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Opportunità linguistiche

Google metterà in rete una scansione dei rotoli del Mar Morto. Come il Corsera ci fa opportunamente sapere, «Per chi non conosce l’Aramaico antico, Google fornirà la traduzione a fronte della trascrizione dei testi originali.».
Io capisco un errore di battitura, come il «manadati on line» qualche riga sotto. Ma chi ha composto quell’articolo ha letto la frase qui sopra? O è un cultore delle lingue semitiche morte e quindi non si capacita nemmeno che qualcuno possa avere dei problemi a leggere l’aramaico antico?

Ultimo aggiornamento: 2010-10-20 14:35

Offrite al Corsera un GPS!

Il Corriere della Sera è un giornale con sede a Milano. Oggi il dorso milanese, tra gli articoli sull’esondazione del Seveso e il caos che ne sta seguendo, ha aggiunto una foto con didascalia “Migliaia di automobilisti sono rimasti intrappolati, ieri, in viale Fulvio Testi e viale Zara”.
Bene: la foto mostra l’incrocio tra viale Lunigiana e via Melchiorre Gioia: distanza da viale Zara 1,1 km, distanza dalla sede del giornale in via Solferino 2,3 km. Mi sfugge la logica di fare una foto in un punto che non c’entra un tubo con quanto aggiunto in didascalia, e non riesco a capire come sia possibile che nessuno se ne sia accorto (o peggio, che se ne siano accorti e abbiano lasciato perdere).

Ultimo aggiornamento: 2010-09-21 12:35

le circonferenze degli ombrelloni

La notizia è vecchiotta, anche se Sleepers me l’aveva spedita immediatamente; ma le vacanze sono vacanze, e non avevo voglia di mettere su l’armamentario per postare sul blog.
Tanto per cambiare abbiamo il solito pool di ricercatori (stavolta dell’università di Valencia, chissà se la ricerca l’hanno fatta a Ibiza) che ha studiato l’utilità degli ombrelloni per proteggersi non tanto dal sole quanto dai raggi ultravioletti. Si scopre così che gli ombrelloni usati per il test sono bianchi e blu, ma soprattutto «alti un metro e mezzo e con una circonferenza di 80 centimetri». Ottanta centimetri di circonferenza significa circa venticinque centimetri di diametro; non dico che siano ombrellini da aperitivo, ma nemmeno un ombrello tascabile da pioggia è così piccolo. In effetti Sleepers ha anche recuperato l’abstract dell’articolo originale, dove si scopre che gli 80 centimetri sono il raggio dell’ombrellone – e la cosa torna – e anche che l’altezza non è 150 cm ma un metro, il che in compenso dà qualche perplessità sull’altezza del turista vacanziero spagnolo. Resta il fatto che a volte non è nemmeno facile copiare i numeri, mi sa!

Ultimo aggiornamento: 2010-08-31 07:00

Geografia politica

[che c'entra la Serbia?] Ieri a Trieste c’è stato un vertice a tre tra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Naturalmente il Corriere della Sera, come immagino tutti i quotidiani italiani, ha un articolo al riguardo (pagina 19), e anzi ha mandato un inviato, tal Marzio Breda, che ha scritto il suo articolo (almeno per oggi lo trovate qui) e l’ha consegnato alla redazione.
La redazione, appunto. Redazione che prende l’articolo, lo controlla, immagina che il lettore medio non riesca a capire a quale nazione si riferisca il presidente Napolitano, e quindi chiosa inserendo una n.d.r.: il paese che il nostro presidente si augura possa entrare presto a far parte dell’Unione Europea è “ovviamente” la Serbia.
Caro ignoto redattore della versione cartacea del principale quotidiano italiano: c’è un vertice fra tre nazioni, che stanno sulle due sponde dell’Adriatico. Due di esse (Italia e Slovenia) fanno parte dell’Unione Europea, la terza (Croazia) no. Secondo te, a quale nazione si stava effettivamente riferendo Napolitano? E cosa mai ti ha fatto decidere di aggiungere una nota insensata per spiegare una cosa già implicitamente scritta nel testo?

