Archivi categoria: pipponi

elezions’ time

L’altra settimana, mentre ero a Torino, ho visto che in via Monginevro – il pezzo in zona San Paolo – stavano rifacendo tutti i pezzi di marciapiede agli angoli delle strade, estendendoli verso la carreggiata e facendo uno scivolo in mezzo per carrozzine e simili. Bel lavoro, spero che si ricordino anche di mettere un paio di paletti prima che i SUV inizino a parcheggiarci sopra.
Qui a Milano sono mesi che stanno rifacendo la finta pista ciclabile su Melchiorre Gioia, aggiungendoci pezzetti di cui non avevo mai sentito la necessità come Piazza Carbonari e via Stresa (dove tanto le macchine sono già parcheggiate sopra); il tutto per il famigerato Primo Raggio Verde, invenzione del fu assessore ai Trasporti Edoardo Croci.
Inutile dire che il prossimo voto municipale a Torino e Milano è solo una incredibile coincidenza.

Ultimo aggiornamento: 2011-03-01 16:57

forum nucleare: pubblicità ingannevole

Ricordate la pubblicità del Forum Nucleare, che era apparsa un po’ dappertutto intorno all’inizio dell’anno? Bene: come potete leggere ad esempio su Galileo, il Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria la settimana scorsa ha sentenziato che quella era una pubblicità ingannevole. Non che ci fossero chissà quali dubbi, intendiamoci.
Tutto bene? Per nulla. Quella campagna pubblicitaria è già terminata un mese e mezzo fa, quindi “imporre la sua terminazione” è semplicemente una barzelletta. Peggio: in questo modo ritorna della nuova pubblicità – e gratuita! – alla società fontata da Enel ed Edf e presieduta da Chicco Testa. Insomma, come capita spesso con i gruppi di autodisciplina la risposta è più che altro formale, e non serve certo a riequilibrare il danno fatto.
Insomma, ha probabilmente ragione Greenpeace, quando dice che la punizione dovrebbe essere una campagna di segno opposto pagata da chi è stato sanzionato…

Ultimo aggiornamento: 2011-02-25 07:00

neutralità, ta ta, l’accento sulla a

Il disclaimer lo metto subito: come i miei lettori abituali sanno bene, io in Telecom ci lavoro. Sta quindi a voi decidere quanto fidarvi del mio ragionamento; non mi offendo se qualcuno penserà che sia di parte. (Però mi offendo se qualcuno pensa che mi paghino per scriverlo: va bene essere considerato un imbecille, ma non un venduto)
Dalla prossima settimana anche Telecom Italia, come già fanno altri operatori, potrà limitare la banda usata dalle connessioni ADSL: insomma, chi è abituato a usarla a palla potrà all’improvviso trovarsi “un’esperienza di connessione piuttosto frustrante”. L’annuncio è qua, per la cronaca, e maggiori informazioni si trovano qua.
Ora, io non so chi abbia scritto la pagina di spiegazioni: sicuramente è uno che di Internet non ci capisce nulla, visto che ha inserito la posta elettronica tra le “applicazioni realtime”, quando l’email nasce e vive come sistema in differita: se non ve ne accorgete è solo perché in genere le mail vi arrivano subito. E capisco chi si lamenta dicendo che se la centrale dove lui è attestato è piena allora Telecom dovrebbe aumentare la capacità della centrale, e non abbassare la capacità delle singole linee; o almeno lo capisco in linea di principio, perché prima vorrei vedere se in effetti il problema è della centrale sottodimensionata o degli utenti sopradimensionati rispetto alla media.
Però tutto questo con la net neutrality non c’entra un tubo. Per quello che riguarda me, la neutralità della rete significa che a parità di banda impiegata il carrier non deve fare preferenze, o detto in altro modo non deve sbirciare cosa l’utente fa passare (si chiama DPI, Deep Packet Inspection, ed è stata molto pompata dalle aziende produttrici di apparecchiature di rete perché così hanno potuto vendere impianti molto più cari perché necessariamente più potenti del necessario). Detto ancora in altre parole: non ci deve essere diversità di trattamento se uno sta tappando la rete perché scarica l’equivalente del ventunesimo secolo della biografia di Tristram Shandy sotto forma di video ad altissima qualità della prima cacca sul vasino del proprio nipotino oppure perché sta scaricando tutti i video dei brani dell’ultimo festival di Sanremo. Però non vedo perché i due devono rallentare me che sto disperatamente cercando di vedere le ultime novità su Friendfeed, richiedendo un centesimo della banda che usano loro. Vogliono il tubo bello grande? paghino di più.
A dirla tutta, mi preoccupa paradossalmente di più leggere che lo streaming di YouTube (ma a questo punto mi auguro anche lo streaming di chi si vede a sbafo le partite di calcio) non verrebbe rallentato; di nuovo, se il principio è “a parità di tipo di uso applico le stesse regole” non si può parlare di partigianeria della rete, per quanto io mi arrabbierei lo stesso se il mio accesso risparmioso venisse comunque rallentato a causa degli spreconi di banda. In definitiva, mi riservo il diritto di cambiare idea dopo che vedrò cosa succederà davvero, ma in linea di principio non ho nulla contro il principio indicato da Telecom.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-21 14:36

