Avrei da fare un annuncio, ma lo farò tra un paio di giorni :-)
Ultimo aggiornamento: 2020-01-09 21:46
A fine aprile arrivano i report di vendite dei libri. I miei ventun lettori sanno che a meno di casi eccezionali (quorum non ego) con i libri non si guadagna nulla, e sanno anche che io non ho problemi a rendere pubblico il numero di copie vendute.
Ho avuto con qualche settimana di anticipo il rendiconto di Codice, e ho scoperto che ho venduto meno 129 copie cartacee di Matematica in pausa pranzo (e 193 positive elettroniche, ma con quelle si guadagna molto meno). Per Matematica in pausa caffè i numeri sono 66 e 338 rispettivamente, per la cronaca.
Non è impossibile vendere un numero negativo di copie: mi era capitato nel 2015 con Matematica in relax. Quello che succede è che le librerie piazzano ordini in conto vendita, e se dopo un po’ il libro non vende te lo rimandano indietro. È anche per questo che il distributore si fa pagare così tanto, tra l’altro. Quello che però non capisco è tutta questa differenza con l’altro libro, perfino adesso: non sto insomma confrontando lo stesso periodo di tempo dalla loro uscita, ma proprio quello che succede nel qui-ed-ora. Se qualcuno di voi li ha letti entrambi, saprebbe dirmi che ne pensa?
Mentre uscivo per andare in palestra, ho visto cartelli appesi per ogni dove nella mia sede che comunicavano che domani sarebbero state testate le sirene antincendio, che non era un’esercitazione o tanto meno un pericolo e quindi non era necessario “evaquare” lo stabile.
Un’ora dopo sono rientrato e i cartelli erano stati tutti sostituiti: ora non è più necessario “abbandonare” lo stabile. (Ah, prima erano anche firmati e ora no)
Giuro che io non ho detto nulla a nessuno.
Ultimo aggiornamento: 2018-03-27 14:14
Sabato mattina squilla il telefono (fisso). Risponde Anna, già sapendo di che si trattava: solo che non aveva voglia di divertirsi e ha detto “ah, aspetti che le passo quello di Tim”. Io ho preso il telefono e detto “Buongiorno, sono un dipendente Tim, mi dica pure”. Bisogna dare atto alla signora dall’altra parte della linea che dopo un attimo di smarrimento è andata avanti commentando “allora sa già dei prossimi aumenti”, al che io ho risposto “certo, ma so anche che l’Authority li ha bloccati” (il che è tecnicamente vero, anche se irrilevante nel contesto”. Il dialogo è continuato con “ah, a noi non ce l’hanno ancora detto…” “Beh, è possibile che non sia arrivata la notizia ufficiale, ma è su tutti i giornali”.
Vabbè, la tipa ha poi detto di non essere davvero di Tim ma di Federconsumatori, e io l’ho salutata gentilmente senza nemmeno chiederle come mai avesse il mio numero di telefono che non è negli elenchi. Sto invecchiando.
Ieri mi sono trovato nella buca delle lettere una letterina di Amazon. No, non è Bezos che mi annuncia l’aumento dell’80% di Prime, che io non posseggo. (Ce l’ha Anna, e quella email è arrivata a lei). Molto più prosaicamente, c’era un modulo 1042-S. E che cos’è, direte voi?
Beh, ricordate che quest’autunno mi sono autopubblicato Matematica in relax 2? Io l’ho anche messo in vendita negli USA, perché non si sa mai dove vivano i miei fan. Per farlo ho dovuto compilare non so quanti moduli, indicare che non sono un cittadino USA e che mi andava bene pagare le tasse a nonno Trump. Orbene, nel 2017 ho avuto un reddito lordo di 2,55 dollari (credo equivalenti a tre copie vendute, non ho voglia di controllare), il 30% del quale (77 cent) è rimasto all’IRS. Felice di contribuire all’economia USA, mi rimane questo dollaro e settantotto centesimi che non so se e come dichiarare. Se non ho capito male, in realtà ci dovrebbe essere un accordo tra Italia e USA per evitare la doppia tassazione: ma sarà vero?
(Mettiamola così: se va tutto bene, anche quest’anno accetto il 730 precompilato ed evito il problema)
Se siete tra i miei ventun lettori sapete più o meno cosa succede in Telecom Italia (o Tim, se preferite), visto che ogni tanto ne parlo. Magari avete anche sentito che c’è un “fondo avvoltoio” che sta rastrellando azioni per la prossima assemblea, dove proporrà all’ordine del giorno di far fuori tutti i consiglieri stranieri. Bene: il fondo Elliot ha deciso che gli articoli sulla stampa potevano non essere il massimo e ha scelto di creare un minisito, nel quale ha postato una lettera agli azionisti dove spiega cosa vuole fare (far salire di valore le azioni facendo fuori l’attuale management che a loro parere fa schifo: risultato che in parte hanno già ottenuto, visto che dal baratro di 0,647 del 6 febbraio, quando immagino hanno cominciato a comprare, le azioni sono risalite a 0,81).
La cosa più divertente per me è vedere la parentesi “(italiano)” a fianco di ciascuno dei nomi proposti per il board. Mi sa che con Vivendi questi qua hanno proprio il dente avvelenato.
Ultimo aggiornamento: 2018-03-16 17:40
Ricordate la storia del contratto ponte per il settore telecomunicazioni? Cinquanta euro di aumento lordi spalmati in tre tranche, di cui gli ultimi 10 non stanno nemmeno nei minimi ma finiscono in una voce a parte in modo che non diano effetti sul TFR?
Bene. I primi venti euro dovevano essere erogati a gennaio, ma “per ragioni tecniche” è slittato tutto a febbraio. Oggi è arrivato il cedolino, ed effettivamente il minimo contrattuale è cresciuto. Peccato che, come scritto in una riga al fondo del cedolino, “L’importo ex Acc. 23.11.17 è assorbito dal superminimo salvo diversa previsione.” Uno spiegone per chi non è lavoratore dipendente. I contratti di lavoro indicano il minimo stipendio che deve ricevere un lavoratore, a seconda del suo livello inquadrativo. Poi l’azienda può decidere di dargli più soldi: questi soldi possono essere concessi come una tantum, oppure inseriti nello stipendio. In quest’ultimo caso si parla di “superminimo” (perché è sopra il minimo sindacale – da dove credete che arrivi il nome di questa espressione). A sua volta il superminimo può essere assorbibile oppure non assorbibile: nel primo caso può essere spostato sui minimi salariali quando essi aumentano, nel secondo no.
Detto in altri termini, è perfettamente legale che l’azienda (in questo caso Telecom Italia, non so cosa sia successo nelle altre aziende del settore) faccia questa operazione. Telecom, oltre ad avere al suo interno quasi la metà dei lavoratori interessati a questo contratto, ha un parco lavoratori generalmente “anziano”, e quindi la maggior parte di noi ha superminimi tipicamente assorbibili. Risultato pratico: se va tutto bene, dei cinquanta euro promessi ne vedremo a luglio dieci (quelli della voce a parte). È vero che a pensare male si fa peccato, ma mi viene da pensare che il ritardo nell'”elargizione” di questo aumento fosse dovuto alla speranza che il sindacato approvasse il piano di tagli proposto dall’azienda (la famigerata solidarietà espansiva: lavoriamo e veniamo pagati venti minuti in meno al giorno, ma rimanendo in ufficio le stesse ore) prima di vedere questo grande risultato. Secondo voi che succederà ora?
Ultimo aggiornamento: 2018-02-26 11:02