Archivi categoria: pipponi

ricontestualizziamo!

A margine della morte di Giancarlo Bigazzi, oggi il Corsera cartaceo ospita un coccodrillo di Mario Luzzatto Fegiz, che mi è capitato sotto gli occhi mentre cercavo di svegliarmi con un cappuccino. Una frase mi ha colpito particolarmente:

«”Ti amo”, un testo apparentemente banale che ripete fino all’ossessione le due parole del titolo, ma ricontestualizzate in continui cambi di accordo»

A me delle critiche positive o negative importa poco. Però pensare che i “continui cambi di accordo” sono in pratica un giro di do (praticamente la seconda cosa che ti insegnano quando strimpelli la chitarra, la prima è La canzone del sole che di accordi ne ha tre invece che quattro) e metterci assieme una ricontestualizzazione fa venire in mente almeno a me una cosa sola: che si era preso MLF prima di scrivere?
(ps: sì, lo so che Bigazzi ne scrisse solo il testo e non la musica. Ma perché infierire?)
(pps: corretti i cognomi del critico)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-20 15:55

Sii grassetto!

In questi giorni ha circolato per la rete una foto che mostra la prima e l’ultima pagina del Gazzettino di domenica scorsa. I titoloni in prima pagina parlavano del naufragio della Concordia: la pubblicità in ultima pagina ci invita a vincere… una crociera. L’immagine è vera, non un fotomontaggio: il direttore del Gazzettino si è scusato pubblicamente, spiegando che in effetti c’è un controllo che blocca le pubblicità “inopportune”, ma in questo caso il committente della pubblicità era un produttore di confetti (la crociera è semplicemente il primo premio del concorso), e i giornalisti in redazione sanno solo chi è il committente. Il sottinteso è che gli unici che avrebbero potuto accorgersi del problema sarebbero stati il committente e i tipografi: ma essendo capitato di sabato probabilmente non c’era nessuno nell’agenzia del committente, e questo non è certo lavoro per i tipografi.
Ci ho pensato un po’ su, e mi è venuto in mente uno dei concetti chiave di Wikipedia: il “be bold!”, che letteralmente dovremmo tradurre come “osa!” ma in maniera ufficiosa è reso iperletteralmente come “sii grassetto”. Sarà la mia abitudine a lavorare dal basso, ma mi sarebbe sembrato naturale che l’impaginatore notasse la pubblicità non proprio adatta al momento e cercasse qualcuno in redazione perché prendesse una rapida decisione.
Poi ci ho pensato ancora un po’, e ho capito che la cosa non poteva funzionare. Tralasciamo la considerazione banale “ma gli impaginatori ce l’hanno un numero di telefono per le emergenze?”, e vediamo cosa sarebbe successo se fosse effettivamente successa una cosa simile. Il giornale sarebbe uscito con un’altra pubblicità, il committente magari sarebbe stato più felice (non è detto, visto che comunque il primo premio del concorso resta quello, ma immaginiamo di sì), ci sarebbero state meno polemiche… Sì, ma. Il “ma” è che nessuno si sarebbe accorto di nulla, quindi il tutto non sarebbe esistito. E allora, chi gliel’avrebbe fatto fare agli impaginatori?
Un titolo che avevo pensato per questo post era “la banalità del meglio”: su queste cose sono un inguaribile utopico, ma credo davvero che sia appunto questa banalità del meglio che ci sta mancando per riuscire a tirarci su. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2012-01-20 07:00

Patente o cara

Sabato mi scade la patente. Il mio tesserino plastificato è in uno stato tale che ho deciso di investire 30 euro in un duplicato, e di andare in motorizzazione civile per fare appunto il duplicato. La coda non era poi così tragica, è vero; però ho scoperto che non bastava portare una fotocopia della patente vecchia e della carta d’identità, ma occorre anche quella del codice fiscale (e qualcuno mi spiegherà sicuramente l’attinenza con la patente), oltre a una fotocopia del foglio con la visita medica, fotoccopia che è stata debitamente autenticata e dovrebbe permettermi di girare con la patente scaduta, sempre che mi ricordi di avere con me anche la copia a ricalco della domanda di duplicato (e forse anche la patente scaduta, non ho capito). Il tutto per gli almeno quaranta giorni (“ma può venire anche dopo cinquanta, basta che siano almeno quaranta”) necessari perché venga creata dal nulla la nuova tesserina. L’idea di fornire un codice che permetta di verificare online se la patente è pronta non è venuta a nessuno: a dire il vero mi è stato chiesto un recapito telefonico ma solo “se c’è qualcosa che non va”. Comincio a capire perché continuano a beccare Fabrizio Corona a guidare senza patente:le pratiche necessarie sono troppo per lui.
PS: il bar tabacchi interno alla motorizzazione civile (con fotocopiatrice) ha una rendita di posizione invidiabile.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-18 12:11

ma esattamente che fanno le poste?

