindi non aver più da preoccuparsi della giustizia terrena: però non riesco a crederci. Insomma, cosa c’è sotto secondo voi?

Ultimo aggiornamento: 2010-03-11 10:55

Forma e sostanza

Vi sarete accorti che per tutta la scorsa settimana Formigoni ostentava sicurezza dicendo che, anche ammesso che per le loro firme la forma non fosse corretta, la sostanza lo era. Insomma, la sostanza è più importante della forma.
Non vi sarete però probabilmente accorti che la sentenza del Tar che ha riammesso il listino Formigoni non ha affatto guardato alla sostanza ma solamente alla forma; come avevo parafrasato l’altro giorno, la ragione della riammissione è stata “La Corte d’Appello aveva già ammesso la lista; quindi il ricorso altrui non poteva essere considerato valido per rifiutarla successivamente”. Non ve ne siete accorti perché Roberto, pur avendolo fatto dire ai suoi avvocati, si è guardato bene dal declamarlo in conferenza stampa. Si vede che ha ancora un minimo di pudore.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-09 07:00

Fatemi capire

I pasticciacci del centrodestra in queste regionali erano tre: la lista PdL a Roma, il listino Formigoni in Lombardia, il listino Polverini nel Lazio.
L’ultimo è stato sanato prima che venisse promulgato il decreto salvaliste; il secondo è stato sanato col Tar che è stato bene attento a dire “noi l’abbiamo fatto indipendentemente dal decreto salvaliste”; il primo non è stato sanato nonostante il decreto salvaliste.
Senza entrare nel merito: perché diavolo hanno fatto questo decreto, allora? E dobbiamo dire che Nappy ha fatto tutta melina perché sapeva cosa sarebbe successo? Sono cose troppo complicate per un povero piccolo matematico quale io sono.
Aggiornamento: (9 marzo) c’è un’altra cosa che non ho capito. Il dispositivo del Tar dice che (b) visto che il ricorso è stato fatto prima del decreto e (c) le liste al tempo non c’erano, allora non può essere accolto; ma tanto (a) il decreto non serviva a nulla perché la legge regionale prevale sulla nazionale (e Bossi sarà contento). Però l’ordine non è b-c-a, ma appunto a-b-c. Che senso ha?

Ultimo aggiornamento: 2010-03-08 20:35

Appeasement

Io non seguo la linea di Di Pietro; non credo che la firma del decreto salvaliste possa configurarsi come alto tradimento. Napolitano, come tutti i presidenti della Repubblica di cui io abbia memoria diretta – insomma da Pertini in poi – segue la propria via istituzionale. Non che io creda – come Nappy ha detto tra le righe – che Berlusconi sarebbe andato avanti anche senza decreto: deve sapere anche lui che una cosa del genere non sarebbe stata accettata nemmeno da metà dei suoi.
Detto questo, avendo studiato un po’ di storia contemporanea so fin troppo bene dove si arriva in questo modo.
(però mi sono sbagliato anch’io. All’estero di queste nostre cose se ne strafregano)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-08 13:43

