Archivi categoria: milano

ambito 10

Oggi in pausa pranzo sono andato al nido al colloquio di tutoria per i gemelli, e ho percorso al solito via Alserio, che da lunedì scorso è passata a sosta a pagamento per i non residenti (il nuovo modello milanese di questi anni: non ci sono posti riservati, semplicemente chi ha il tagliandino della zona giusta non paga).
In un posto dove generalmente ci sono auto in doppia fila più o meno ovunque ho visto parecchi spazi vuoti (e un’Audi parcheggiata sul marciapiede all’angolo tra Farini e Alserio, ma come ben sapete la stragrande maggioranza degli audisti è geneticamente incapace di seguire il codice della strada). Sarà l’effetto primi giorni, e paura delle multe, ma mi chiedo: dove è andata a parcheggiare tutta quella gente?

Ultimo aggiornamento: 2011-11-02 16:40

distributore di latte crudo

Non so nel resto d’Italia, ma a Milano sembra che la moda di questi ultimi anni consista nell’aprire “negozi” formati da un gruppetto di distributori automatici dove comprare cose da mangiare e da bere: probabilmente la spersonalizzazione finale della pausa pranzo. Credo che in un raggio di cinquecento metri dal mio ufficio ce ne siano almeno tre.
Ieri però ho notato che il “self food”, o come diavolo si chiama, in via Padova quasi angolo via Predabissi ha pensato di differenziarsi, e ha aggiunto un distributore di latte crudo, il primo che vedo in Milano città. Un euro, un litro di latte (da bollire e consumarsi entro tre giorni): non so quanto costi la bottiglia se uno non se la porta da casa. Mah: mi pare bufffo questo incrocio tra junk food e cibi a km 0, ma viviamo in un mondo di contraddizioni…

Ultimo aggiornamento: 2011-10-26 11:38

Grandi Opere in via Martiri Oscuri

[lavori in corso] Ne avevo parlato due anni fa: i bellissimi lavori per riqualificare il capolinea di Greco del tram 1 avevano portato a una pavimentazione in porfido che in due mesi era diventata sufficientemente sconnessa per fare il Camel Trophy. In questi due anni hanno continuato a togliere pezzetti di pavè e rimettere asfalto, finché la scorsa settimana, come da foto allegata, si è messo seriamente mano e si è per l’ennesima volta rifatto tutto, stavolta in asfalto.
I lavori, anche perché in queste settimane non è piovuto, han dato un risultato migliore; peccato però che ci si sia dimenticati della parte iniziale, che anzi a furia di passaggi tram e macchine movimento terra ora è davvero invivibile. Chissà se tra altri tre o quattro anni ripareranno anche quel tratto: in fin dei conti saremo alla fine della giunta Pisapia, e quindi qualche lavoro lo dovranno pur fare :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-09-15 07:00

La tutela del verde

Oggi sul dorso milanese del Corsera c’era un articolo sul cantiere infinito per il parcheggio di Piazza XXV Aprile, cantiere che forse (forse) sarà terminato per Natale; non veniva in effetti specificato di quale anno. Ad ogni modo, l’articolo spiegava che l’ultimo ritardo è stato causa del Comune, che ha affermato che la sistemazione proposta non aveva abbastanza verde. Detto fatto, con l’ennesima modifica in corso d’opera sono state aggiunte ben 4 (quattro) aiuole. Dimensione delle aiuole? Dieci metri quadrati cadauna, praticamente la superficie del Suv di Lapo Elkann che in questi giorni (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare: e chi meglio di lui?) fa il testimonial a basso costo di uno degli effetti dell’acquisizione della Chrysler da parte della Fiat. Siamo proprio così convinti che ne valesse la pena?

