Archivi categoria: obituary

Piero Torasso

Il giorno di Natale è morto Piero Torasso. Il nome non vi dirà molto, a meno che non siate informatici torinesi: Torasso è stato uno dei primi laureati in informatica a Torino, dove poi ha presto avuto una cattedra che ha mantenuto fino alla fine. (Nota: la prima facoltà di informatica in Italia è stata a Pisa nel 1969: sono poi seguite Udine, Salerno e appunto Torino nel 1971)
Il campo di studi di Torasso è stato l’intelligenza artificiale, materia sulla quale teneva l’omonimo corso universitario che ho “seguito” anch’io mentre prendevo la seconda laurea in informatica. Le virgolette stanno a significare che non ho mai seguito una lezione a informatica, per il banale motivo che stavo lavorando: mi limitavo a presentarmi agli esami e sperare in bene. In questo caso, Torasso mi chiese tra le altre cose di parlare di un sistema di inferenza, di cui ovviamente mi sono scordato il nome, basato sulle proprietà “is-in” e “has-attribute”, o qualcosa del genere. Io me ne ricordavo una sola, e sono andato avanti per un po’ con lui che cercava di farmi usare la seconda e io che facevo equilibrismi per usare sempre solo la prima: col senno di poi, avrei dovuto capire che quei sistemi avevano dei problemi di base se potevano essere usati in modo diverso dal voluto :-) Ad ogni modo alla fine ho preso 29, che da un certo punto di vista è una medaglia al valore…

Ultimo aggiornamento: 2016-12-28 10:57

Bernardo Caprotti

Se si fa una ricerca su Caprotti qui sul mio blog ritornano altri 21 risultati. Non si può insomma dire che non abbia mai parlato del patron di Esselunga, morto oggi a quasi 91 anni: immagino di tumore, ne parlò un anno e mezzo fa. D’altra parte era facilmente immaginabile che la notizia di alcune settimane fa sulla nomina di un advisor per vendere Esselunga fosse legata a un peggioramento delle sue condizioni, anche se non credevo così improvviso.

Il punto è che Caprotti ha avuto un solo pensiero nella vita: far funzionare i suoi punti vendita come voleva lui. Ha fatto fuori – nemmeno tanto metaforicamente, c’erano ancora cause giudiziarie in corso – i figli di primo letto, nonostante a un certo punto avesse pensato di passare la mano al primogenito Giuseppe. Le lotte contro la Coop, comprese di libro scritto all’uopo (Falce e Carrello) e di sua condanna per diffamazione alcuni mesi fa, sono ben note. I suoi buyer erano delle belve, e se qualche fornitore non era d’accordo lui non ci pensava un attimo a togliere i loro prodotti dagli scaffali. D’altra parte i prezzi di Esselunga sono sempre stati assolutamente concorrenziali e la mia impressione è anche che ai dipendenti chiedesse molto ma offrisse più di altri concorrenti. (Ah, se qualcuno si ricorda della storia della cassiera che se l’era fatta addosso perché non aveva potuto chiedere una pausa, segnalo come la storia è poi finita.) Chissà che succederà adesso ai suoi supermercati.

Ultimo aggiornamento: 2016-09-30 22:04

Gianfranco Bianco

Se non siete piemontesi, non potete capire Gianfranco Bianco, morto stanotte. Per non so quanti anni (decenni?) è stato il giornalista principale nella redazione piemontese del Tg3: alle 19:35 era sempre sul pezzo. Pensate al presenzialismo di Mentana – per esempio mi ricordo durante l’alluvione del 2000 faceva i suoi interventi dal parapetto di un ponte sulla Dora, oppure per i dieci giorni prima del tradizionale concerto di Ferragosto a 3000 e passa metri di altezza faceva la spola su e giù per il cuneese. Pensate al classico riserbo sabaudo, che evidentemente è l’opposto del presenzialismo. Eppure Gianfranco Bianco riusciva a mettere insieme le due cose. Non so come dirlo: lo pensavamo un po’ come una macchietta, ma gli volevamo tutti bene (quasi tutti, la sua voce su Wikipedia era stata cancellata per non enciclopedicità…). Qualche anno fa, quando mi sono accorto che non presentava più il Tg regionale, avevo sentito dire che stava male, ma il riserbo di cui sopra aveva coperto praticamente tutto. Riposi in pace.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-29 09:47

Giorgio Giunchi

A metà degli anni ’90, quando la maggior parte di chi mi legge non sapeva nemmeno che esistesse Internet o al più aveva appena scoperto Video OnLine, c’era un gruppetto di persone che scriveva le regole per decidere chi e come potesse registrare un nome a dominio in Italia. La maggior parte di queste persone, che formavano quella che pomposamente si definiva Naming Authority, erano gli Internet provider di allora, quelli che ben prima che la Sip prima e Telecom Italia poi si accorgesse delle comunicazioni in digitale lottavano per avere una costosissima linea dati; c’erano gli avvocati, che immaginavano le possibili dispute future; poi c’era il gruppo del CNR (che poi si è presa tutta la gestione) che faceva le registrazioni effettive dei dominii, avendo la gestione di .it; ma c’erano anche membri parecchio improbabili. Tanto per dire, c’ero io, che tecnicamente ero Telecom Italia (anzi Cselt, che ai tempi era un’azienda separata) ma ho sempre fatto il battitore libero; c’era Marco d’Itri, ai tempi adolescente; e c’era Giorgio Giunchi.

