Archivi categoria: 2025

i miei pipponi del 2025

Donaldo ci tiene proprio

Ho capito perché Trump voleva a tutti i costi che la tregua tra Israele e Hamas (l’ottava pace nella sua presidenza?) fosse firmata domenica scorsa: il comitato che assegna il Nobel per la pace ha preso la sua decisione lunedì mattina.
D’accordo: quel Nobel l’ha preso persino Obama (e non sapete quanto mi costi concordare con Rampini…) Ma darlo a qualcuno che ha fatto sua la massima “si vis pacem, para bellum” – vedi ICE e le truppe della Guardia Nazionale nelle città dem – mi sembra esagerato. E lo so che anche Berlusconi avrebbe tanto voluto il Nobel per la pace, ma mi pare che Trump ne sia davvero ossessionato. Non vorrei essere nei panni dei norvegesi tra qualche ora, dopo l’annuncio dell’assegnazione…

Viva san Francesco

Io sono anzyano. Quindi la scuola per me cominciava il primo ottobre, san Remigio, e per evitare che ci stancassimo subito il 4 ottobre stavamo a casa perché era san Francesco. In realtà ho scoperto che quella di san Francesco non era una festa vera e propria ma una solennità civile: i privati lavoravano tranquillamente, erano solo gli statali che avevano l’orario corto (e nel caso della scuola MOLTO corto…) Comunque nel 1977, quando si sono tolte le festività per l’appunto soppresse, anche le solennità civili hanno seguito la stessa fine.

Ora il Parlamento, con una fretta incredibile e un voto che più bipartisan non si può (due contrari alla Camera: in Senato la legge è passata direttamente in commissione Affari Costituzionali all’unanimità) il 4 ottobre diventerà giornata festiva a tutti gli effetti dal 2026, ottocentesimo anniversario della morte del Poverello. È vero che l’anno prossimo il 4 ottobre cadrà di domenica, ma questo significa che almeno nel privato dovrà venire pagata la giornata.

Leggendo la nota accompagnatrice al Senato, scopro che già dal 2005 il 4 ottobre era considerato, oltre che solennità civile, anche come giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse. Questo ci fa già capire che probabilmente stavolta non c’è nessuna ingerenza della Chiesa, che festeggia già da decenni la giornata mondiale della pace a capodanno: ma magari qualcuno voleva ingraziarsi le gerarchie vaticane. Notate anche che l’anno scorso si è ricollocata al 4 novembre la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate (che nel 1977 era stata spostata alla prima domenica di novembre), ma senza effetti civili: insomma si fa la parata e morta lì. Invece per san Francesco no. Come mai?

PS: la ricorrenza del 4 ottobre rimane comunque, nel senso che la legge 1958/132 non è abrogata: semplicemente rimane intitolata solo a santa Caterina da Siena, anch’essa patrona d’Italia ma evidentemente di serie B. Il maschilismo insomma impera.

Odissea UPS

L’altra settimana sono stati spediti ad Anna due pacchi da due aziende diverse ma entrambi con UPS.

Il primo pacco arrivava dal Belgio: a un certo punto le è arrivato un messaggio dicendo che era stato consegnato a un pickup point abbastanza vicino a casa nostra, che faceva anche da money transfer hub. Sabato della scorsa settimana Anna e io abbiamo fatto due passi fino a lì, trovando chiuso il negozio alle 12:15 anche se l’orario di chiusura erano le 13. Il martedì mattina successivo passo di lì alle 9:15, dopo l’orario di apertura: ancora chiuso.

Comincio ad avere qualche dubbio, e scrivo a UPS chiedendo se fossero sicuri che quel negozio fosse ancora in esercizio. Mercoledì mattina mi rispondono dicendo “vi va bene se lo mandiamo a un altro pickup point?” al che dico “ok, confermo”. Giovedì mattina mi arriva un messaggio automatico che mi dice che il pacco è stato rifiutato e se ne ritornerà in Belgio. A questo punto mi attacco al telefono, dribblo il risponditore vocale e finalmente riusco a parlare con una persona in carne e ossa che mi conferma che il pacco è in partenza per il Belgio. Le dico “ma c’è tutto lo scambio di email” e le dico il codice che c’era nel titolo del thread. Lei entra, vede tutto, dice “Ah. Aspetti che chiamo il mio responsabile. Oops, è occupato”. Io avevo una call e le ho chiesto di richiamarmi dopo un’ora, cosa che ha in effetti fatto: la buona notizia è che non essendo ancora stato spedito il pacco l’avrebbero finalmente potuto mandare al secondo pickup point. Arriva il messaggio automatico “the package has been delivered”. Prendo e trullo trullo vado al bar che fa da pickup point. Mi chiedono le ultime quattro cifre della spedizione, gliele do, la barista va a controllare: nulla. A questo punto mi chiede se c’è un numero alternativo. Riprendo la mail, e in effetti c’era un altro numero: finalmente ho il mio pacco.

