Archivi categoria: pipponi

Che succederà in Telecom?

Ogni giorno esce fuori qualcosa di nuovo nella telenovela Telecom (o Tim, se preferite). Cassa Depositi e Prestiti ha annunciato di volere acquistare il 5% delle azioni, evidentemente perché è certa che ci sarà la separazione tra rete di accesso e resto dell’azienda e vuole avere un piede dentro. Oggi Vivendi ha presentato la sua lista di candidati per l’assemblea del 4 maggio (ma ci sarà?), rimettendo la maggior parte di quelli che si sono dimessi per far saltare l’assemblea del 24 aprile (che però magari ci sarà lo stesso, visto che i sindaci hanno puntato il piedino). Nel mezzo io e altri 35.000 – chi finirebbe nella parte di accesso è un po’ più tranquillo – facciamo i vasi di coccio.

Lasciando perdere i casi personali, il problema praticamente ventennale… è che in Telecom non esiste un piano industriale. L’unico tentativo era stato quello di convergenza fisso-mobile proposto da Tronchetti Provera dopo aver fatto cedere gli immobili a Pirelli RE. Il piano ai tempi era perfettamente sensato: peccato che per farlo, invece che fondere Telecom e Tim e quindi formare un’azienda relativamente sana, MTP abbia scelto di comprare Tim facendo fare ulteriori debiti a Telecom (e ottenendo una bella plusvalenza personale, ça va sans dire). Vivendi afferma di avere un piano, ma io confesso di non essere ancora riuscito a capirlo: e soprattutto, rispetto ai precedenti soci di maggioranza relativa, ritiene di poter fare il bello e il cattivo tempo sulle scelte aziendali, cosa che ha fatto improvvisamente svegliare lo stato italiano che prima se ne stava a far finta di niente se non addirittura a remare contro (citofonare Renzi).

Che succederà ora, come scrivevo nel titolo? Boh, non chiedetelo certo a me…

Ultimo aggiornamento: 2020-01-09 21:49

Biglietti del bus a Torino: si sono bevuti il cervello?

Sabato scorso Vittorio Bertola si è lamentato su Facebook dell’ultima trovata della giunta dei suoi ex-colleghi: abolire il biglietto cartaceo per i mezzi pubblici e obbligare ad avere una tessera a quanto pare personale. Leggendo perlomeno la pagina GTT al riguardo mi pare abbastanza chiaro che la tessera è personale; in effetti Bertola si lamenta per i problemi di privacy legati all’innovazione.

Io personalmente ho dubbi di ben altro tipo. A me può capitare di essere a Torino una volta l’anno. Finora non c’erano molti problemi: arrivavo, compravo il biglietto del tram, e andava tutto bene. Ora, a meno che io non riesca a passare a Torino entro il 30 aprile e sperare che quelle gratuite non siano esaurite, da gennaio 2019 dovrei spendere cinque euro per comprare una tessera che sicuramente dimenticherò la prossima volta che tornerò.

Qual è la logica di tutto questo? Non lo so. Per dire, a Milano – a parte che i biglietti cartacei continuano ad esistere, e a parte che la card ricaricabile non è personale – posso comprare un biglietto anche con un SMS. A Torino nulla di tutto questo. Qualcuno sa spiegarmi il perché?

Ultimo aggiornamento: 2018-04-08 19:51

Cartelli telefonici

L’Antitrust si è destata dal suo lungo sonno e ha stabilito la “sospensione cautelare” per i passaggi da 28 giorni a un mese delle bollette telefoniche, con contestuale aumento dell’8,6% del costo dell’abbonamento: secondo l’autorità, c’è stato un cartello tra gli operatori per fare tutti la stessa cosa.

Secondo il mio non informato parere, il cartello potrebbe esserci stato, ma non adesso: il problema è stato il momento in cui le compagnie hanno accorciato la durata delle bollette lasciando lo stesso prezzo, e quindi aumentando in pratica il costo del famigerato 8,6%. A questo giro non c’è stato aumento, perché era già da prima: al limite si può aprire un caso se il numero di minuti e giga non è stato contestualmente ampliato (non so se è stato così oppure no. Diciamo che se io fossi quello che prepara le offerte commerciali, nell’ottemperare al diktat di riportare al mese le bollette avrei contestualmente aumentato del 10% quelle dotazioni, per mostrare che formalmente ho ridotto le tariffe per unità d’uso. Tanto il costo pratico aziendale sarebbe cambiato di ben poco). La mia domanda è insomma: perché l’Antitrust si è svegliata adesso e non quando serviva davvero?

