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la bella vita del portavoce Wikimedia Italia

In queste settimane mi sono fatto un minimo di pubblicità in qualità di portavoce di Wikimedia Italia. Questo comporta grandissimi vantaggi, tipo di potersi sentire intervistato a Radio Montecarlo mentre cenavo, ma anche un flusso di mail delle quali potrei fare volentieri a meno.
Quella che mi è arrivata or ora, e che inserisco qua eliminando naturalmente i riferimenti personali, è però un po’ strana persino per la media. Il titolo è «commercialista di zzzzzz richiesta info» (ho ovviamente pecettato anche il titolo) e il testo è:

egregio Don ciotti avrei piacere parlarle di un progeto non politico ma benefico basato su speranze e idee espresse da un sondaggio che abbiamo attuato nel tempo sul disagio sociale che ci circonda il nostro paese avendo momentaneamente un discreto gruppo di adesioni anonime ma consistenti gradirei poterle parlare di persona ma in attesa che vostra signoria mi consenta udienza oltre alla posta elettronica da voi gia in possesso lascio anche il mio n.cellulare privato NNNNNNNNNN in attesa di un contatto sempre sia lodato da un buon cristiano Xxxxxx Xxxxxx nativo di Zzzzzz residente e sposato in localita yyyy lombardia
                fervidi saluti

Sono qui a chiedermi cosa io abbia in comune con don Ciotti, oltre all’origine veneta e alla mia piemontesità…

Ultimo aggiornamento: 2013-02-01 14:20

io e Vodafone

Io ho una SIM Vodafone, SIM che non uso mai: se ne sta su un vecchissimo telefonino DVB-H (giusto per dire quanto è vecchio, per chi ha capito cos’è quella sigla: era il periodo in cui volevano mandare la televisione sul telefonino…). Anche quest’anno, come al solito, mi sono dimenticato di fare una ricarica: lo scorso sabato lo accendo, vedo che erano passati dodici mesi e qualcosa, penso “ah, il solito problema”, e mi accingo a fare una ricarica online: niente, mi dice che il numero selezionato non esiste.
Occhei, posso fare il 190. Come, però? I cellulari mio e di Anna sono Tim, il telefono fisso non è fisso ma VoIP e mi butta giù la linea. Aspetto lunedì e vado in ufficio, solo per scoprire che il nostro centralino non gradisce i numeri che iniziano per 1. Colpo di genio: mi rimetto a compulsare il sito Vodafone e scopro che dall’estero si può chiamare il +39.349.2000190 :-)
La signorina (molto gentile) del call center mi riattiva il numero, mi dice di aspettare il tardo pomeriggio, ma mi suggerisce di verificare all’accensione che si veda il logo vodafone e non “servizio limitato”, perché altrimenti dovrò cambiare SIM. Io rispondo di sì, poi me ne dimentico e lunedì sera faccio la ricarica: nulla da fare.
Ieri ero a casa malato; stamattina passo nel negozio Vodafone vicino all’ufficio, sgancio l’obolo necessario e cambio SIM. Tutto a posto: mi sono persino messo un reminder nel calendario per dicembre. Solo che mi sono chiesto “come cavolo fa una SIM a smagnetizzarsi?” Sono andato a chiedere ai colleghi, e Stefano mi ha subito detto “semplice, basta metterla vicino a un magnete”. A questo punto mi sono ricordato che il telefono era dentro uno svuotatasche dove c’erano anche dei magnetini superpotenti. Chissà dove li nasconderò, adesso…

Ultimo aggiornamento: 2013-01-31 07:00

altro che Fort Knox!

Stamattina ho scoperto che in ufficio non si può più schiacciare la maniglia della porta tagliafuoco che ci permette di arrivare all’ascensore (e alle scale: considerando che tra dicembre e gennaio l’ascensore è rimasto bloccato per un mese, l’esistenza delle scale è una manna dal cielo). È stato inserito infatti un blocco che può essere tolto solo avvicinando il badge. Questo significa che per entrare in ufficio io devo:
(a) usare il badge per aprire il cancello
(b) usare il badge per aprire la porta a vetri ed entrare nel palazzo
(c) usare il badge per aprire la porta tagliafuoco.
Visto che hanno anche fatto i lavori per mettere i tornelli – fisicamente tra (b) e (c) – a breve occorrerà usare il badge quattro volte per entrare. Mi chiedo cosa ci sia di così importante nei nostri uffici.

Ultimo aggiornamento: 2013-01-30 14:41

mi assomiglio?

Se siete tra i miei ventun affezionati lettori, ricorderete che due anni fa ho pubblicato un libro per Vallardi, Matematica in relax. È però meno probabile che sappiate che esiste un sito, Cado in piedi, che raccoglie contributi dei vari autori del gruppo editoriale Mauri Spagnol, quorum ego. Almeno nel mio caso quello che trovate non sono contributi appositi: vengono ripresi i post più interessanti che scrivo per il Post, ovviamente dopo aver chiesto preventivamente il consenso.
Beh, questa è la mia pagina autore, che come tutte le altre presenta un disegno della faccia dell’autore stesso, in questo caso pertanto io. Quello che mi chiedo è: mi vedete davvero così?

