Archivi categoria: politica

Pisapia e l’abbraccio a MEB

È stato interessante vedere le critiche da sinistra – pardon sinistre – a destra (nel senso di PD) alla foto che mostra l’abbraccio tra Giuliano Pisapia e Maria Elena Boschi durante la festa milanese dell’Unità.
Non riesco a capire però cosa ci sia di così strano. Quello che Pisapia vuole fare è rimettere insieme i cocci del centrosinistra, e a parte le battute è ovvio che tra questi cocci c’è anche il PD. Di avere un gruppetto di duri e puri e ultraminoritari non se ne fa nulla; ergo, deve fare da pontiere. Possiamo dire che una simile strategia è velleitaria e non funzionerà mai (è ciò che io penso) ma non possiamo etichettarla come un dietrofront o peggio.

Ultimo aggiornamento: 2017-07-24 16:39

Disfatta

Adesso diranno che però hanno riconquistato Lecce e Padova. Ma resta un fatto: Genova è passata alla destra, così come Sesto San Giovanni, la ex-Stalingrado d’Italia (quantunque in effetti anche in Russia oramai…). Nemmeno ai pentastellati, cosa che avrebbe potuto far dire “sì, ma la destra ha voluto votare contro di noi”. A Radio Popolare sentivo la candidata sindaco lamentarsi che il problema era nazionale. Palle. Quella di Genova era una sconfitta annunciata, lo sapevo persino io che a Genova non ci vivo. Tutt’al più il problema è anche nazionale, ma se sul territorio ci fosse gente tosta il risultato sarebbe stato diverso.
Quello che è successo è che l’elettorato di centrosinistra se ne è stato a casa, perché non vedeva nessun vantaggio ad avere un sindaco formalmente dei loro. (Quelli di sinistra se ne sono stati a casa, ma tanto contano come il due di picche con briscola cuori). Vedremo cosa succederà al Nazareno :-)

Ultimo aggiornamento: 2017-06-26 09:58

Elezioni amministrative 2017 (primo turno)

Come sempre, io non riuscirò mai a capire nulla di politica, però mi diverto a commentare i risultati delle elezioni. Cosa è successo a questo giro? Beh, tante cose. Abbiamo per esempio scoperto che M5S non riesce più, almeno a livello locale, a coagulare i voti di protesta, quelli che ancora l’anno scorso avevano permesso loro di andare ai ballottaggi e poi vincere sfruttando il “voto contro” (l’eccezione era stata Roma: ma lì Paola Taverna aveva capito tutto quando sbottò che c’era un complotto degli altri partiti per perdere e lasciare governare loro). In assoluto i voti al M5S, almeno nei grandi comuni, sono comunque ancora parecchi: forse il caso più interessante è quello di Genova, dove il candidato ufficiale ha preso il 18%, il transfuga dopo cinque anni di consiglio il 5% scarso e la ex M5S che aveva vinto le comunarie ma era stata sconfessata dal Vate si è fermata all’1%, dimostrando come nonostante tutti questi anni M5S non sia ancora riuscito a creare una classe politica votabile dai simpatizzanti, che si limitano a mettere la crocetta sul simbolo. L’unica eccezione è stata Parma, con Pizzarotti che ha mostrato come affrancarsi conviene.

I non-voti al moVimento sono finiti in parte tra gli astenuti e in parte al centrodestra, che essendosi spesso presentato unito ha surclassato il centrosinistra; vedremo ai ballottaggi, ma secondo me le cose resteranno così. All’interno della destra la Lega poi surclassa Forza Italia, ma quello probabilmente lo sapevamo già. In definitiva, possiamo ora stare certi che non ci saranno elezioni anticipate, e secondo me non si cambierà nemmeno legge elettorale: alla fine il Consultellum farà schifo, ma è il più sicuro per tutti :-)

Ultimo aggiornamento: 2017-06-12 11:20

Sbarramenti

Siamo di nuovo arrivati al tormentone sulla soglia di sbarramento di una legge elettorale proporzionale. 5%, come vorrebbero i partiti grandi? 3%, come vorrebbero i partiti piccoli?
Premesso che io sono più amante del maggioritario puro, perché almeno sai davvero per chi voti, a inizio mese avevo già scritto che il Rosatellum (metà maggioritario e metà proporzionale, ma senza gli scorpori del Mattarellum) poteva essere un buon compromesso. Ma per l’appunto in quel caso non era stata definita alcuna soglia di sbarramento. Certo, senza sbarramento si rischia una frammentazione della composizione del Parlamento in mille partitini. E allora? Forse che in questo Parlamento non c’è stata una frammentazione? In questo momento alla Camera ci sono undici gruppi parlamentari, più il misto dove confluiscono coloro che appartengono a partiti e movimenti troppo piccoli per raggiungere la soglia di 20 deputati. La quantità di onorevoli che hanno lasciato il partito con cui sono stati eletti è enorme. Visto che per quanto mi riguarda (come anche per la Costitzione…) un parlamentare ha tutti i diritti di cambiare casacca, il risultato finale sarebbe comunque quello di fare rassemblement che si scioglieranno subito dopo il voto; e magari mi toccherebbe votare per uno di essi e contribuire a fare eleggere qualcuno che non avrei mai votato. A questo punto non è più semplice evitare questi mischioni e lasciare libertà di aggregarsi solo tra simili?

Ultimo aggiornamento: 2017-05-30 11:48

La legge elettorale proposta da YouTrend

Quando stamattina ho visto che YouTrend ha preparato una proposta di legge elettorale (occhei, l’ha proposta due settimane fa, ma non è che io sia sempre sul pezzo) mi sono detto “sarà la solita schifezza”. Poi sono andato a leggerla e mi sono dovuto ricredere.