Ultimo aggiornamento: 2011-09-09 09:59

Una casa per il Quarto Stato

No, non è un commento sulla deriva della nostra crisi: più banalmente è la polemica ferragostana sulle pagine milanesi del Corsera.
La materia del contendere è la lenzuolata di Pellizza da Volpedo, che l’anno scorso fu spostata dalla Galleria d’Arte Moderna in via Palestro al Museo del Novecento in Arengario, e messa sulla scala che porta alla galleria vera e propria. A quanto pare c’è chi dice che in quella posizione il quadro non è sufficientemente valorizzato, che ci vorrebbe una sala apposta solo per lui come nel caso di Guernica – dimenticandosi che il quadro non è grande come il capolavoro di Picasso, ma comunque misura 293×545 cm, non esattamente una miniatura), e che la sua collocazione corretta è… Palazzo Marino, cioè la sede del comune.
La cosa che mi dispiace di più è che temo di essere d’accordo con Sgarbi: se non ho letto male sull’edizione cartacea di oggi, lui afferma che il quadro, pur essendo stato dipinto nel 1901, è ancora ottocentesco e quindi dovrebbe tornare in Villa Reale che è la sua collocazione logica. Io sono un caprone per quanto riguarda l’arte, ma ritengo pure io che il Novecento artistico italiano inizi con il futurismo, e che il biglietto da visita del museo del Novecento dovrebbe essere qualcosa di Balla, o il boccioniano Forme uniche della continuità nello spazio che a me non piace affatto ma sicuramente ricorda qualcosa a tutti gli italiani. Sono anche d’accordo che il Quarto Stato messo lì mentre si stanno salendo le scale è piuttosto sacrificato. Ma io ricordo la posizione del quadro alla GAM: una stanza tutta per lui all’inizio del primo piano, ma con una luce pessima. Forse la soluzione migliore sarebbe davvero cercare uno posto per lui al Castello Sforzesco, che di spazio ne ha…

Ultimo aggiornamento: 2011-08-19 10:38

cosa nostra

Come forse sapete, il sindaco di Milano ha azzerato il consiglio di amministrazione di ATM, suscitando grande gioia tra molti utenti del servizio pubblico milanese di trasporti. Naturalmente la cosa non è andata molto a genio all’ormai ex presidente e amministratore delegato Elio Catania, che non ha mancato di puntualizzare le sue ragioni con una piccata dichiarazione, da cui estraggo una frase (le altre sono solo invettive: probabilmente non è stato beneducato da parte di Pisapia non ricevere Catania, ma non credo la cosa avrebbe cambiato il risultato finale)

«Stupisce, quindi, l’accusa di sprechi cui il Sindaco si riferisce: l’Azienda è sana, in utile, non indebitata, ha conseguito negli ultimi tre anni investimenti record e ottenuto progressi operativi e di servizio ampiamente riconosciuti che hanno reso ATM un benchmark nazionale e internazionale di efficienza, qualità trasparenza ed etica.»

Mi sarebbe piaciuto sapere chi consideri ATM un benchmark di efficienza; in questi anni ho spesso raccontato di come l’azienda sia riuscita a rimanere in pareggio o attivo, tagliando sulla manutenzione (i tram deragliano agli scambi? si bloccano gli scambi, mettendo nei posti dove è proprio necessario averlo in funzione un omino che lo sposti a mano. I vecchi tram ’28 non riescono a frenare? gli si toglie un motore, andando a 20 all’ora non ci sono problemi) e sul servizio (non ci sono autisti per fare tutte le corse se qualcuno è malato? nema problema, si sostituiscono le tabelle con gli orari di passaggio con quelle sugli intervalli di passaggio così nessuno si accorge di nulla).
D’altra parte, se vicino a casa mia passa una linea tranviaria di forza come il 4, e io in quella che dovrebbe essere un’ora di punta come le 8:30 faccio prima a portare a mano il passeggino coi gemelli – quindici minuti circa di camminata – che aspettare il tram e fare poi tre fermate c’è forse qualcosa che non va. E non è il traffico che blocca il tram, ve l’assicuro.
Ma detto tutto questo c’è la chicca finale. Dove pensate che sia stata pubblicata la nota dell’ex presidente? Su un’agenzia? Come intervista a un giornale? Macché. Sul sito ATM. Perfetta sensibilità istituzionale, in linea del resto col manager.
p.s.: da ieri ATM ha il nuovo dominio: www.atm.it. Importantissimo. Ma è anche vero che i predecessori di Catania che avevano pensato di prendere il dominio www.atm-mi.it invece che il più logico www.atm.mi.it avevano capito tutto dalla vita.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-02 07:00

