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Vogliono proprio farsi imbavagliare?

Repubblica, ma anche La Stampa e il Corsera, danno ampio spazio alla festicciola / festino / spettacolo folcloristico a cui avrebbe partecipato il nostro PresConsMin mentre era in visita ufficiale in Brasile.
So what? Se io sono interessato a questo tipo di notizie vado a comprarmi Novella 2000, che me lo tratta anche meglio. Capisco che l’italico maschio – e fors’anche l’italica femmina, visto che la cosa continua imperterrita – sbavi per la colonna morbosa dei nostri quotidiani; ma se a Berlusconi queste cose piacciono e non salta nessun meeting ufficiale per sollazzarsi la scelta è solo e unicamente sua.
Il peggio è che poi “notizie” come queste sono perfette come testa d’ariete per convincere l’opinione pubblica che è giusto imbavagliare la stampa; e questo sì che mi dà fastidio.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-02 14:20

Ma che gli è preso a Nappy?

Sono convinto, come credo la maggior parte degli italiani che si sono accorti della storia, che la promozione di Aldo Brancher da sottosegretario alle Riforme a ministro non-si-sa-bene-a-che-cosa non sia dovuta a uno scatto di anzianità ma sia stata un regalino del PresConsMin in modo che A.B. potesse invocare il legittimo impedimento e non essere interrogato nel processo Antonveneta in cui è imputato.
Detto questo, il comunicato odierno del Quirinale è assolutamente anticostituzionale. Lo cito in toto, visto che tanto è breve.

A proposito dell’incarico di ministro senza portafoglio all’on. Brancher
Nota
In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina a proposito del ricorso dell’on Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento, si rileva che non c’è nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l’on. Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio.
Roma, 25 giugno 2010

Per prima cosa, notate l’ironia: “Ho letto sui giornali una cosa e mi preme far notare che”. Questa non può essere del sacco di Napolitano. Non gli crederebbe nessuno. Cossiga sì che era capace di dire queste cose con una faccia da poker, anche se probabilmente avrebbe scritto in prima persona. Ciampi avrebbe forse fatto qualcosa del genere, ma non si sarebbe mai nascosto dietro la scusa “l’ho letto sul giornale”. Ma Napolitano no. Un funzionario PCI, per quanto della corrente migliorista, non è geneticamente in grado di essere ironico.
Ma passiamo al merito: la legge sul legittimo impedimento non parla affatto di ministri con o senza portafoglio; l’articolo 1 comma 2 dice semplicemente «Per i Ministri l’esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo, costituisce legittimo impedimento, [omissis]». Ma se anche non fosse così, Napolitano non avrebbe alcun titolo per fare una constatazione del genere; sarà anche il capo del CSM, ma questi sono giudizi che deve dare il giudice. Prassi vuole ormai che il Presidente della Repubblica dica in maniera più o meno ufficiosa cosa pensi delle varie leggi e leggine, ma scrivere una nota del genere non si era mai visto.
Considerato che formalmente questa nota non è contro Berlusconi ma che tutti la vediamo tale, che è successo al presidente più silente della storia della Repubblica Italiana? Dobbiamo preoccuparci che una qualche entità aliena si sia impossessata di lui?

Ultimo aggiornamento: 2010-06-25 23:12

antiPorcellum

Libertà e Giustizia propone una raccolta di firme per una legge popolare che cancelli l’attuale legge elettorale e ci faccia tornare a quella precedente (il Mattarellum). Occhei, la pagina inizia con la barzelletta del mese («La presidenza di Libertà e Giustizia lancia un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché si impegnino a restituire al cittadino il potere previsto dalla Costituzione di eleggere propri rappresentanti alla Camera e al Senato»: chi glielo fa fare a tutti i parlamentari a tornare da un parlamento nominato da cinque persone a uno dove l’elettore può scegliere?). Occhei, sappiamo tutti che una proposta di legge popolare serve a poco o a nulla, visto che il Parlamento può farne quello che vuole… e inoltre vedi sopra. Però se LeG mettesse su un banchetto andrei anche a firmare, per asserire il mio punto di vista.
Ma la raccolta di firme online no. Mi spiace, ma quella non serve davvero a nulla, se non ad autocompiacersi.

