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Alex Badalic

Non so quanti dei miei lettori l’abbiano mai conosciuto. Io credo di averlo perso di vista quasi vent’anni fa; il punto è che ci eravamo conosciuti de visu, ma solo dopo anni di chiacchierate in rete (ai tempi, Fidonet). Ai tempi era nato persino un neologismo in suo onore, “badalicco“. Il pensiero di quanti “esperti di comunicazione sociale” si siano fatti molta più pubblicità di lui con se va bene un quinto della loro esperienza mi rende ancora più triste.
Buon viaggio a te e condoglianze alla tua compagna Sara.
(vedi anche il messaggio sul wall di Facebook)

Ultimo aggiornamento: 2010-06-22 16:44

Martin Gardner

Alla bella età di 95 anni, ma lavorando fino all’ultimo, è morto il non-matematico più importante per la matematica del ventesimo secolo: Martin Gardner.
Avevo scritto di lui appena due settimane fa sul mio blog del Post: vorrei solo aggiungere una cosa. Gardner era laureato in filosofia, non aveva fatto nessun esame universitario in matematica, e aveva qualche problema con l’analisi matematica; eppure ha fatto quello che ha fatto. Quindi non ci sono davvero scuse per dire che la matematica è troppo ostica… (e molti matematici dovrebbero imparare a scrivere, d’accordo)
Addio, Martin!
Aggiornamento: (24 maggio)
Visto che l’italica stampa latita, lascio i link alle testimonianze in rete che ho trovato.
* Paniscus
* Zar
* Gravità Zero
* Deviazioni Ragionevoli
* Vittorio Pasteris
* liczin
* Torino Turistica
* i sogni ferrosi
* Il morto del mese
* Chesterton – il blog dell’uomo vivo
* Rudi Matematici
* Linguaggio macchina
* Matem@ticamente
* matematicamedie
* Quarantadue
* bUFOle & Co
Termino con un coccodrillo un po’ più lungo.
È vero, aveva 95 anni. Ma Martin Gardner ha continuato a lavorare fino all’ultimo per creare la New Martin Gardner Mathematical Library, l’edizione definitiva della raccolta della sua rubrica Mathematical Games sullo Scientific American – quindici libri oltre agli altri cinquanta che ha scritto nella sua prolifica carriera. E comunque nessuno delle generazioni di matematici che si sono avvicinati alla materia leggendo le sue opere voleva davvero sentire della sua morte, avvenuta ieri a Norman in Oklahoma.
Scrivere come fa Wikipedia che Gardner più o meno da solo ha rinnovato e nutrito l’interesse alla matematica ricreativa negli USA per metà del ventesimo secolo è un po’ esagerato; ma la sua importanza è stata incredibile, come punto di incontro tra i ricercatori e la gente comune. Basti solo pensare ai Gathering For Gardner, incontri a cadenza biennale in suo onore. Il tutto senza aver fatto studi formali in matematica, anzi!
Gardner nacque nel 1914 a Tulsa, Oklahoma; il padre era un geologo nel campo del petrolio, sua madre era una fervente metodista. Il giovane Martin divenne un fondamentalista, salvo poi diventare disilluso e mantenere una posizione teologica teista ma assolutamente non cristiana; l’esistenza di Dio per lui non poteva essere che un atto di fede, e da qui si sviluppò la sua avversione per le pseudoscienze. Nel frattempo si era laureato in filosofia, aveva scoperto che quella non era una laurea che permettesse di guadagnare, e si reinventò come giornalista scientifico, con l’intervallo di quattro anni nella marina USA durante la seconda guerra mondiale.
La sua carriera sembrava inesorabilmente fallita: nei primi anni ’50 accettò di fare il redattore per la rivista per bambini Humpty Dumpty’s Magazine. Tutto cambiò quasi per caso nel 1956: uno dei suoi hobby era la prestidigitazione, e a un incontro di maghi gli venne mostrato un esaflexagono. Gardner pensò che sarebbe stato possibile scrivere un articolo e venderlo allo Scientific American, con cui aveva già collaborato in passato: l’allora editor gli chiese se pensava ci fosse stato materiale a sufficienza per una rubrica regolare, Gardner rispose che pensava di sì, pur non avendo alcuna idea a proposito – non aveva nessun libro di matematica in casa! – e si accinse all’opera. A gennaio 1957 apparve il primo articolo della rubrica “Mathematical Games”, e il resto è storia: venticinque anni di rubrica, che hanno portato appunto ai quindici libri citati all’inizio.
Molti conoscono Gardner per il suo impegno cinquantennale contro i sedicenti paranormali, a partire dal suo libro del 1957 Fads and Fallacies in the Name of Science. Quello che non molti sanno è che ha anche tenuto una rubrica di giochi “fantamatematici” nella Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine, oltre ad avere preparato edizioni annotate delle opere di Lewis Carroll – ma anche dei racconti di Padre Brown! – e avere scritto saggi filosofici e un romanzo semiautobiografico, The Flight of Peter Fromm. Una carriera davvero incredibile, da Bach della matematica ricreativa. Ah: a Martin Gardner è stato dedicato l’asteroide 2587 Gardner, stella tra le stelle.