Organismi eterotrofi

Mentre domenica sera l’ascoltavo ripetere la pagina di scienze sul regno animale che doveva studiare, a un certo punto Cecilia si è fermata perché non si ricordava una parola: “eterotrofo”, riferito agli animali che a differenza delle piante devono nutrirsi con sostanze prodotte da altri esseri viventi (animali o piante che siano). Vi assicuro che nel libro c’era un riquadro con quella parola scritta colorata e in grassetto, oltre che con un carattere più grande del resto, perché è evidente che un bambino di terza elementare deve conoscerla a memoria e usarla nella conversazione di tutti i giorni.

Non so se Cecilia si ricorderà del termine e saprà usarlo se interrogata; per quanto mi riguarda, spero di averle spiegato il concetto e che si ricordi quello. Quello che mi chiedo è cosa hanno in testa gli autori di questi libri: mi era già capitato di trovare nomi di fossili della cui esistenza non avevo mai avuto sentore ma che erano belli evidenziati. Poi ci si chiede come mai i bambini non studiano.

ProActiva Open Arms

Ammetto di non aver seguito troppo bene la storia, però c’è un punto che non mi quadra. Non entro apposta in tutta la storia dei campi di concentramento libici: ma è davvero possibile avere un accordo che costringa a consegnare a un’altra imbarcazione persone recuperate in mare mentre si è in acque internazionali?

Ultimo aggiornamento: 2018-03-20 17:01

Il Garante privacy, le segnalazioni e i reclami

Ricordate la mia vicenda – a senso unico, in effetti – con Gianluca Comazzi? Dopo la sua ultima missiva, avevo scritto all’indirizzo indicato nella sua missiva, scrivicomazzi@hotmail.com, chiedendo di essere tolto dal suo indirizziario e chiedendo una risposta ai sensi della legge sulla privacy. Provate a indovinare che è successo.

Passati i quindici giorni di prammatica, ho scritto nel mio miglior burocratese all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, facendo una segnalazione sulla mancata risposta. Forse non sapete che ci sono due diverse modalità di interpellare il Garante: con il reclamo (paghi 150 euro di diritti di segreteria) e con la segnalazione (gratuita: serve a fornire «un eventuale intervento dell’Autorità volto a controllare più genericamente l’applicazione della disciplina rilevante in materia di protezione dei dati personali»). Il Garante ha risposto la mattina dopo: ecco la sua risposta.

Gentile Signor Codogno,
 
in relazione alla Sua e-mail di seguito riportata, Le rappresentiamo che l’interessato, dopo aver correttamente posto in essere la procedura dell’interpello preventivo (esercizio dei diritti ex art. 7 del d. lg. n.196/2003, Codice in materia di protezione dei dati personali) nei confronti del titolare del trattamento del dato e in seguito a mancato o inidoneo riscontro alla richiesta inoltrata, può presentare ricorso al Garante o all’autorità giudiziaria secondo quanto sancito dagli artt. 145 e seguenti del codice medesimo.
 

A tal proposito e per approfondimenti relativi alle modalità per attivare gli strumenti di tutela previsti dal menzionato Codice, rinviamo alla scheda informativa “Come agire per tutelare i nostri dati personali?”, contenente l’illustrazione delle diverse modalità, tra cui il ricorso, previste per rivolgersi al Garante (la scheda è presente sulla homepage del sito www.garanteprivacy.it nella sezione “Diritti e Prevenzione” > “Come tutelare la tua privacy”).

Precisiamo che il previsto pagamento dei diritti di segreteria, dell’ammontare di euro 150,00, può essere effettuato, alternativamente, con le seguenti coordinate:
 

conto corrente presso Banca Popolare di Sondrio – Ag. 26 – Roma – IBAN: IT14 H056 9603 2260 0000 3900 X58 – CODICE SWIFT: POSOIT22;
conto corrente presso Poste Italiane S.p.A. – IBAN: IT 75 Y 07601 03200 000096677000;
bollettino di conto corrente postale n. 96677000,
 

tutti intestati a “Garante per la protezione dei dati personali”, Piazza di Monte Citorio, 115/121 – 00186 Roma, indicando come causale “diritti di segreteria per ricorsi”.
 

Su tali aspetti può reperire ulteriori chiarimenti nelle FAQ pubblicate sul sito istituzionale del Garante, nella sezione “Esercizio dei diritti e ricorso: le domande più frequenti “, consultabili al seguente link: http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/3497679
 

Per ulteriori chiarimenti, La invitiamo a contattare l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (10-12.30; lun-ven) ai recapiti indicati di seguito.
 