La storia del secondo pacco è molto più semplice. Arrivava da Esselunga (rectius, Esserbella); qui non è mai arrivata nessuna mail. Anna scrive al servizio clienti Esselunga e riceve una risposta tipo “ah, se non lo sa lei quando arriva come facciamo a saperlo noi?” Telefona piuttosto incazzata al servizio clienti Esselunga, e finalmente qualcuno di là scopre che il pacco era già da mo’ in giacenza, al solito pickup – quello buono, non il primo.

Un pacco può essere stato sfortunato, ma due cominciano a essere una prova. Non è che UPS ha qualche piccolo problema di gestione?

referendum o raccolta dati?

quesito referendario Sull’istanza Mastodon di poliversity.it ho visto che sul sito del ministero della Giustizia ci sono due raccolte firme per referendum: Abolizione pluricandidature legge elettorale per Camera e Senato: ogni candidato in un solo collegio uninominale o plurinominale e Abrogazione del voto congiunto tra candidati e liste plurinominali legge elettorale per Camera e Senato. Tutto bellissimo e almeno per me condisibile. Ma…

La raccolta firme è partita il 18 settembre e deve per legge terminare il 30 settembre. Mentre sto scrivendo (alle 19 del 22 settembre) le due proposte avevano rispettivamente 198 e 203 firme su mezzo milione. I quesiti sono stati raccolti da un’Associazione per la Rappresentanza Voto LibEguale che non ho mai sentito nominare. E soprattutto, leggendo l’informativa privacy sul sito del ministero, ho scoperto che i miei dati personali «saranno, inoltre, comunicati ai seguenti Titolati autonomi del trattamento: […] Comitati Promotori: ai sensi dell’art. 7 della legge n. 352 del 1970, sono titolari autonomi del trattamento dei dati personali dei sottoscrittori per le finalità di esercizio di funzioni pubbliche costituzionalmente rilevanti e garantite».

Ve la prendete con me se non firmo?

Quanto non sappiamo dei nostri figli in rete

Sono sconvolta. Io non conoscevo Charlie Kirk e mio figlio sì. Vedeva i video e li sta commentando qui con me, più informato di me sui temi. La destra e le idee della tecno-destra evangelica estrema sono un’emergenza per il mondo democratico. Hanno le orecchie dei ragazzi. Stamattina ho letto questo tweet di Chiara Degli Esposti. Posso aggiungere la mia personale esperienza con due sedicenni.

Premessa: nemmeno io sapevo di Charlie Kirk prima che venisse ucciso. Cecilia (che era a casa malata) mi ha detto autonomamente “Hai letto di quel tipo che è stato sparato (sic) al collo?” Alla mia controdomanda se lei ne avesse sentito parlare prima ha risposto che aveva visto qualche clip. A Jacopo ho dovuto fare la domanda diretta: anche lui sapeva chi era, ha aggiunto che a lui non piacevano le idee che aveva sull’aborto, ma che comunque non era giusto ammazzarlo (per fortuna…)

Quello che posso dire è che sono ormai vecchio. In passato l’americanismo imperante implicava che conoscevo molte più cose legate agli USA di quante francesi, tedesche o spagnole. Adesso a quanto pare non è più così, o almeno il numero di cose che conosco è minore (non ho fatto una statistica sulle mie conoscenze in genere). Ma quello che mi preoccupa di più è questa polarizzazione della comunicazione. Ai ragazzi le notizie arrivano: magari con un giorno di ritardo, spesso distorte, ma capita che a cena i ragazzi ci chiedano di qualche fatto di cronaca. Se però il mezzo principale sono i dibattiti, come quelli di Kirk, ci allontaniamo del tutto dai fatti, e diventa difficilissimo non dico fare debunking ma anche solo dare un contesto. Su questo abbiamo davvero molto su cui lavorare.