Nella loro proposta, in entrambe le camere si vota metà con il maggioritario e metà con il proporzionale: 309 collegi alla Camera e 154 al Senato. I primi sono anche stati presentati, i secondi che io sappia no. La scheda sarebbe unica, simile a quella delle elezioni del sindaco nei grandi comuni: in ogni collegio sono indicati i candidati all’uninominale, con le liste collegate, e quelli al proporzionale. Non esiste nessun concetto di scorporo: l’unico “passaggio di voti” si ha se si indica solo una preferenza di lista nel qual caso il candidato uninominale corrispondente prende il voto, mentre non è vero il viceversa (un voto solo a un candidato uninominale non viene assegnato a nessuna lista); è anche possibile il voto disgiunto. Nella parte uninominale vince chi prende più voti, non c’è il doppio turno; in quella proporzionale si ha un proporzionale puro su base nazionale alla Camera (metodo Hare, quindi quozienti interi e i seggi non assegnati vanno a chi ha i resti più alti) e su base regionale al Senato (Hare modificato, perché occorre aver avuto almeno un seggio come quoziente per accedere alla ripartizione dei resti).

La “dimenticanza” che io vedo nella proposta è il non avere esplicitato l’impossibilità di candidarsi in più collegi nella parte proporzionale (e magari anche in un maggioritario, giusto per fare l’en plein). Per il resto, mi pare un buon compromesso per tenere insieme una rappresentanza popolare con un’attenzione al territorio. Che il tutto funzioni in pratica in un contesto fondamentalmente tripolare non lo so, ma tanto non è che le altre alternative siano così migliori… a meno naturalmente che non si scelga il modello “enorme premio maggioritario a chi arriva primo”. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2017-05-02 10:37

Trump e i missili

Al momento l’unica cosa che comprendo è che Donald Trump ha dato l’ordine di lanciare una carica di missili contro la base aerea siriana di Al Shayrat, senza chiedere l’ok al Congresso.
La cosa mi preoccupa non tanto perché non saprei dire chi sono i “buoni” e chi i “cattivi” – in quel contesto mi pare che la cosa più semplice da fare sia chiamarli tutti cattivi – quanto perché non riesco affatto a capire la logica dietro tutta la successione di eventi, dall’attacco iniziale con le armi chimiche a questa risposta. La mia sensazione è che le notizie che si leggono dicono tutto e il contrario di tutto, e la cosa mi disturba: lo so che la verità non è mai da una parte sola, ma in questo caso mi pare ce ne siano troppe di verità.

Ultimo aggiornamento: 2017-04-07 10:51

In difesa del ministro Poletti

Tra i ministri del governo Renzi-Gentiloni, Poletti non è forse tra i migliori. Beh, diciamo che l’applicazione del metodo Cencelli a una coalizione un po’ raffazzonata in un tempo storico in cui si privilegia l’apparire al fare non ha dato risultati eclatanti. Ma a parte le litoti, Poletti assurge spesso agli onori della cronaca per le sue uscite, e ieri è successo di nuovo: tutti a lamentarsi su Facebook per il suggerimento del ministro di giocare a calcetto (con le persone giuste) per trovare lavoro anziché studiare. Sarebbe stata la rovina per quelli come me che odiano il calcio: mi veniva quasi da chiedere se potevo almeno passare alla pallacanestro.

Poi stamattina a Radio Popolare ho sentito esattamente cosa ha detto, e non è esattamente così. Poletti ha rimarcato una cosa che è ovvia non solo in Italia ma anche all’estero: più che i curricula, il “rapporto di fiducia” che è alla base del rapporto di lavoro lo si trova giocando a calcetto. Come vedete, lo studiare non entra proprio nel discorso, e immagino sia dato per scontato. D’altra parte tutti coloro che si lamentano delle frasi di Poletti non hanno che da andare a fare e vincere un concorso, dove non contano né il calcetto né i curricula.

Alla fine del servizio radiofonico, però, ho forse capito la ragione di tanto odio. Nel campo politico si solo lamentati i transfughi PD (che hanno trovato lavoro cominciando a fare i portaborse) e i pentastellati (che l’hanno trovato scrivendo a beppegrillo™). Nemmeno loro giocavano a calcetto.

Ultimo aggiornamento: 2017-03-28 09:22

Flixbus e decreti

Leggendo la storia dell’emendamento antiFlixBus ho scoperto varie cose:
– in Puglia ci sono quattro senatori del gruppo Conservatori e Riformisti su venti in totale: se si pensa che il partito è una costola fuoriuscita da Forza Italia si può immaginare cosa fosse la Forza Italia locale.
– il Decreto Milleproroghe è una simpatica usanza italica, che fa il paio con la Lotteria Italia che è più o meno dello stesso periodo: quando si arriva a fine anno ci si accorge che tante cose non sono state fatte e quindi le si proroga per decreto. E questo potrebbe ancora andare. Peccato che tra il decretare e l’approvare ci sia il mare di emendamenti che evidentemente aggiungono cose che prima non c’erano, come in questo caso.
– In commissione (quindi con relativamente pochi deputati) si riescono a fare cinque versioni di un emendamento fino a che non l’ultima viene accettata (per stanchezza?). Possibile che nessuno si sia chiesto il motivo di queste riformulazioni?

Infine: io sono pigro, ma non c’è nessuno che abbia tirato fuori i testi delle cinque differenti versioni? Credo che sarebbero molto interessanti.