Ultimo aggiornamento: 2014-10-12 20:09

Edoardo Sanguineti

Tra un po’ immagino che anche gli altri giornali si sveglieranno, e invece del “Look di Gucci per la fantina Charlotte” o della “nudità che è l’anima della tv” ne parleranno. Stamattina è morto il poeta Edoardo Sanguineti.
Ma Sanguineti non era semplicemente un poeta: era un giocatore con le parole, e la poesia per lui era solo un modo per esprimere questo gioco (e infatti era uno dei pochi poeti che apprezzavo :-) ) Il mondo sarà un po’ più triste.

Ultimo aggiornamento: 2010-05-18 15:11

Raimondo Vianello

Era un bastardo dentro, col grande vantaggio che proveniendo da una famiglia dell’alta borghesia aveva una formazione culturale che gli permetteva di far credere di essere in realtà bravo e pacioso. E questa (l’essere bastardo dentro) è stata una cosa che me l’ha fatta apprezzare tantissimo. Poi non posso però dimenticare che assieme a Mike Bongiorno ha contribuito alla vittoria di Berlusconi nel 1994 :-(
Sono abbastanza convinto che soffrisse di Alzheimer, il che è una cosa che non auguro a nessuno: preferisco ricordarlo con alcuni video degli anni che furono.
la sigla di “Di nuovo… tante scuse”, dove “cantava”;
il cabaret di “Noi no”, che poi finiva così
un Carosello con Ugo Tognazzi (e sempre la Mondaini)

Ultimo aggiornamento: 2010-04-15 10:39

Nicola Arigliano

Chi ha la mia età associa inevitabilmente al nome di Nicola Arigliano la frase “Gruppo vacanze Piemonte, si parte!”, dai Caroselli del digestivo Antonetto. Pe chi è più giovane il suo nome non dice assolutamente nulla, anche se negli anni ’90 era tornato ad apparire anche in televisione.
Ma Nicola Arigliano, morto stanotte, era molto di più: non solo un crooner ma anche un jazzista, con uno stile di antan che era assolutamente piacevole all’ascolto. Eppure è sempre la tv, anzi la pubblicità, quella per cui vieni ricordato…

Ultimo aggiornamento: 2010-03-31 11:40

Bob Noorda

Se siete stati a Milano, non potete non avere visto uno dei progetti più famosi del designer (olandese di nascita, ma italiano di adozione) morto ieri: le indicazioni sulle linee della metropolitana erano state progettate da lui. Quando negli anni scorsi cambiarono il font usato, ci fu una sollevazione (occhei, non popolare, ma basta vedere quanta gente usa il Comic Sans per capire che queste cose sono davvero elitarie). Che poi magari voi siete uomini di mondo, siete andati a vedere la subway newyorkese, avete notato gli stessi font e detto “Ah, questi italiani che copiano tutto”. No, sono stati gli ‘mericani a riciclare il font meneghino, proprio per la sua leggibilità estrema
Ma anche se non siete mai stati nella capitale tangentistica d’Italia avrete sicuramente visto alcuni dei loghi che Noorda creò: io sapevo di quello dell’Eni e della Coop, ma ho scoperto che anche il logo Feltrinelli e quello della regione Lombardia (la rosa camuna stilizzata) sono suoi. Niente male, vero? Semplicità ma riconoscibilità immediata, una sintesi perfetta.

Ultimo aggiornamento: 2010-01-12 16:44

Carlo Sgorlon e Giulio Bosetti

Il Natale 2009 ci ha portato via due uomini di cultura coetanei (entrambi della classe 1930) ma con una storia diversa. Di Sgorlon penso ne abbiate sentito parlare più o meno tutti: scrittore sempre attento alle tradizioni friulane, tanto da avere riscritto in quella lingua il primo suo romanzo, Il vento nel vigneto che divenne Prime di sere (ah, anche lui era un normalista, anche se naturalmente della classe di Lettere). Vorrei spendere però due parole in più su Bosetti, proprio perché meno noto, tanto che neppure Wikipedia scrive molto su di lui. Bosetti ha fatto un po’ di televisione negli anni ’60, ha fatto parecchio cinema – ad esempio impersonava Eugenio Scalfari in Il Divo, ma soprattutto era un grande uomo di teatro. Attore, ma anche impresario: dalla stagione 1997-98 era direttore artistico del Teatro Carcano, ma soprattutto a fine 2003 si mise alla guida di un gruppo di attori per comprarsi il teatro, che rischiava di chiudere definitivamente. Ecco, vorrei ricordare proprio questo amore (fortunatamente corrisposto) per il teatro che l’ha fatto rischiare del suo per portarlo avanti.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-28 14:53

Igor Man

Ero quasi arrivato a credere che quello fosse il suo vero nome e cognome. Invece si chiamava sì Igor, ma di cognome faceva Manzella. Per chi come me è cresciuto a pane e La Stampa era una presenza di casa; anche in questi anni dove i suoi articoli erano fondamentalmente del tipo “Eh, ricordo quando ho intervistato X, andò così…” era un po’ come sentire il nonno o il vecchio zio che ci elargiva sprazzi delle sue memorie, e uno lo leggeva sempre con piacere. Ecco, potremmo paragonare la sua carriera di inviato speciale svoltasi quando gli inviati speciali erano davvero figure mitiche di giornalisti-scrittori a quella di Oriana Fallaci; con la piccola differenza che Igor Man non ha mai avuto il livore dell’altra e sembrava davvero un nobile siciliano come in parte era poi davvero, forse. Credo che ci mancherà.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-21 10:50