Archivi categoria: pipponi

I misteri del copyright

Ho scoperto via xlthlx che un giudice americano ha sentenziato che Sherlock Holmes è nel pubblico dominio, o più o meno. Da quello che ho capito leggendo l’articolo, è nel pubblico dominio la caratterizzazione dei personaggi attraverso le storie scritte da Conan Doyle prima del 1923 (cioè 90 anni fa), ma non è possibile usare le informazioni usate nei libri successici (Conan Doyle morì nel 1930).
Notate la differenza tra il copyright sui libri (che è scaduto con i settant’anni dalla morte dell’autore, almeno in Europa) e il copyright sui personaggi che – almeno per la legge americana – dovrebbe se non sbaglio durare novant’anni. Questo significa che chiunque usasse i personaggi per fare delle nuove opere doveva sganciare soldi alla Conan Doyle Estate Ltd.
Belle cose, vero? Capirei al limite che ci sia per un certo periodo di tempo la possibilità di bloccare sviluppi che vadano contro lo spirito originale dell’opera, ma qua siamo davvero oltre ogni logica :-(

Ultimo aggiornamento: 2013-12-27 19:40

Un clic vale un clic

Ne avevo sentito parlare stamattina, ma non ci avevo fatto troppo caso: poi Carlo Felice Dalla Pasqua mi ha messo con le spalle al muro :-) Che è successo? sembra che Gramellini, non avendo ultimamente copiato nulla di importante, nella sua abituale comparsata a Chetempochefa abbia parlato male del MoVimento 5 Stelle. Giustamente Grillo vuole replicare, e lo fa al suo modo usuale con un video; però il video non può essere visto da chi ha AdBlock abilitato.
Di per sé non c’è nulla di male a farsi dare un po’ di soldini in questo modo, e tanto di cappello a chi ci riesce: io non ne sono mai stato capace. Mi risulta però difficile capire quale sia il vantaggio di difendersi facendo pagare gli altri. Qualcuno me lo spiega?
(p.s.: a quelli che sono già pronti con la tiritera “M5S ridà i soldi del finanziamento ai partiti, ecc. ecc.” ricordo che questi soldi non vanno al moVimento ma direttamente a Beppe Grllo. No, per me non è affatto un problema. Però sono cose da sapere)

Ultimo aggiornamento: 2013-12-23 16:25

Beatles e copyright

A quanto leggo sulla BBC, i Beatles (almeno quelli che rimangono più gli eredi) stanno preparando una compilation “bootleg” di versioni di prova di quanto poi è stato pubblicato nei primi due album, Please Please Me e With the Beatles. Come mai? Semplice. Gli album sono del 1963, e i diritti sulle registrazioni scadrebbero dopo cinquant’anni dalla pubblicazione… a meno che le registrazioni non siano state pubblicate, nel qual caso – grazie a una leggina passata il mese scorso – i diritti durano settant’anni. Notate che non stiamo parlando di diritti di esecuzione: semplicemente diventerebbe legale pubblicare quelle tracce, pagando naturalmente i Beatles perché le hanno suonate.
Semplice, no? È uno dei tanti esempi di Allungamento Perpetuo del copyright, una delle azioni più bieche che si possano fare: una presa per i fondelli pari a quella dell’allungamento dell’età pensionabile. D’altra parte, come scrive Wogblog, la prima raccolta dei Beatles alla BBC apparve solo e unicamente perché in Italia Great Dane pubblicò un cofanetto di nove CD con tutte le registrazioni disponibili… cofanetto che era assolutamente legale perché in Italia al tempo le performance live avevano solo 25 anni di protezione (sì, il cofanetto ce l’ho :-) )
Resta il punto che un istituto come il copyright, nato per proteggere l’autore, è ormai diventato un modo per proteggere la multinazionale. Forse c’è qualcosa che non va.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-16 17:27

prossimo passo HACCP

All’asilo dei bimbi, per tirare su qualche soldino, hanno fatto una vendita di torte et similia fatte da genitori e nonni. Anna ha preparato (degli ottimi) biscotti di vari tipi, li ha impacchettati e infiocchettati, e me li ha consegnati per portarli a scuola.
Sono arrivato, e ho scoperto che mancava qualcosa: la lista degli ingredienti.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-12 11:33

