Archivi categoria: pipponi

Pubblicità

Ieri sera mi è capitato di dare uno sguardo a Repubblica cartacea, visto che Anna l’aveva comprata. Più che sugli articoli, mi sono soffermato sulla pubblicità, e specialmente su due paginoni.
Il primo è di un orologio Citizen (quante pobblicità di orologi! non l’avrei mai creduto, forse tutti non vedono l’ora che finisca la crisi) che dopo avere elencato i trenta articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani aggiunge l’articolo 31, “Diritto all’ecologia secondo Citizen”: Ogni persona ha diritto a un orologio Eco-drive. Il pensiero di avere il diritto di spendere dei soldi non è certo una novità, chiedere ad esempio a quelli di Darty, ma mi pare che siamo arrivati a un livello pesantuccio. A quando una foto da Auschwitz con la didascalia “Attento alle cure dimagranti, noi pensiamo anche alla tua salute”?
Il secondo è di un ritrovato per la bellezza e la crescita dei capelli (anche questo un tema molto presente ieri: dopo che la gente se li è strappati per la disperazione, vorrà farseli ricrescere?) che spiega come le CELLULE STAMINALI (maiuscolo) vegetali di Labo (minuscolo) per rughe e capelli diradati facciano miracoli. Anche qua uno con un minimo di neuroni funzionanti si chiede quale possa essere l’utilità di una cellula staminale vegetale, quindi non solo di un’altra persona ma addirittura di un altro regno della Natura. Chissà, forse in testa ti crescerà un bel tappetino d’erba? Poi se uno va a leggere il resto della pubblicità, in un carattere molto più piccolo ti si dice che queste cellule staminali vegetali vengono mischiate ai segretissimi prodotti farmaceutici Labo per ottenere tutti i risultati, e la cosa mi fa tanto venire in mente l’acqua liofilizzata.
A questo punto mi domando se il testo della pubblicità è inserito semplicemente perché qualcuno pensa che lasciare solo le figure – come in genere fanno le case di abbigliamento – sia disdicevole; e se qualcuno effettivamente le legge, queste pubblicità.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-18 10:16

Tremonti ha ragione

Il nostro ministro dell’Economia continua a dire che le nostre banche sono sane, mica come quelle americane ed europee (lasciamo perdere le islandesi che è meglio). E tutti noi a sbertucciarlo.
Poi si scopre che Unicredit – che sembrava essere sull’orlo della bancarotta, viste tutte le esposizioni verso l’est Europa – chiude il 2008 con un utile di 4 miliardi. Peggio ancora, si scopre che gli analisti prevedevano “solo” 3,8 miliardi. Sì, ma l’inizio dell’anno andava bene, no? Certo. Infatti il quarto trimestre 2008 vede più che dimezzarsi gli utili: mezzo miliardo.
Mi sa che dell’economia ne ho capito ancora meno di quanto pensassi. (No, gli attacchi al titolo Unicredit li capisco: sono la banale conseguenza che al mondo esistono molti più soldi finti che soldi veri, quindi si può fare di tutto)

Ultimo aggiornamento: 2009-03-18 09:51

giornalismo

Promuovo questa tumblata a un post vero e proprio, perché l’argomento mi pare meriti più di una singola frasetta.
La domanda iniziale di Gaspar Torriero è «esiste uno scenario in cui si potrebbe fare a meno del giornalismo? Per esempio, se tutti gli atti del tuo comune fossero su internet, se ogni consigliere avesse un suo blog su internet, se le sedute fossero diponibili live su internet, e se ogni cittadino potesse accedervi via internet, sentiresti ancora bisogno del reporter che segue i consigli comunali?»; e la mia risposta è un convinto «sì».
La ragione è molto banale: nessuno di noi ha la possibilità di seguire tutto fino all’ultima parola, e quindi abbiamo un bisogno estremo di qualcuno che sintetizzi le cose bene e di cui ci possiamo fidare. Nello scenario di cui sopra, potrei andare a campionare ogni tantole sorgenti su quanto sta capitando, per stabilire se il giornalista sta facendo un resoconto corretto; ma una volta che ho stabilito che fa bene il suo lavoro, lo seguirei. E pagherei anche per seguire qualcuno, esattamente come oggi pago il giornale. Naturalmente, da buon bauscia importato, io pago e pretendo: e quindi un giornalista del futuro dovrà essere molto meglio di quelli che ci propinano aggratis la maggior parte delle notizie online oggi, con un livello di qualità tale che potrei farlo molto meglio io che da giornalista non ho mai studiato. Ma mi sa che sarà sempre più difficile trovare appunto del giornalismo di qualità; non necessariamente per colpa dei giornalisti, ma semplicemente perché anche loro saranno costretti a fare troppe cose in troppo poco tempo :-(