Devo rifare la patente. “Rifare” significa anche rifare da capo la tesserina stile bancomat, perché la mia è praticamente illeggibile. Questo significa che devo andare in motorizzazione civile (non basta l’Asl) e fare due diversi bollettini, uno di nove euro come tutti e uno di 29,24 euro per stampare la tesserina. Questi bollettini sono su due conti correnti diversi, naturalmente, perché sono due cose diverse.
Dopo che ieri pomeriggio i due uffici postali che ho provato avevano code di 30-40 persone, oggi in pausa pranzo sono tornato alla carica. Il primo ufficio era vuoto: peccato che non avessero uno dei due bollettini, e che a quanto pare non posso usarne uno in bianco mettendo il conto corrente postale. Ho cambiato ufficio, ho trovato il secondo bollettino ma c’era una coda che non si smuoveva, così sono tornato nel primo ufficio dove si era formata una coda piccola, e infine ho pagato.
Tra l’altro, qualcuno mi spiega perché sono costretto a pagare per posta e avere una tassa di 1.80 euro a bollettino? È forse lo stesso principio per cui si paga l’Iva sulle accise (cioè sulle tasse) sulla benzina?

Ultimo aggiornamento: 2012-01-17 14:24

il diritto al 118

Ieri sera io e Jacopo abbiamo fatto una gita turistica al pronto soccorso del Niguarda. Nonostante lo stessimo già trattando da un giorno con salbutamolo, infatti, la sua asma stava peggiorando; oltre a respirare come un mantice, a cena a un certo punto non riusciva proprio più a prendere aria ed era rosso pomodoro. Naturalmente, una volta arrivati, rimaneva il mantice e una saturazione non completa ma per tutto il resto era sin troppo vispo, tanto che nel referto c’è scritto «impossibilità di effettuare terapia aerosolica per assoluta mancanza di collaborazione del soggetto».
Mentre eravamo lì a fare nulla in attesa di vedere se almeno l’iniezione di cortisone aveva fatto effetto (e con Jacopo che quando vedeva passare l’infermiera strillava NO SOLLE!: il “solle” è l’aerosol per chi non l’avesse capito), verso le 23:30 è arrivata una signora con bimbo in braccio (che mi sembrava semplicemente un po’ febbricitante) e volontari dell’ambulanza al seguito. Io non sono stato molto a sentire lo scambio tra medico e mamma: se ho capito bene, il bimbo era stato dimesso qualche ora prima, ma la mamma non era convinta e aveva chiamato l’ambulanza per ritornare al pronto soccorso. Il medico le ha detto che per quanto lo riguardava il bambino non era in stato preoccupante, e la mamma ha ribattuto alzando la voce, insultando il medico e dicendo che lei se ne sarebbe andata in qualche altro ospedale, oltre ad aggiungere “io non ho la patente, è un mio diritto chiamare il 118”.
A me è venuta in mente una cosa della scorsa primavera. Stavolta a star male era Cecilia: era però pomeriggio, quindi in orario di visita della nostra pediatra. Purtroppo però Anna era via per lavoro e aveva preso l’auto: quindi sono rientrato pedalon pedaloni a casa, ho preso e vestito Cecilia, e … sono andato a prendere un taxi. Solo stanotte ho capito di essere un povero imbecille e che avrei dovuto chiamare un’ambulanza: visto come un ospedale è una palestra di vita?
(ah, quando sono uscito quasi a mezzanotte e mezzo mamma e bimbo erano ancora nella sala d’attesa. Non so se aspettasse un cambio di turno)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-17 12:02

e i blog network?

Nei commenti qui mi si chiede che ne penso dei grandi network di blog, tipo Blogosfere (qui trovate la loro pagina “apri il tuo blog”).
Premessa: come sapete, io in effetti scrivo su una specie di blog network, quello del Post. Ci scrivo assolutamente aggratis, Luca Sofri non mi ha mai offerto nemmeno un caffè. E ci scrivo per una ragione ben precisa: volevo parlare di una mia passione (la divulgazione matematica) e volevo farlo in un posto più visibile di questo blog. Il mio guadagno insomma è questo qui: non è monetizzato, ma non mi importa. Del resto non ho obblighi di sorta, scrivo quel che mi pare quando mi pare.
Premessa 2: come forse non sapete, ora che Telecom Italia ha aperto un blog di dipendenti che parlano al mondo io sono uno di quelli che ci scrive su, e collaboro anche alla “redazione”, anche se è una parolona. Di nuovo, non ci guadagno nulla, anzi spesso le discussioni le faccio per telefono dopo essere tornato a casa. (Scrivere lo devo fare per forza a casa: un conto è chiacchierare a ruota libera, cosa che posso fare a spizzichi e bocconi, altro conto è documentarsi e scrivere qualcosa di serio)
Detto questo, io non mi fido affatto di chi scrive «Veniamo subito alla parte economica: offriamo contratti di collaborazione che vengono valutati singolarmente in base alle caratteristiche di ognuno». Per quanto mi riguarda è la stessa cosa degli articoli di giornale pagati a cottimo (poi immagino che la bloggata sarà pagata anche meno…). Sì, siamo meglio delle case editrici che pubblicano esordienti a fronte di un piccolo contributo per le spese editoriali: ma la cosa è sempre uno sfruttamento del pennivendolo, e in questo caso non si può neppure sapere quanto venga sfruttato, il che mi pare ancora meno serio considerando che «L’impegno richiesto è di scrivere un certo numero di post al mese». Se io avessi bisogno di soldi mi cercherei un tipo completamente diverso di lavoro: è poi chiaro che ognuno ha le sue idee e c’è chi pensa “ma tanto scriverei lo stesso, tanto vale guadagnarci su due euro”, ma non credo proprio che il gioco valga la candela né per lui né per tutti gli altri “concorrenti” blogger.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-12 12:55