Anche Giorgio era un outsider in quel consesso: era un maestro elementare di Chiari prossimo alla pensione, ma era interessatissimo a tutto quello che formava la storia della rete in Italia. Logorroico, scriveva papiri con metafore su metafore che ogni tanto mi erano del tutto incomprensibili, tanto che gli scrivevo in privato per avere un’esegesi del suo pensiero. Ma soprattutto era un catalogatore indefesso. Il suo sito cctld.it (il nome non era una stringa a caso… sta per Country Code Top Level Domain .it) è una raccolta dei primordi dell’informatica in Italia e all’estero, con ricordi e interviste che aveva pazientemente recuperato negli anni: una risorsa fondamentale per chi vuole sentire le parole di chi c’era davvero, e non di chi spadroneggia ovunque. Ci mancherai.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-19 22:37

Marco Pannella

A me Giacinto Pannella detto Marco (che non aveva mai voluto che lo si chiamasse con il nome del prozio prete) non ha mai detto molto. Il problema non erano le sue idee, ovviamente: il mondo è pieno di gente con idee ben diverse dalle mie con le quali non ho problemi a interagire, ed è anche pieno di gente con idee in teoria simili alle mie ma che non sopporto. Il problema è che a me Pannella ha sempre dato l’impressione di essere più interessato all’autopromozione che ai diritti: questi ultimi servivano solo in quanto gli permettevano la prima. Pensate a tutte le reincarnazioni del partito radicale, dove non appena c’era qualcuno che alzava un po’ la testa veniva subito fatto fuori: Grillo non ha inventato proprio nulla. Pensate ai digiuni che andavano avanti a cappuccini molto zuccherati. Pensate alla legge sul divorzio, che notoriamente è di Fortuna e Baslini, mica di Pannella. Pensate a come ha rovinato l’istituto dei referendum. Forse l’unica sua vera azione per i diritti è stata il referendum farlocco sull’aborto (quello della scheda arancione, che lo liberalizzava), che ha spinto la chiesa cattolica a raccogliere in fretta e furia le firme per il controreferendum: ecco, quella è stata probabilmente un’ottima sua mossa strategica non a favore di Pannella Giacinto detto Marco.
(vabbè, qualcuno doveva dirlo, tanto vale che lo faccia io)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-19 16:02

Solomon Golomb

Domenica primo maggio è morto Solomon Golomb. Sono abbastanza certo che molti dei miei ventun lettori l’avevano sentito nominare, essendo stato citato molte volte nei libri di Martin Gardner. La sua idea più nota è stata quella dei pentamini, i dodici pezzi distinti che si possono formare unendo cinque quadratini per i lati. Essendo Golomb anche un oculato amministratore, il termine “Pentomino” è stato tra l’altro da lui registrato negli USA. Ma Golomb ha anche ideato i righelli di Golomb, che servono per misurare distanze intere con il minor numero di tacche disegnate su di essi – e se vi sembra una cosa inutile, provate a costruire un array di ricevitori di onde radio che testino frequenze multiple di una frequenza data, cercando di risparmiare sui ricevitori.
Trovate altre notizie su di lui sul sito della John Hopkins University.

Ultimo aggiornamento: 2016-05-06 14:50

Gianni Degli Antoni

Ho incontrato Gianni Degli Antoni (gda per tutti) una sola volta, a Crema nel 2001. Nonostante non fosse certo un giovanotto, essendo nato nel 1935, era ancora una forza della natura.
L’informatica italiana ha avuto molti padri, e Degli Antoni è stato sicuramente uno di loro, portando l’informatica a Milano e contribuendo a fondare il dipartimento di Scienze dell’Informazione. Ma quello che non è facile capire guardando semplicemente le fonti scritte è la capacità che ha avuto di formare tantissimi studenti. Insegnare è relativamente facile. Formare non lo è per nulla.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-12 20:51

Uso privato di blog privato

Io vivo a Milano ormai da quindici anni. Ma dal 1970 al 2001 (e saltuariamente ancora per un paio d’anni) ho abitato a Torino, in Borgata Lesna. Un microcosmo – chiuso tra ferrovia ed ex caserma ora centro di espulsione – dove tutti si conoscevano tra di loro e che sento ancora come mia casa. Potete immaginare come mi sono sentito ieri quando ho saputo che erano morte due persone che ho frequentato per decenni.
Carlo Oddone è stato il maestro elementare di mio fratello: ma considerando che anche mia madre insegnava all’Ottino e – pur non essendo nello stesso anno – collaboravano spesso per varie iniziative era una figura di casa da noi. Sempre tranquillo, una persona affidabilissima e generosa.
Adriano Bulgarelli è stato il mio medico della mutua per anni, anche dopo che mi ero trasferito a Milano: e le volte in cui mi capitava di passare in settimana a Torino non mancavo comunque di fare un salto nello studio per salutarlo. Era una persona meravigliosa, sempre di ottimo umore nonostante tutte le traversie anche fisiche che gli erano capitate.
Che dire? Anche queste sono le radici che si stanno man mano seccando.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-13 19:22