Archivi categoria: pipponi

c’è assenza e assenza

La lettera odierna principale sulla pagina milanese del Corsera è di un papà che si lamenta perché il comune di Milano pretende (giustamente) il pagamento delle rette del nido alla data precisa, ma si guarda bene dal rimborsare le quote del servizio non usufruite perché il nido non funzionava per una qualunque ragione, dagli scioperi alle aperture e chiusure ritardate. Isabella Bossi Fedrigotti, nella sua risposta, scrive « la questione non è così semplice: altrettanto bisognerebbe, allora, fare per i giorni di malattia o, comunque, di assenza dei bambini, come richiesto da varie parti.»
Beh, per una volta non sono d’accordo con la signora Bossi Fedrigotti, che ha mischiato insieme due cose ben distinte. Basta pensarci un attimo: quando io stipulo un contratto, se non posso usufruire dei servizi per un motivo mio personale, che sia dipendente o no dalla mia volonta, non ho nessun diritto al rimborso. Se mi ammalo e non posso prendere il treno che avevo prenotato, peggio per me. Ma il problema presentato dal lettore è l’opposto: è la società delle ferrovie che non ha fatto partire il treno, ed è lei ad essere tenuta a rimborsare il biglietto. Quale sarebbe la differenza con il nido?

Ultimo aggiornamento: 2012-11-30 18:36

parità dei sessi

Ieri pomeriggio all’asilo c’era la riunione della classe di Jacopo. Il maggior svantaggio di esserci visti smistare i gemelli in una classe diversa è infatti quello che tutte le informazioni vengono sdoppiate. Beh, la scorsa settimana nella riunione della classe di Cecilia c’erano altri cinque o sei papà oltre a me: ieri invece ero l’unico rappresentante di sesso maschile. Ma la cosa peggiore è che una mamma aveva preparato un foglio da compilare con i riferimenti dei genitori, con email e numero di telefono, per creare una mailing list: e naturalmente c’era la colonna “MAMMA di …”. Insomma, è vero che noi maschietti facciamo ben poco per far passare il concetto di uguaglianza di diritti e doveri tra i genitori: ma non è che l’altra metà del cielo ci pensi più di tanto!

Ultimo aggiornamento: 2012-11-30 15:32

avaxhome

Qui nelle notiziole qualche volta avete visto il frutto delle mie frequentazioni di avaxhome.ws, il sito chiuso ieri dalla Procura della Repubblica di Milano (vedi articolo su Repubblica, Corriere, Giornale). Era molto più comodo citare un articolo letto sul giornale di carta pigliandosi (illegalmente) una copia PDF e ritagliando (legalmente, restavo sul diritto di citazione) le frasi incriminate. Leggere un intero quotidiano via PDF è una jattura, facevo molta meno fatica a pagare l’euro e venti e comprarmelo.
Le cose interessanti, diciamo così, del blocco sono altre. Innanzitutto che sia partito da Mondadori, che quotidiani non ne ha (ma ha settimanali che immagino fossero anche indicizzati da avaxhome, e ha libri che forse erano indicizzati da avaxhome). La seconda cosa è appunto l'”indicizzati”: avaxhome non aveva al suo interno i file veri e propri, ma solo link a siti esterni dove i file erano caricati. Ovviamente dal punto di vista della prevenzione del reato la cosa è ininfluente, ma uno può chiedersi come mai non si è passati da un giudice scegliendo la procedura di urgenza – che poi è urgente si fa per dire, se è vero che la denuncia è di giugno – di sequestro preventivo. Il sequestro, da quanto ho capito, è più pesante dell’oscuramento, visto che impone ai provider di bloccare le rotte verso l’indirizzo IP del sito (e di tutti gli altri siti con quell’indirizzo IP, a questo punto); e soprattutto non stoppa l’inserimento dei file nei siti, visto che appunto si ferma solo il sito che indicizza. Vedremo che succederà tra un paio di mesi…