Ultimo aggiornamento: 2010-07-14 10:15

o punto o virgola

[o punto o virgola] Rectoscopy mi segnala un articolo del Corsera, linkato a partire dal ritaglio quassù. Come vedete, la prima cifra indicata (13,8 milioni di euro) usa la virgola come separatore decimale, mentre la seconda (5.572 milioni di euro) usa il punto, a meno che il tutto non fosse davvero costato cinque miliardi e mezzo. Intendiamoci: anch’io a volte uso la virgola e altre volte il punto, però sto bene attento a lasciare la stessa notazione nel singolo documento. Qua invece abbiamo una confusione a distanza di meno di una riga. Rispetto a quello che normalmente si trova scritto nei quotidiani non c’è nemmeno gusto, ma tant’è…

Ultimo aggiornamento: 2010-07-02 13:49

debito pubblico record: sai che novità

Sono arrivati i dati sull’indebitamento italiano ad aprile 2010: 1.812 miliardi e rotti, contro i 1.797 di marzo e i 1.749 dell’aprile scorso. Repubblica titola «Bankitalia, debito pubblico a livelli record»; il Corriere, «Debito pubblico: record ad aprile»; La Stampa, «Bankitalia: record del debito pubblico»; persino Il Sole – 24 Ore scrive «Debito pubblico record ad aprile», continuando con un «rallenta il calo delle entrate» che fa scoprire il piacere di usare le derivate per nascondere le brutte notizie. Occhei, Il Giornale ha preferito titolare «Italia meglio di Parigi e Berlino – Produzione in crescita dell’1%» con occhiello «Il debito sale a 1.812 miliardi ma non spaventa. Ecco perché», ma lì si fa sinergia familiare.
Il punto è che il totale del debito pubblico italiano cresce per dieci mesi l’anno, tranne nei mesi in cui si paga anticipo e saldo delle tasse, e il calo del debito in quei due mesi è velocemente recuperato, anche poi a causa dell’inflazione che fa crescere i valori assoluti. Ho preso questo documento (purtroppo fermo fino al 2007) e guardato il debito dal 2001 al 2007; ecco il numero di mesi per anno in cui c’è stato un “debito pubblico record” (ho scelto il non consolidato, ma non cambia molto). 2001: 5; 2002: 10; 2003: 3; 2004: 5; 2005; 5; 2006: 5. Passando ai bollettini economici della Banca d’Italia per gli ultimi anni, abbiamo 2007: 3; 2008: 5; 2009: 9. È vero che il record precedente (1.802 miliardi) resisteva da ben sei mesi; ma in media ogni due mesi abbiamo un nuovo record. È proprio il caso di titolare cinque volte l’anno che il debito pubblico è arrivato a un risultato record? Non si può cercare ogni tanto qualche altra frase?

Ultimo aggiornamento: 2010-06-15 11:44

dominii, siti, indirizzi IP: la solita confusione.

Per l’ennesima volta un articolo su uno dei maggiori quotidiani italiani, questa volta il Corsera, mostra come i nostri giornalisti non siano ancora riusciti a capire l’abc di come funzionino nomi e indirizzi in Internet.
Eva Perasso parte da una notizia direi corretta, che tra pochi mesi non ci saranno più indirizzi IPv4 a disposizione, e riesce a tirare fuori come conseguenza che “per trovare un dominio libero tra quelli di vecchia generazione si spenderà sempre di più”, seguendo un percorso tutto nella sua testa.
Provo a spiegare per l’ennesima volta la differenza tra nomi e indirizzi. Queste notiziole sono ospitate all’indirizzo 80.94.113.103, e al nome xmau.com, il che significa che a xmau.com è associato l’indirizzo 80.94.113.103. Ma non è scritto da nessuna parte che l’associazione sia biunivoca, cioè che a un nome corrisponda uno e un solo indirizzo e viceversa! Un sito molto grande potrebbe avere più indirizzi, un po’ come il palazzo sede di una banca potrebbe avere più numeri civici, e soprattutto a un indirizzo IP possono corrispondere molti dominii, proprio come molte famiglie di un condominio abitano allo stesso numero civico della stessa via della stessa città. Il concetto non mi sembra così complicato, ma a quanto pare non entra proprio in testa al giornalista tipo. Certo, la mancanza di indirizzi IPv4 si farà sentire, ma non certo per quelle ragioni, o per “i pacchetti di siti acquistati per compiere frodi”…
Aggiornamento: (5 maggio, 11:30) Dopo tutto lo sputtanamento ricevuto, ma soprattutto dopo che Mantellini ha raccontato che non era nemmeno stato rettificato, quelli del Corsera hanno cancellato la pagina :-)
Aggiornamento: (5 maggio, 13:30) L’articolo è tornato in linea, con l’occhiello «Il seguente articolo era stato pubblicato in una prima versione contenente alcune gravi imprecisioni. Pubblichiamo a seguire una revisione del testo e chiediamo scusa ai lettori. La redazione.» e le frasi incriminate cancellate. Resta comunque poco chiaro chi si accaparri gli indirizzi IPv4, e insomma non segnalerei certo l’articolo per chi volesse sapere cosa sta succedendo: però è giusto apprezzare la redazione del Corriere che ha scritto nero su bianco “ci siamo sbagliati”.

Ultimo aggiornamento: 2010-05-04 15:06