Ultimo aggiornamento: 2009-03-16 14:52

statistiche ed economia

Lo scorfano segnala questo articolo della Stampa, che racconta come (secondo qualcuno “casualmente”) i dati sul deficit pubblico nel 2007 siano stati corretti: prima delle scorse elezioni il rapporto deficit/PIL era stato stimato all’1.9%, adesso è stato corretto all’1.5%. Non sono noccioline: quattro decimi di punto corrispondono circa a 6 miliardi di euro.
Devo però dire che a me questa sembra una non-notizia. Innanzitutto non penso che avere saputo subito il valore corretto avrebbe spostato un solo voto. Poi può essere vero che considerare Equitalia (concessionario per la riscossione delle imposte) come società privata quando il capitale è pubblico (51% in mano all’Agenzia delle Entrate e 49% all’Inps) è stato un errore marchiano; ma il problema di base è che il bilancio statale è così complicato che non ci vuole molto a spostare da una parte o dall’altra miliardi di euro (si chiama “finanza creativa” se la fa Tremonti, ma è stata fatta anche dai vari governi Prodi, non credete). Però quei numeretti sembrano così importanti… o almeno ci fanno credere così. È proprio vero che l’economia sulle statistiche ci prospera.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-10 08:00

Omar Hassan al-Bashir

Scommetto non vi ricordate chi è. Aiutino: meno di una settimana fa, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di cattura contro costui, che per la cronaca è il presidente del Sudan. Se non ve lo ricordavate, qualche scusa ce l’avete: ormai se n’è andato via dalle prime pagine dei quotidiani online. Solo il Corsera oggi parla di lui come ultima notizia, mentre Rep-punto-it preferisce riempire la Colonna Infame con notizie tipo “In Germania nudi con lo slittino per il campionato mondiale“.
Per non saper né leggere né scrivere, ho chiesto lumi al mio amico Yagoub che è un esule sudanese, e mi ha risposto che questa incriminazione ha generato un aumento della popolarità per il presidente, che quindi si sente ancora più sicuro. Insomma, secondo lui l’allontanamento delle ONG che operano nella regione non è stata tanto una ripicca quanto una prova di forza. Cito direttamente le sue parole: «Al bashir merita sicuramente di essere condannato ma la tempistica è stata sbagliata: lui è ancora presidente in carica, tra un avremmo dovuto avere le elezioni e ora forse saranno cancellate.»
Il tutto mi ha fatto pensare. Abbiamo (hanno) creato questo tribunale penale internazionale con tanta fanfara. Già il fatto che ad esempio gli USA non l’abbiano ratificato gli toglie immediatamente un bel po’ di forza (anche e soprattutto morale); ma se poi fanno queste scelte ho come il sospetto che tutto quello che interessi davvero loro sia la pubblicità, e non i risultati. Cosa che magari con l’opinione pubblica funziona anche, intendiamoci: ma che personalmente trovo peggio che inutile.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-09 16:28