Ultimo aggiornamento: 2012-11-29 12:23

utilizzi illegittimi

Scopro da Sandro Magister dell’esistenza di BeWeb, il portale Web dei beni ecclesiastici. L’idea è bella: dare accesso «all’immenso patrimonio di opere d’arte delle 224 diocesi italiane, dalle pale d’altare ai calici, dai paramenti liturgici alle statue». Ciò è bello. È anche comprensibile che BeWeb fornisca per le opere «i dati identificativi essenziali, tranne quelli che potrebbero indurre in tentazione i ladri». Però quando leggo che «La foto di ogni opera è anch’essa a bassa risoluzione, per impedire un suo utilizzo illegittimo», mi cascano le braccia… e continuano a cascarmi vedendo che nel sito è semplicemente indicato un Copyright BEWEB, e quindi nulla del materiale è riutilizzabile. Si sa che la condivisione è un furto :-(

Ultimo aggiornamento: 2012-11-23 16:40

Odifreddi e la censura

Sono anni che Piergiorgio Odifreddi scrive per Repubblica. Un paio d’anni fa il matematico ha anche iniziato a tenere un blog, con collegamento bello visibile in homepage, intitolato “Il non-senso della vita”; nel blog parlava di tutto – mi verrebbe quasi da scrivere “contro tutto” – tranne che di matematica, il che è perfettamente sensato in un blog. Solo che domenica ha scritto un post pesantemente antiisraeliano, dal titolo «Dieci volte peggio dei nazisti»: post che ventiquattr’ore dopo è stato cancellato dalla redazione web del quotidiano romano e che ha portato oggi alla decisione di Odifreddi di chiudere il blog, come potete leggere. Se preferite un resoconto un po’ più lungo, nema problema: ci pensa Il Fatto Quotidiano a raccontarvi la rava e la fava.
Non mi interessa entrare nel merito del post di domenica: mi limito a una citazione tangenziale. Riconosco il diritto di una redazione, che non è un semplice fornitore di connettività, a non voler essere associata a uno specifico contenuto: ma un minimo di correttezza dovrebbe imporre di parlare prima col tenutario della rubrica, e solo nel caso di un rifiuto netto proseguire con un’operazione unilaterale di forza. Detto questo, però, il testo del commiato di Odifreddi mi è parso tanto una piccineria: a mio parere avrebbe fatto una figura molto migliore con un comunicato asettico del tipo «Domenica avevo scritto un post. La redazione di Repubblica.it ha unilateralmente deciso di eliminarlo: a questo punto non ritengo di poter proseguire a scrivere su questo blog.» Ma magari, come disse Pascal, non aveva tempo per essere più breve!
I fan della libertà di parola a tutti i costi non si preoccupino, però. Scommetto che per l’Immacolata il buon PGO avrà il suo spazio su qualche altro quotidiano. Io scommetto sul Fatto: voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2012-11-20 15:40

infarto in treno

Fare l’esegesi a partire da un articolo di giornale è molto difficile e probabilmente non serve a nulla, ma mi pare comunque più saggio che diffondere acriticamente e acerebralmente, quindi tanto vale digitare qualcosa.
Non so se avete letto la vicenda del tipo che ha avuto un infarto sul Frecciarossa Torino-Milano che era appena partito, col treno che ha continuato la sua corsa fino a Rho senza fermarsi. Detto così sembrerebbe incredibile, no? Proviamo però a cercare di intuire dal testo dell’articolo cosa può essere successo.
Il poveretto si è sentito male “subito dopo Porta Susa”, il che significa relativamente poco: con buona probabilità ora che il capotreno è stato avvisato il treno aveva già passato Torino Stura e si era immesso nella linea ad alta velocità. A questo punto le possibilità non erano molte. Il treno avrebbe potuto fermarsi a uno dei posti di blocco che ci sono sulla linea, posti di blocco che per definizione sono collegati alla viabilità stradale. Però questi posti di blocco sono in mezzo al nulla, e quindi comunque si sarebbe dovuto comunque aspettare un’ambulanza o un elicottero. Il treno avrebbe potuto prendere un’interconnessione con la linea storica e fermarsi in stazione. Di interconnessioni ce ne sono due: una a Santhià, che si raggiunge un quarto d’ora circa dopo Porta Susa (e quindi non garantisco al 100% che non fosse già stata superata), e una a Novara, che spero sia stata migliorata rispetto a com’era nel 2006 col treno che prendeva un binario triste e solitario con limite di velocità a 50 all’ora. Fatti i conti, non è detto che ci sarebbe stato un vero vantaggio rispetto ad arrivare a Rho Fiera con medici e ambulanza già sul posto, come sembrerebbe essere successo in pratica… anche se non capisco la frase «Altri medici sono saliti e per quasi un’ora ancora hanno tentato un intervento in extremis» che per un infarto – a differenza di un trauma dove muovere il paziente può essere pericoloso – non ha senso.
Per quanto riguarda la mancanza di un defibrillatore a bordo dei treni, il mio commento è “boh”. Davvero, non so quanto costi un defibrillatore, quanto sia difficile usarlo e quindi formare i vari capitreno, quanta sia la probabilità di un infarto in treno e la distanza media da una stazione. Senza conoscere queste informazioni, come faccio a capire se ne vale davvero la pena?