Cordiali saluti, [footer]

Traduzione in italiano corrente: “Questo è un messaggio automatico, a parte il nome in cima alla mail. Se non sganci, non ce ne può fregare di meno di quello che hai detto.” La mia risposta – beh, non è proprio mia, me l’ha suggerita un uccellino – è stata per la cronaca

Egregi Signori,
Come per legge, l’Autorita’ puo’ attivarsi in modo indipendente dalla presentazione di un ricorso, a fronte della semplice segnalazione.
Prendo atto, dal tenore della vostra risposta, che non ritenete di intervenire in un caso che riguarda il trattamento di dati personali afferenti a dati sensibili relativi ai diritti politici.

Detto tra noi, il Garante può anche decidere di avviare un’istruttoria senza alcuna segnalazione (come specificato articolo 15 del Regolamento. Ma perché mai dovrebbe inimicarsi un politico, che tanto soldi da pagare probabilmente non ne ha più di tanti?

Gli aerei che arrivano in tempo

da Wikimedia Commons, Dihedral.airliner.arp.750pix.jpg

Nel racconto di fantascienza The Marching Morons il protagonista, riportato alla vita svariati secoli nel futuro, sale sull’equivalente di un automobile e vede che la velocità indicata è incredibile; gli vengono però dei dubbi e alla sua domanda un membro dell’élite gli conferma che sono semplicemente stati taroccati i contachilometri, in modo che gli idioti (i “morons”) che formano la gran parte della massa dell’umanità credano di stare andando più veloce.

No, stamattina non sto parlando di politica :-) Mi riferisco invece a questo articolo del Post, che spiega come le compagnie aeree, Alitalia in primis, abbiano aumentato la puntualità dei loro voli semplicemente allungando il tempo teorico di percorrenza e riuscendo quindi ad assorbire i – nemmeno tanto eventuali – ritardi nelle partenze. La mia esperienza personale mi fa ricordare che già quando io volavo da Milano a Roma i 55 minuti di volo effettivo erano allungati a 70 negli orari, quindi non è poi così nuovo. Ma quella che è più importante, almeno dal mio punto di vista, è un’altra cosa. Se in effetti i tempi medi di viaggio sono quelli, perché non bisogna usarli? Io mi arrabbio con il navigatore dell’auto che quando sono in città presume che possa andare da X a Y a una media di 40 all’ora, quando se va tutto bene riesco a fare la metà. I dati che mostra sono insomma inutili in quel contesto. Il guaio degli aeroporti è che il tempo effettivo di volo è solo una minima parte del totale, basti pensare a quanto tempo prima bisogna arrivare per passare i controlli; tanto vale quindi prendere le cose con filosofia e tenersi larghi nei conti.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-09 11:54

Educazione civica: non pervenuta

Sempre l’altro giorno su Facebook, Vittorio Bertola aveva scritto un post spiegando che non è che prima si fa il governo, poi si cerca l’accordo e infine si prende l’incarico, ma l’accordo è la prima cosa e il governo l’ultima. Un puntacazzista come me non ha potuto fare a meno di aggiungere che il Presidente della Repubblica ha anche la possibilità di dare un incarico esplorativo, cosa che immagino farà vista la situazione di stallo; e mi chiedevo quanto tempo si possa andare avanti con un governo (Gentiloni) che in fin dei conti non è stato sfiduciato né è formalmente dimissionario, quindi è nei suoi pieni poteri.
Subito uno – di nuovo, non faccio nomi: non sono importanti – ribatte:

Nel momento in cui le camere vengono sciolte, non esiste più neanche la fiducia accordata al governo. Il governo gentiloni è attualmente in carica solo per le attività di ordinaria amministrazione. Così è previsto dalla costituzione.

al che io subito rispondo “in quale articolo?” Un altro a sua volta risponde

60, 61? La Camera resta in carica (per atti di ordinaria…) fino a che ….

e io ribatto che quegli articoli parlano di Camere (potere legislativo) che sono diverse dal governo (potere esecutivo). Per la cronaca, nessuno ha più continuato a commentare.

Quando andavo a scuola io non si studiava storia ma “storia ed educazione civica”, che non spiegava come comportarsi in pubblico ma forniva queste nozioni fondamentali, come appunto la separazione dei tre poteri. Evidentemente, non solo nessuno impara più queste cose, ma quello che è peggio è che ritiene di saperle perfettamente. Prima di lamentarci dei risultati elettorali, cominciamo a lamentarci dell’ignoranza totale della res politica.