se a destra fossero furbi

Nonostate gli strepitii di Ignazio La Russa, è ben difficile riuscire a trovare un cavillo legale per riammettere la lista romana del PdL alle regionali del Lazio. D’accordo che il partito fin dal suo nome si arroga la libertà di fare quello che gli pare, ma se la legge dispone un termine ultimo tu a quel termine ultimo ti devi attenere. Se io pago le tasse un giorno in ritardo non è che possa portare in piazza un po’ di persone per evitare le sanzioni, no?
Tenuto da parte il caso del listino Polverini in Lazio almeno fino alla pubblicazione del ricorso, resta la situazione lombarda. A quanto pare, il PdL avrebbe anche bisogno di un pallottoliere, visto che ha affermato di avere presentato 3935 firme mentre ce n’erano soltanto 3628 (tutto questo lasciando stare per il momento la validità dei timbri non tondi). Che può fare la destra, se effettivamente le firme non valide non lo sono per ragioni sostanziali e non formali?
Come sempre, ci sono varie opzioni. Far finta di niente e ammettere lo stesso la lista per decreto, come Massimo Franco sul Corsera vorrebbe, mi sa che porterebbe a sollevazioni non solo in Italia ma anche all’estero, perché sarebbe davvero in spregio alle regole. Potrebbero tentare di fare una sanatoria generale, ammettendo tutte le liste che si sono presentate ma non hanno portato abbastanza firme, come ad esempio i radicali (che in Lombardia avrebbero corso da soli): formalmente garantista per tutti, nella sostanza un provvedimento sfacciatamente di parte.
Resta un’ultima ipotesi: non ammettere il listino Formigoni, ma accettare le liste ad essa collegate, che per legge sarebbero automaticamente escluse. Certo, è una modifica in corsa alla legislazione (nazionale, tra l’altro, visto che la Lombardia non ha mai promulgato una legge regionale per disciplinare le elezioni); però onestamente mi pare corretto che gli elettori possano votare per i candidati di PdL e Lega, le cui liste sono state correttamente presentate. Cosa succederebbe a questo punto? Si può presumere che la destra non avrebbe il governatore e nemmeno il premio di maggioranza – i sedici candidati del listino; però nel proporzionale avrebbe una maggioranza tale da rendere difficile se non impossibile la governabilità della regione, e quindi si arriverebbe forse già l’anno prossimo a nuove elezioni… dove Roberto Formigoni potrebbe ricandidarsi, visto che un giro l’ha saltato. Un anno di blocco istituzionale farebbe male alla Lombardia, ma che ci volete fare?
(ah sì, immagino che in questo caso PdL e Lega impugneranno subito l’elezione di Errani a governatore dell’Emilia, visto che anche lui, come Formigoni, è ineleggibile. Fanno solo bene, ma è una misera rivincita)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-04 09:14

impedito

L’impedito è naturalmente il nostro PresConsMin; illegittimamente impedito, secondo i giudici di Milano che hanno sentenziato che il Consiglio dei Ministri di ieri non era una buona scusa per non essere in aula, visto che è stato indetto dopo che ci si era messi d’accordo per le date delle udienze.
Inutile dire che Berlusconi riteneva invece questo CdM urgente e imprescindibile: in fin dei conti, il Ddl anticorruzione (poi dicono che l’umorismo di destra non esiste…) era stato rimandato troppe volte, e non si poteva certo aspettare. Sono certo che già questa settimana sarà calendarizzato, non dico in aula ma almeno in commissione. Detto questo, com’è che a nessuno venga in mente che l’unico caso in cui la giustificazione te la scrivevi tu era a scuola dopo che diventavi maggiorenne?

Ultimo aggiornamento: 2010-03-02 12:33

La politica del fare (quel <BLIP> che si vuole)

Il PresConsMin è sconcertato per quanto accaduto a Roma la scorsa settimana (per chi aveva cose migliori da fare e non si è accorto di nulla: la lista PDL della provincia di Roma non è stata ammessa alle regionali laziali perché chi doveva consegnare le liste ha lasciato il proprio posto ed è ritornato ben dopo la chiusura ufficiale delle presentazioni). Per la cronaca, il candidato governatore Renata Polverini si trova comunque con sette liste collegate: Alleanza di centro, La Destra, Partito Pensionati, Renata Polverini presidente, Rete Libera Sgarbi, Udc e Udeur. Insomma, non è che dal punto di vista della coalizione cambi molto, se non che l’elettore berlusconiano quadratico medio non troverà il Suo nome nella scheda e potrebbe pertanto andare nel panico.
Ma quello di cui vorrei parlare è altro. Lo “sconcerto” per il prevalere della burocrazia non è altro che il solito spregio delle regole che gli altri rispettano, pur spesso piagnucolando (noticina per Marco Cappato: è davvero convinto che se ai tg avessero detto che i comuni devono autenticare le firme di presentazione allora ci sarebbero state frotte di cittadini ad accapigliarsi per dare loro sostegno? Per il partito più elitista, i cui elettori sono in gran parte sull’internette?). Al PdL no. Le regole valgono appunto solo per i perdenti: loro si appellano al “buonsenso” (loro) per fare quello che (loro) ritengono essere le vere cose importanti per lor… ehm, per noi. Temo purtroppo che – come capita spesso – la voce grossa servirà a qualcosa, e la lista PdL riapparirà miracolosamente. Ma l’Italia è questa qua (cit.).

Ultimo aggiornamento: 2010-03-01 10:24