guadagna coi blogh!

Grazie a Peppe, ho scoperto questa imperdibile offerta di lavoro postata sul FriendFeed (qui uno screenshot, perché non si sa mai cosa può succedere). Copincollo il testo:

Un nuovo network di blog cerca collaboratori, in quasi tutti gli ambiti. Primo mese di prova 0,50 euro a post (max 3 post a settimana per autore), dal secondo mese post e news saranno pagati da 1 a 2,50 euro in base alla qualità e ai temi trattati. Se interessati inviare curriculum, richieste o articoli di prova a [omissis]

Avete letto bene: zeroeuroecinquanta a post (massimo tre la settimana). Non è uno scherzo, a meno che non sia una campagna di trollaggio in grande stile: il tipo in questione ha commentato scrivendo «Scusa ma secondo te i grandi network quanto pagano i loro blogger??? Manda qualche curriculum e poi ti renderai conto di come girano le cose» e «non si scrive solo per soldi… ma anche per passione. Voi che parlate tanto ovviamente avete tanta esperienza nel settore e di sicuro avrete guadagnato migliaia di euro con i vostri post entusiasmanti!».
Io che sono uno scrittore veloce posso buttare giù un post come questo in un quarto d’ora, il che corrisponderebbe a una paga oraria di 2 euro (adesso, ben 4 euro alla fine del periodo di prova). Quando ero giovane c’erano gli annunci per infilare perline nelle collane: credo che il ricavo fosse più o meno lo stesso ma almeno non venivi preso per i fondelli sulla tua “passione”… La cosa che io trovo davvero triste in questo è l’idea che la passione possa essere acquistata per due noccioline. Certo, io scrivo per passione, sia queste sciocchezzuole fatte con la mano sinistra che i post più seri che mi richiedono varie ore per recuperare, interiorizzare e riformulare il materiale. Il costo virtuale di tutto questo è ben superiore a quello che mi potrebbe venire offerto; perché allora dovrei mercificare il tutto? Non metto nemmeno annunci pubblicitari sul blog per la stessa ragione. Ecco: se uno è davvero convinto del suo progetto e crede che sia qualcosa di innovativo – io ne dubito, ma si sa che sono un bastardo dentro – secondo me ha due scelte. O cerca dei capitali esterni e paga seriamente per un lavoro serio, o chiede esplicitamente un supporto gratuito. La mancetta la può lasciare al figlioletto seienne.
Aggiornamento: (13:30) Toh, il tipo ha disabilitato i commenti e cancellato tutti quelli presenti (che nello spirito del Frenfi erano un tipico esempio di presa per i fondelli… eccetto naturalmente i suoi). Fortuna che Stark ha salvato il tutto (e non è stato il solo)…
Aggiornamento: (15:10) Il tipo (dopo aver cancellato del tutto il post…) mi ha scritto. Non posso citarlo, perché me l’ha esplicitamente vietato; mi sono limitato a cancellare i riferimenti al suo nome e indirizzo email nello screenshot perché non sono certo la cosa più importante. Comunque il tipo continua ad essere convinto di aver ragione e che noi ce la prendiamo con i poveretti e non con i Poteri Forti (no, non l’ha scritto così, ve l’ho detto che non posso citarlo…)

Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:05

Burocrazie

Ieri ho fatto una radiografia al torace a Villa Marelli. Sono passato alle 8.50, in cinque minuti ho prenotato per le 13.25, e alle 13.30 ero già fuori. Il mio medico, a cui arrivano direttamente i referti, alle 18 mi ha scritto che va tutto bene e non ho alcun focolaio di polmonite come temeva possibile. Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio. Qualcuno mi deve spiegare perché io debba aspettare cinque giorni (lavorativi) per ritirare il referto. Le stampanti non funzionano? C’è un unico medico in tutta Milano che deve vistare a una a una le lastre e dare il suo responso?

Ultimo aggiornamento: 2012-01-11 10:57