l’abbonato non è una persona

L’ultimo rapporto Gartner, citato da De Biase, afferma che ci sono 4.1 miliardi di persone con un cellulare. Beh, non proprio: quello che dice è che ci sono 4.1 miliardi di abbonati alla telefonia mobile. Non so voi, ma in questo momento io ho tre telefonini a mio nome. Per la precisione ne avrei quattro, ma il quarto è quello che usa mia mamma e quindi possiamo vederlo come suo. D’altra parte, nel 2006 in Italia c’erano 122 cellulari ogni cento abitanti…
Poi intendiamoci, i numeri globali sono impressionanti, specialmente per continenti come l’Africa dove non c’erano quasi linee telefoniche fisse e la struttura di telefonia mobile risulta molto più conveniente (ammesso che comunque si trovino generatori elettrici per le basi e si possano ricaricare i terminali…); e può anche darsi che un telefonino sia usato da più di una persona. Però ci tengo alla precisione.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-04 07:00

Mi chiamo Bond, Tremonti bond

Ho sperato che qualcuno mi spiegasse se questi Tremonti bond sono una cosa buona, cattiva, o ininfluente. A questo punto mi trovo costretto a scrivere qualcosa io, ma premetto subito che non ci ho capito molto.
Cominciamo con le cose semplici: le banche hanno bisogno di soldi, e a quanto pare ci debbono pensare gli stati. Varie nazioni estere hanno sottoscritto un aumento di capitale delle banche, in pratica nazionalizzandole; da noi si è invece scelto di acquistare delle obbligazioni emesse dalle banche stesse, diventando così creditori ma senza prendere il loro controllo. Di per sé la cosa mi pare interessante; se si tiene conto che la cedola annua di queste obbligazioni (tra il 7.5% e l’8.5%) è molto più alta di quanto lo Stato spende per indebitarsi, c’è anche un simpatico guadagno.
Però ci sono anche dei lati oscuri, che non mi ispirano molto. Innanzitutto, non si direbbe che le banche abbiano degli obblighi, a parte pagare le cedole. Scrivere che gli istituti “si impegneranno a” e che gli impegni “saranno oggetto di attento monitoraggio” mi sembra tanto un wishful thinking. In secondo luogo, l’altra faccia di una cedola così alta è che le banche saranno costrette a mettere dei tassi ancora più alti per i loro prestiti, in modo che diventino remunerativi. A questo punto non sarebbe stato più logico prevedere cedole più basse a fronte di impegni misurabili quantitativamente? (Sì, lo so, è colpa mia che di economia non ci capisco nulla)

Ultimo aggiornamento: 2009-02-28 08:00

siamo coniugi o marocchini?

A Treviso un uomo ha ammazzato la sua ex-compagna e la loro figlioletta. Dopo qualche giorno la polizia è riuscita ad arrestarlo, e l’uomo ha confessato. Notizia di cronaca nera, ancora più triste visto che ci sono andate di mezzo una bambina e una donna che di quell’uomo aveva avuto fiducia. Ma mi sbaglio: la vera notizia è un’altra.
Si dà infatti il caso che l’omicida sia marocchino. Bene (anzi male): tutti i quotidiani devono rendere nota la cosa nel titolo dei loro articoli e non nel corpo, mostrando che per loro la cosa più importante è quella. Capisco Il Giornale (“Preso il marocchino: ha ucciso la figlia perché non voleva che vivesse in Italia”; che sia morta anche la madre della figlia sarà stato un danno collaterale). Capisco molto di meno Repubblica (“Madre e figlia sgozzate a Treviso. Marocchino confessa: sono stato io”. Nessuna relazione tra il marocchino e la coppia uccisa, si direbbe). Ma l’Oscar della pseudocorrettezza va al Corriere. In prima pagina un titolo neutro (“Sgozzate in casa, confessa l’uomo”: anche qua nulla che faccia capire che è stato un delitto “in casa”); poi si clicca e si legge “Confessa il marocchino che ha sgozzato l’ex compagna e la figlia di due anni”.
Aggiornamento: (12:45) vergogna anche per la Stampa (“Madre e bimba sgozzate,
confessa il marocchino”), che pure in home page era perfetta: “Delitto di Treviso, confessa il padre”.

Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:05