e il paese reale?

Che Berlusconi dica «Farò una causa allo Stato visto che non c’è responsabilità dei giudici» non è una grande notizia; poco importa che Lui non sia ancora riuscito a cancellare l’obbligatorietà dell’azione penale e che la non responsabilità dei giudici non c’entra un tubo visto che stiamo parlando di pubblici ministeri.
Nemmeno che Franco “chi, scusa?” Frattini dica «La privacy del premier è stata violata, possibile ricorso a corte diritti umani» è poi una grande notizia, nel senso che non è che qualcuno stia a sentire cosa dice il segnaposto agli Esteri; d’altra parte ce lo vedreste un uxoricida controbattere in aula “non potete accusarmi! Eravamo a casa nostra, state violando la mia privacy!”?
Ma una volta pensato questo mi sono fermato. Io il “paese reale” non lo conosco affatto. Ergo chiedo a voi: ma la sciura Pina cosa penserà di tutto questo? E soprattutto, com’è che l’opposizione non è capace a fare altro che (Di Pietro e Repubblica) strillare in direzione uguale e contraria a quella del premier e dei sui accoliti, oppure (il sedicente piddì) restare timidamente muto? O anche qua mi perdo qualcosa?

Ultimo aggiornamento: 2011-02-10 15:02

dovevo immaginarmelo

Quando uscì il decretone sulla semplificazione delle italiche leggi, mi permisi di plaudire almeno in parte a Simplificius Calderoli. Peccato che col passare del tempo ci si accorga che la furia semplificatrice ha lasciato una serie di danni che devono essere riparati in tutta fretta.
L’ultima che è stata trovata, l’abrogazione dell’annessione del Veneto e della provincia di Mantova, è naturalmente una boutade; tanto per dire, che il Veneto sia in Italia lo dice la Costituzione (articolo 131). [e comunque ricorderei ad Alessio Antonini che al più dovremmo ridarlo all’Austria… peccato che Bozen non fosse oggetto di quella legge]. Ma magari di cosette tipo il Tribunale dei Minori ci si poteva accorgere, no?
Insomma abbiamo avuto il classico esempio di cose raffazzonate che generano più danni che altro. Magari Calderoli potrebbe mettersi a lavorare lui sul serio… ammesso che sappia come si fa.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-09 10:18

Trovate le eventuali differenze

(il grassetto è mio)
(a): «Ieri il governo ha approvato il federa­lismo municipale. Lo ha fatto con una apparente forzatura, non tenendo con­to del parere negativo della commissio­ne bicamerale. Ma sulle riforme il gover­no non si può fermare. Deve andare avanti, senza farsi imbrigliare dalle pro­cedure parlamentari. In nome e per con­to dei cittadini che chiedono uno stato più agile.»
(b): Quando mancasse il consenso, c’è la forza. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli.
Poi non venitemi a dire che Vico non aveva ragione.
(Credits: Galatea, ziomau e wikiquote)
P.S.: in molti mi avevano suggerito «Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli.»; peccato che la citazione corretta sarebbe allora stata qualcosa tipo «Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un residence per le mie amichette», e soprattutto che in parte Lui (l’altro Lui, ovvio) l’abbia già fatto.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-04 12:47

c’è qualcuno che compra Libero?