Lavoratori della conoscenza

Immagino che la pubblica amministrazione non possa assumere, e quindi debba trovare risorse (nel senso di persone, non di soldi) in qualche modo. Ecco quindi che il MiBACT (la T sta per “turistici”, non sapevo che fosse stata aggiunta nella sigla del ministero) ha indetto un bando per uno stage per 500 giovani da formare per l’inventariazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano.
Chi può partecipare a questo bando? Virginia ce lo spiega: occorre «Avere meno di 35 anni, una laurea o un diploma di archivistica col massimo dei voti, una qualificazione B2 in inglese», insomma non proprio l’ultimo arrivato (il che mi pare fondamentalmente corretto. L’impegno previsto è «dalle 30 alle 35 ore settimanali, senza successivi obblighi di assunzione»; purtroppo capita anche questo. Retribuzione? 5000 euro. Per dodici mesi. No, non cinquemila euro al mese per un anno: cinquemila euro in tutto.
Leggete per favore il commento di Virginia, perché qua l’unica cosa che posso aggiungere è che posso capire che non ci sono soldi, ma dare la mancetta in questo modo mi sembra solo umiliante.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-09 12:05

Vuoi sapere chi la pensa all’opposto di te?

Lunedì Carlo Felice Dalla Pasqua ha postato su Facebook un articolo di Technology Review, che mostra uno dei tanti usi dei Big Data che si possono fare: trovare persone che hanno i nostri stessi interessi ma la pensano all’opposto di noi su alcuni temi, e farci sapere chi sono.
La logica di per sé non è affatto stupida. Tutti noi abbiamo un filtro più o meno voluto che ci fa cercare le cose più simili al nostro pensiero; d’altra parte non ha nemmeno senso cercare a caso qualcuno con idee diverse, perché probabilmente non avremo nulla in comune e non riusciremo a capire l’altro. Supponendo di essere persone razionali, leggere qualcuno che la pensa in altro modo potrebbe essere utile non tanto per cambiare idea quanto ad esempio per riuscire a chiarirci meglio le nostre idee. Il tutto però mi pare piuttosto improbabile, soprattutto perché il mezzo usato per valutare le “nuvole di parole” è twitter che spinge l’autore verso le massime icastiche e non verso la discussione. Detto in altri termini, è molto semplice trollare su Twitter, proprio perché non c’è una vera conversazione. (Occhei, un bravo troll la conversazione la sfrutta finché possibile: ma allo stesso tempo è più facile sgamarlo se sai cosa guardare).
Insomma, mi pare che l’idea di base sia interessante ma la sua realizzazione pratica necessiti ancora di qualche aggiustamento. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2013-12-04 07:00

cominciano già da piccoli

Il giudice sportivo della Lega Calcio aveva stabilito che le curve dello Juventus Stadium sarebbero dovute restare vuote a causa dei cori razzisti cantati durante la partita con il Napoli. La Juventus ha chiesto di poter fare entrare (gratuitamente) i bambini fino a tredici anni, e la richiesta è stata accolta. Risultato? nuova multa per cori ingiuriosi… dei bambini (che gridavano “merda” al portiere friulano a ogni rinvio).
Chiudere definitivamente gli stadi (e i dintorni) non è proprio un’opzione possibile?

Ultimo aggiornamento: 2013-12-03 14:59

redazionali a pagamento

Mail arrivatami stamattina (dal form, quindi da parte di qualcuno che comunque il blog deve averlo aperto):
Gentile Amministratore,
Sono XY, Online Marketing Consultant per la ZZZ. La contatto riguardo al vostro sito . Rappresentiamo diversi clienti interessati a campagne pubblicitarie e ads on in reputabili siti online.
Siamo interessati a contratti a lungo termine e crediamo sia un’ottima possibilità per entrambi.
La prego di farmi sapere se siete interessati per mandarle al più presto ulteriori informazioni.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione attendendo una sua gentile risposta.

Risposta mia:
No, non sono interessato. D’altra parte, ammesso e non concesso che il mio sito sia reputabile e soprattutto che la parola “reputabile” faccia parte della lingua italiana, la mia reputazione deriva dalla mancanza di pubblicità di qualsivoglia tipo.
A parte lo scempio del vocabolario italiano, il messaggio tecnicamente era un opt-in (diceva che se non rispondevo non sarei stato ulteriormente contattato) e non si può ancora definire spam. Ma mi rimane un’impressione di residuato. Siamo alla fine del 2013. Sono almeno sei-sette anni che ci sono i network di blog e ci sono i blog specializzati, e quelle briciole di pubblicità mirata che arrivano finiscono lì. È già nata, cresciuta e morta l’onda delle recensioni a pagamento. Insomma, se vai alla caccia del blog generalista sei messo davvero male… o no?

Ultimo aggiornamento: 2013-12-02 14:29