Ultimo aggiornamento: 2013-01-24 07:00

Ho fatto carriera

Quasi due anni fa mi autonominai portavoce/addetto stampa (“pro tempore” e a titolo gratuito) di Wikimedia Italia. La ragione era molto semplice: ogni tanto, almeno in linea di principio, occorreva che qualcuno scrivesse ai giornali per indicare le castronerie informazioni non proprio corrette su Wikipedia e affini. Ora, io non ho certo studiato da addetto stampa né l’avevo mai fatto, però almeno su Wikipedia ne so abbastanza e sono anche in grado di scrivere in italiano. Insomma, la situazione si è più o meno cristallizzata: chi si ricorda il wikisciopero di ottobre 2011 sa che io sono sopravvissuto a una serie di interviste di tutti i tipi (e vi siete persi quelle che non sono mai state pubblicate, una per il New York Times e una televisiva per un canale francese), ma bisogna dire che i miei comunicati stampa sono sempre caduti nel vuoto.
Ieri pomeriggio la Capa mi scrive, dicendomi “domani viene ufficialmente lanciato Wikivoyage. Fai un comunicato?” Io non le dico che ero convinto fosse già partito da due mesi, e mi limito a rispondere “la Wikimedia Foundation ha mica preparato qualcosa?” al che mi viene spedito il comunicato ufficiale (con embargo fino a oggi pomeriggio). Prendo, traduco – ah, Google Translate fa un lavoro quasi sufficiente per i comunicati stampa. Devono essere scritti con una sintassi e semantica davvero standard! – chiedo ai wikiviaggiatori se vogliono aggiungere qualcosa, visto che mi lasciano mano libera aggiungo due righe mie, e ieri sera spedisco il tutto alla lista dei contatti.
Beh, stasera mi ritrovo su repubblica.it, addirittura puntato dalla home page. Sono soddisfazioni, no?

Ultimo aggiornamento: 2013-01-15 20:37

Spammarketing

I miei ventun lettori sanno bene che in questi decenni io di cose ne ho prodotte parecchie: più o meno pregevoli, ma comunque di qualità direi almeno accettabile, rispetto a quelle che si vedono in giro. I ventun lettori di cui sopra sanno anche che non è che mi sia messo a spammarli chissà quanto. Tanto per dire, quando ho pubblicato il libro ho preparato un blog apposta per non appestare questo; se creo una pagina facebook non mando a cani e porci l’avviso; le volte che mi capita di segnalare un mio post da qualche parte, aggiungo al link un paio di righe come executive summary in modo che nessuno rischi di cliccarci su; persino su Google+ o posto cose pubbliche – per cui non arriva quindi una notifica – oppure nel caso di cose prettamente matematiche le invio solo all’acconcia cerchia, risparmiando gli altri. Il tutto perché io non sopporto lo spam, e quindi non voglio generarne.
Poi però vedo gente che retwitta compulsivamente qualunque cosa abbia il loro nome sopra, siti che rimandano più volte i loro post sperando di beccare qualcuno che non si è accorto di essere già passato di là, richieste di farmi piacere le più bieche “creazioni dell’ingegno”; e mi domando perché io non solo non riesco a vendermi ma trovi la cosa anche un po’ ripugnante. (Ma più che altro mi chiedo che cosa io debba fare con questo tipo di spammatori :-) )

Ultimo aggiornamento: 2013-01-09 11:56

Consigliatori di libri su Rieduchescional Channel

La scorsa settimana ho postato la recensione di un libro di Imre Toth. Di questo libro Amazon l’anno scorso aveva tre copie nella vecchia edizione hardback, e le lasciava come remainders a metà prezzo. Una copia la comprai allora, e gliene rimasero due per un anno… fino alla settimana scorsa. Ieri ho dato un’occhiata alla classifica dei libri più venduti, e ho scoperto che non ce ne sono più: insomma con ogni probabilità due persone hanno scelto di comprarselo grazie alla mia recensione.
Dovrei spiegarlo agli editori :-)

Ultimo aggiornamento: 2012-12-17 14:55

leader o riferimento?

Uno dei riti immarcescibili delle grandi aziende è la valutazione delle prestazioni dei lavoratori. Una cosa che serve a ben poco, considerando che per essere licenziati bisogna mettersi davvero d’impegno, e che la probabilità di vedere aumenti di stipendio è ormai pari a quella di trovare un grattaevinci da centomila euro (o quanto sia il premio “grande”: non sono mai riuscito a capire la logica delle lotterie istantanee).
Vabbè: quest’anno, tanto per cambiare, mi è stato segnalato che io non ho sufficiente leadership, cosa sulla quale del resto concordo perfettamente: insomma nulla di nuovo sotto il sole. Poi però ci ho pensato su un po’, e sono finalmente riuscito a focalizzare un pensiero che in qualche modo mi girava da un bel pezzo per la testa. Io sono probabilmente un punto di riferimento (Edoardo Bennato avrebbe detto “il faro illuminante”…) per un certo qual numero di persone; e per altre persone sono comunque un benchmark, nel senso che generalmente non accettano le mie conclusioni ma sono comunque interessati a come presento i miei argomenti. (Nota: generalmente le persone intelligenti apprezzano chi non la pensa come loro, perché hanno la possibilità di affinare i propri punti di vista). Tutto questo, per quanto mi riguarda, è abbastanza naturale: sono uno abituato ad andare avanti per la propria strada senza preoccuparsi molto del consenso, con gli anni ho anche appreso in un modo o nell’altro i rudimenti pratici della retorica, e la cosa mi sta più che bene.
Però proprio queste mie caratteristiche mi rendono geneticamente incapace a essere un leader. Mi manca il carisma, o se preferite la capacità di trascinare i recalcitranti; mi manca la dialettica della mediazione, non tanto tra le mie istanze e le altrui quanto tra due gruppi di opinione diversi; e soprattutto mi manca la voglia di provare a fare tutto questo. Se mi frequentate virtualmente da un po’ di tempo sapete che quando io faccio qualcosa non vado a spammarlo in giro: se lo scrivo una volta è tanto, perché altrimenti mi sembra di rompere le palle ai lettori. Ma è così un male? perché mai da grande dovrei fare il leader?

Ultimo aggiornamento: 2012-12-11 12:15