Statisticamente è possibile che tra gli affezionati lettori delle mie notiziole ci sia qualcuno che acquista il quotidiano fondato da Vittorio Feltri e attualmente diretto da Maurizio Belpietro. Oppure magari qualcuno potrà finire qua da un motore di ricerca, oppure leggermi via Facebook. Vabbè: se c’è qualcuno di lorsignori, sarebbe così gentile da spiegarmi cosa può importare loro che Piero Marrazzo sia stato fermato a un posto di blocco con un trans, ma importare così tanto da pensare che sia Una Buona Cosa metterlo come titolono a tre quarti di pagina in una giornata in cui non è che non fosse successo proprio nulla?
Che uno fosse stato candidato come governatore di una regione solo perché era un giornalista che conduceva una trasmissione di inchiesta piuttosto seguita a me è sempre sembrata una grande idiozia. Ma in questo momento – e spero che l’ipotetico acquirente di Libero lo sappia – non ha alcun incarico politico, quindi non deve rispondere nemmeno moralmente all’opinione pubblica di quello che sta facendo (per quanto riguarda la responsabilità penale, persino a Libero sono stati costretti a scrivere che il fermo è semplicemente stato fatto per un controllo di routine e non è stata imputata alcuna accusa al giornalista Rai). Quindi il solito tentativo di caciara “ma tanto sono tutti uguali” non è che funzioni così bene, almeno fino a quando anche a destra non inizieranno a lasciare la politica. Tralascio il banale fatto che i dati relativi alle preferenze sessuali di una persona sono dati sensibili e quindi non dovrebbero nemmeno essere pubblicati: se uno compra certa stampa, credo non ci faccia molto caso. Altre possibilità non è che mi vengano in mente: è proprio per questo che chiedo lumi!

Ultimo aggiornamento: 2011-02-02 12:49

quando si è liberisti sul serio

È notizia di oggi (o di ieri, a seconda del fuso orario): un altro giudice federale statunitense ha definito incostituzionale la riforma sanitaria promulgata l’anno scorso da Obama dopo un eterno tiraemolla. Il motivo della sua bocciatura è semplice: questa riforma obbliga i cittadini americani a contrarre una polizza assicurativa sanitaria.
Conoscendo i miei ventun lettori, so perfettamente che ce n’è più di uno che ritiene la cosa assolutamente normale e corretta, e anzi si lamenta a ogni piè sospinto che non si fa la stessa cosa qui in Italia. So anche che alcuni di loro troveranno la cosa scioccante, ma sono anche convinto che per la maggior parte degli americani è scioccante il concetto europeo contemporaneo di “governo normativo”, e che la Corte Suprema USA con buona probabilità sancirà l’effettiva incostituzionalità della norma.
Che ne penso io? Beh, non sono per nulla un liberista. La mia filosofia è che la gente è fondamentalmente stupida e quindi debba essere costretta a fare certe cose. Lasciamo stare gli iperultraliberisti che immagino siano anche contrari alle assicurazioni di responsabilità civile autoveicoli, e che meriterebbero di essere messi sotto da un’auto senza assicurazione guidata da un nullatenente; e limitiamoci alle cose che si direbbero toccare la singola persona. Non so se il liberista standard accetterebbe di fare la colletta per quelli che hanno pensato “ma chisseffrega dell’assicurazione sanitaria, io tanto sto bene” e poi scoprono di aver bisogno di un’operazione che costerà duecentomila euro. Io personalmente no, ma accetto di pagare più di uno che guadagna meno di me per il servizio sanitario nazionale. È un modo diverso di vedere le cose; ma è il mio modo.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-01 17:00