Ultimo aggiornamento: 2025-09-12 19:42

Chiacchiere e distintivi

E quindi è stato riformato per l’ennesima volta l’esame alla fine delle superiori. Meno commissari, così si risparmia. Niente percorsi multidisciplinari, ma quattro materie per l’orale (e mi stupisco non ne vengano poi scelte due, come ai miei tempi). Ma soprattutto… (rullo di tamburi) la Vera Novità: chi farà volontariamente scena muta agli orali sarà bocciato.

Non è che gli esempi riportati dalla stampa quest’estate mi abbiano detto chissà che cosa. Banalmente, mostrano che c’è stata una persona che si è resa conto che uscire con 65/100 oppure 80/100 non avrebbe fatto alcuna differenza, e a questo punto ha deciso di togliersi uno sfizio e arrivare almeno sui giornali, dopo aver contattato un giornalista. Poi c’è stato qualcun altro che ha copiato. Evidentemente nell’esame così congegnato c’era qualcosa che non funzionava, ma il ministro non ha cercato di capire cosa e si è limitato a mostrare il suo distintivo e sanzionare quello specifico comportamento. Mi aspetto ora che qualcuno si preparerà la performance 2026 rispondendo alla prima domanda e poi salutando la commissione (non facendo così scena muta), oppure dando risposte situazioniste a tutte le domande (idem). Il tutto sempre con copertura mediatica, dimostrando che l’unica utilità “soluzione” valditaresca consiste nel fare la conferenza stampa e fregiarsi dei risultati: a pensarci bene, nulla di tanto diverso da quanto hanno fatto quegli studenti.

Ah, sì: ancora due cose. Valditara ha annunciato con Gran pompa che ci saranno 240 milioni per gli stipendi degli insegnanti: peccato che siano una tantum. E l’esame non si chiamerà più esame di Stato, ma… esame di maturità. Il vecchio che avanza.

Prese per i fondelli

Il mio conto corrente è su una banca dove la mia azienda ha una convenzione per cui non pago spese di conto. Ma nonostante tutti gli utili che in questi anni le banche stanno facendo (per dire, l’utile nel primo trimestre della mia banca è stato di due miliardi, il miglior risultato da 14 anni) si vede che la cosa non basta. Però non possono appunto introdurre un canone… e così si sono inventati le “Spese annue per conteggio interessi e competenze”, cioè una formula da applicare (formula teorica nel caso degli interessi, che sono zero). Semplice, no?

Davvero italianità?

L’altro giorno mi è capitato su Twitter un post dell’europarlamentare leghista Anna Cisint, che scrive

«Ho ritenuto doveroso scrivere al Presidente Mattarella per esprimere il profondo disorientamento dell’Unione degli Istriani di fronte all’ipotesi di cessione, nel corso della sua prossima missione in Slovenia, dell’opera d’arte “Madonna con il Bambino”, oggi custodita a Padova. Si tratta di un simbolo identitario per il popolo istriano, che ne rivendica l’appartenenza morale.»

Non sapendo nulla della storia, ho fatto qualche ricerca. La pala del Carpaccio è stata dipinta nel 1518 per la chiesa di San Francesco a Pirano, della Provincia religiosa del Santo, che al tempo corrispondeva ai territori della Repubblica Veneta corrispondenti alle Tre Venezie. Nelle tante divisioni e riunioni dei francescani la chiesa è rimasta ai Frati Minori Conventuali. Arriviamo alla seconda guerra mondiale: come spiega Finestre sull’Arte, la pala viene spostata a Villa Manin a Passariano di Codroipo assieme a molte altre opere. Nel 1943, dopo l’armistizio, le opere vennero restituite ai legittimi proprietari, ma per la pala ciò non fu possibile perché l’Istria era diventata zona di operazione speciale tedesca e le SS avevano imprigionato i frati: a questo punto essa venne lasciata in custodia ai frati minori conventuali a Padova (dal Santo); quando finalmente in Jugoslavia il complesso di Pirano tornò ai frati, la provincia religiosa patavina cominciò a chiedere ai governi italiano e sloveno di poterla far tornare al suo luogo originario, cosa che è avvenuta ora, come raccontano anche i frati dell’attuale provincia del Nord Italia.

Rileggiamo la storia: non ci fossero stati i nazisti in Istria, la pala nel 1945 sarebbe stata a Pirano e lì ci sarebbe restata, a meno che qualcuno degli esuli l’avesse trafugata. Il “valore simbolico” per gli istriani non c’era, tanto che per decenni l’opera era rimasta nei magazzini del Santo. Tutto questo l’onorevole Cisint lo sa? (probabilmente sì, ma la cosa è irrilevante)

Ultimo aggiornamento: 2025-09-04 10:31