Io a dire il vero conoscevo il fratello gemello Piero, segaligno professore universitario di fisica. Di Paolo Villaggio conoscevo i personaggi, dal professor Krantz tetesco di Cermania che buttava giù dagli spalti le vecchiette al ragionier Ugo Fantozzi epitome del travet della seconda metà del ventesimo secolo (e non è un caso che anche la parola “travet” sia un eponimo del protagonista dell’opera di Vittorio Bersezio: l’idea dell’impiegatuccio è radicata nel pensiero degli italiani). E naturalmente sapevo della sua collaborazione goliardica con De Andrè per il testo di Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers; d’altra parte ricordo che Fantozzi nasce con gli sketch televisivi, ma prima dei film vengono i libri.
Stabilito che secondo me Villaggio (Paolo) merita un posto nella storia della letteratura italiana del ‘900 oltre che in quella cinematografica, mi permettete di dire che negli ultimi diciamo dieci anni era andato abbastanza fuori di testa?
Ultimo aggiornamento: 2017-07-03 09:24