Ultimo aggiornamento: 2012-11-19 12:07

complottisti M5S

Ieri Vittorio Bertola ha postato sulla sua bacheca Facebook una segnalazione: il Consiglio di Stato ha sentenziato che un consigliere comunale non può «autenticare firme relative ad elezioni di enti di cui il suo Comune non faccia parte». Vedendo cosa è capitato in questi ultimi anni con pacchi di firme false allegramente consegnate, e ricordando che un consigliere comunale non è un pubblico dipendente, per quanto mi riguarda la cosa è sacrosanta. Come lo sia per vb non lo so (il comunicato è asettico). Più interessante, come sempre, vedere cosa scrivono i commentatori.
Io capisco chi, come Gilda, si lamenta perché chi è già eletto si fa le leggine per evitare di raccogliere firme, sancendo così una disuguaglianza. Capisco già meno chi, come Giuseppe, si lamenta perché rischiava di trovarsi un consigliere SeL che certifica le firme a un banchetto M5S che raccoglie firme contro una porcata SeL (o magari non capisco proprio quello che ha scritto, intendiamoci). Ma quello che mi preoccupa davvero sono altri commenti. Giovanni commenta «dittatura»; Laura, «un’altra leggina anti-grillo, diventeremo sempre più forti!!!!!!»; Luca, «fase: ” poi ci combattono”…. in tutte le maniere possibili…to be continued !»; Marco, «stato di polizia?». Lo so, guardarsi l’ombelico è una delle attività preferite: faccio il blogger, volete che non lo sappia? Però un minimo di raziocinio dovrebbe fare capire che in questo momento M5S non ha certo problemi a raccogliere firme, e che quindi questa norma paradossalmente è in questo momento a loro favore, complicando la presentazione di liste civetta?
(Oops, ho parlato di raziocinio… parola vietata in Italia, e non solo tra i grillini)

Ultimo aggiornamento: 2012-11-14 09:42

Newsle: come NON fare pubblicità virale

Mi è appena arrivata una mail dal titolo “maurizio – A friend just invited you to Newsle” e dal testo

Hi maurizio,
A friend just invited you to Newsle.
Newsle is a free service that tracks people in the news. With Newsle, you’ll never miss an article about a friend or colleague.

Il messaggio termina con il testo «This message was intended for maurizio codogno. You’re receiving this because one of your Facebook or LinkedIn friends invited you to join Newsle». Ora, io sto invecchiando, lo so bene: però quando mi arriva una roba così, senza nemmeno sapere *chi* abbia deciso di farmi provare questo bellissimo e interessantissimo servizio, l’unica cosa che ho fatto è stata cliccare sul link “Opt out of all Newsle emails”. Siamo nel 2012: se pensi che queste mail anonime incuriosiscano, forse hai dei problemi. (Se pensi che così puoi verificare se gli indirizzi esistono davvero per poi spammare, allora forse hai qualche chance in più, diciamocelo…)

Ultimo aggiornamento: 2012-11-13 19:33