Ultimo aggiornamento: 2010-06-23 12:14

Zaia e l’inno di Mameli

Con tutti i problemi che abbiamo, non riesco proprio a capire perché mettersi a piangere perché il governatore veneto Zaia non ha fatto suonare l’inno di Mameli all’inaugurazione di una scuola (o l’ha fatto suonare solo dopo Va’ pensiero, cosa che a questo punto dovrebbe essere ancora peggiore).
L’inno di Mameli non è ufficiale, non c’è nella Costituzione, e ci ricordiamo che esiste solo quando ci sono le partite della Nazionale; una volta ci si lamentava perché i calciatori non lo conoscevano (come se fossero in tanti gli italiani che saprebbero cantarlo), ora ci si lamenta perché sembra che il momento dell’inno sia diventato simile a quello del giuramento a militare, dove invece che “lo giuro” si urla di tutto, da “l’ho duro” (in tema…) a “paguro”. Io lo so cantare, la marcetta non mi dispiace nemmeno, ma non lo sento come una roba “che fa l’Italia”. Più che altro, bisognerebbe spiegare ai legaioli che l’inno verdiano è tanto carino ma non c’entra una cippa né con l’Italia né con una ipotetica Padania, a meno che uno non sia stato deportato a Lamezia Terme o giù di lì e sia convinto che il nostro Paese sia stato riunificato dai Borboni. Scegliessero La canzone del Piave almeno avrebbero una giustificazione storico-geografica (tralasciando tutti i terroni che furono mandati al fronte nord-est, chiaro)
Ma io spero sempre in un atto di bontà degl Elii; se donassero alla nazione La terra dei cachi perché ne venisse fatto l’inno ufficiale avremo finalmente qualcosa di cui essere fieri.

Ultimo aggiornamento: 2010-06-14 11:53

macché uguaglianza!

A quanto pare Viviane Reding ha deciso di usare il pugno di ferro e costringere Sacconi a innalzare immediatamente (beh, tra un anno e mezzo invece che sette anni e mezzo) l’età pensionabile per le donne nel comparto statale dai 60 anni attuali ai 65, come per gli uomini.
Io avevo già parlato della cosa a suo tempo, e resto sempre della stessa idea. Il punto non è che le donne, andando in pensione prima, fossero svantaggiate: già da parecchio tempo hanno la possibilità di prolungare volontariamente il loro lavoro fino a 65 anni. Ufficialmente la sentenza della Corte Europea nacque per la disparità a sfavore degli uomini, tanto che era stato detto “se volete, potete anche permettere agli statali maschi di andare in pensione prima; per noi è lo stesso”.
Io sono come sempre dietrologo, ma credo che questa improvvisa accelerazione sia banalmente dovuta alla volontà (non so se della Commissione, del governo italiano che così può dare la colpa a qualcun altro, o di entrambi) di far vedere che loro sì che pensano a fare qualcosa contro la crisi finanziaria europea. Bah.

Ultimo aggiornamento: 2010-06-08 12:35

“Colui che era ritenuto un dittatore”

Non c’è nulla di male se Silvio Berlusconi decide di fare una citazione di Benito Mussolini, che tanto come sappiamo è stato un primo ministro inferiore a lui. Diciamo che è un modo simpatico per non far pesare la sua superiorità.
Non c’è nulla di strano se Silvio Berlusconi – che come sapete è uno che se avesse le tette farebbe anche l’annunciatrice televisiva – si lamenta dell’impossibilità di fare quello che vorrebbe.
Però quello che mi ha colpito è come il nostro PresConsMin ha definito il Duce: “Colui che era ritenuto un dittatore”. Questo significa che lui evidentemente non lo ritiene tale: se non ci credete, provate a cambiare la sua frase in “Era un dittatore, ma…” e notate come il senso fili perfettamente.
A questo punto mi domando cosa dovrebbe fare per lui un dittatore: tagliare la testa a tutti come la Regina Rossa in Attraverso lo specchio?

Ultimo aggiornamento: 2010-05-28 10:20

permesso di soggiorno a punti

Non vedo nulla di male a chiedere a uno straniero che voglia ottenere la cittadinanza italiana di conoscere la nostra costituzione, di sapere parlare decentemente italiano, di seguire le nostre leggi. È vero che molti dei miei connazionali verrebbero bocciati, ma per loro fortuna da noi lo ius sanguinis è sufficiente per ottenere la cittadinanza.
Però ho parlato di cittadinanza, non di permesso di soggiorno. E invece il Consiglio dei ministri ha preparato l’ennesimo progetto di legge di iniziativa governativa: il permesso di soggiorno a punti. Credevo che fosse chiara a tutti la differenza tra vivere in una nazione ed essere parte della nazione: evidentemente mi sono sbagliato.

Ultimo aggiornamento: 2010-05-21 15:37

Mara Carfagna

Bisogna dire che in due anni il ministro Carfagna ne ha fatta di strada. Intendiamoci: c’è stato un momento in cui Paola Concia sembrava pappa e ciccia persino con la Binetti, quindi non è detto che non sia in gran parte merito dell’onorevole del PD; però i risultati iniziano ad esserci.
Come a suo tempo mi ero lanciato contro il “ministro delle Impari Opportunità”, adesso è doveroso apprezzare questa correzione di rotta, che la rende una mosca bianca nel governo attuale (come lo sarebbe stata in molti dei precedenti). Chissà, magari prima o poi uscirà anche una proposta per le unioni omosessuali…

Ultimo aggiornamento: 2010-05-18 13:55