i referendum milanesi

Milan l’è un gran Milan, si sa. Così, oltre ai quattro referendum nazionali, ci verranno consegnate altre cinque schede, per votare su un gruppo di referendum d’indirizzo proposti da un comitato variegato e bipartisan (tanto per dire, c’era l’ex assessore Croci, quello che prima è stato defenestrato dalla giunta Moratti e poi era corso in suo soccorso con una lista civica che non è però sia andata così bene)
Per prima cosa, i referendum comunali sono consultivi e d’indirizzo, il che significa che il comune non è affatto tenuto a seguirne il risultato, anche se venisse raggiunto il quorum (del 30% e non del 50%, attenzione). Il testo ufficiale lo trovate nel sito del Comune, ma io consiglio anche di leggere qua, e questo per una ragione molto semplice. Se state a guardare solo il testo dei referendum vi sembrerà di tornare alle grandi verità di Catalano, «è meglio avere la botte piena e la moglie ubriaca»: ma quasi tutte le misure proposte hanno un costo, e i referendum indicano anche dove i soldi necessari devono essere recuperati.
Ciancio alle bande: ecco i referendum.
Scheda marrone: Ecopass. Così lo chiamano tutti, ma la cosa è molto più complicata: innanzitutto perché oltre che chiedere l’allargamento della zona Ecopass alla cerchia della 90-91 si parla anche di potenziare mezzi pubblici e bike sharing e creare aree pedonali e zone a limite 30 Km/h, ma anche perché i 60 milioni necessari verrebbero ricavati non solo dalla sosta a pagamento (che quindi dovrebbe arrivare praticamente in tutta la città) ma anche dal passaggio di Ecopass da una “tassa sull’inquinamento” a una “tassa di ingresso”. Io personalmente voto sì perché continuo a credere che in centro a Milano (per una definizione di centro piuttosto ampia) non ci si dovrebbe andare in auto e l’auto di famiglia non ci serve comunque per girare in città; ma mi sa che molti non abbiano capito cosa ci stia dietro davvero.
Scheda celeste: più alberi per tutti. Ottima cosa, voterò sì, ma ricordate che i venti milioni necessari dovrebbero venire fuori dai proventi degli oneri di urbanizzazione (che sono già stati usati per di tutto di più, quindi non so quanto ci sarà), dal volontariato (e vabbè…) ma anche dall’aumento – oltre il consumo standard – delle tariffe per i rifiuti indifferenziati e dell’acqua.
Scheda lilla: conservare il parco di Expo. Costo zero (si fa per dire, con tutti i soldi che pensavano sarebbero venuti dalla vendita dei terreni rimessi a posto e con tutte le strade di accesso pronte). Beh, io voterò no, per l’ottima ragione che è una presa per i fondelli e con Milano c’entra un tubo. Io vorrei che con tutto quello dell’Expo si possa poi ottenere il massimo, ma non so a priori cosa sia il massimo. Se ad esempio mi dicessero “spostiamo la Rai lì e facciamo un parco in corso Sempione”?
Scheda blu: riconversione energetica. Costo dieci milioni, da ottenersi con la vendita di edifici pubblici (ammesso che ce ne siano ancora). Anche qua voterò no; sono contro il teleriscaldamento a tappeto, e mi preoccupa il concetto di rottamazione delle case vecchie e senza pregio in cambio dell’aumento delle volumetrie.
Scheda rosa: riapertura dei Navigli. Costo trenta milioni, di nuovo da ottenersi con la vendita di edifici pubblici. Ho dei forti dubbi sul trovare i soldi, però credo che i Navigli andrebbero davvero valorizzati e non lasciati marcire come adesso, quindi voterò sì.
Questo è quanto: milanesi, buon voto :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-06-09 07:00

Guardia Medica Pediatrica / update

Visto che sono stato malato anch’io, non vi ho resi partecipi di una novità incredibile: la Guardia Medica Pediatrica milanese risponde!
Sabato mattina Anna è riuscita a contattare il centralino allo 02.34567, e dopo un quarto d’ora il pediatra ci ha chiamato e fatto una diagnosi al volo per Jacopo (gastroenterite, cosa per cui non servivano ricette o altro). Non so se il tutto sia legato all’avvicinarsi delle elezioni, ma almeno è servito a qualcosa…

Ultimo aggiornamento: 2011-05-11 16:12