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Ma io sono un matematico?

Come i miei ventun lettori sanno, tecnicamente io mi definisco “matematto divagatore” e sono ragionevolmente certo che la definizione mi caschi a pennello, considerato che sono una persona serissima sempre pronta a partire per la tangente. La domanda oziosa perfetta per ferragosto è se però mi posso considerare un matematico oppure no, e la risposta è un po’ più complicata.

Per prima cosa, non esiste a quanto ne so un albo dei matematici, almeno in Italia: quindi non possiamo determinare ope legis la mia appartenenza o no alla categoria. Certo, ho una laurea in matematica. Ma è altrettanto certo che io non faccio matematica nel senso di ricerca di nuovi teoremi, né ho mai fatto nulla del genere. (A proposito di divagazioni: sulla carta d’identità la mia professione è indicata come “ricercatore”, per una congiuntura astrale di più di vent’anni fa. È una cosa diversa da “ricercatore universitario”, comunque). Detto questo, penso si possa asserire che io abbia una forma mentis matematica: non genericamente scientifica, perché più che fare ipotesi io tendo a sviscerare le conseguenze di un fatto, lavorando insomma per deduzioni. Sicuramente poi se mi trovo davanti un problema provo a matematizzarlo, e se il problema è già matematico la mia mente prova subito in automatico un certo numero di vie tipiche del matematico di professione. Poi magari non so risolvere il problema, ma quello è un dettaglio.

Insomma credo di meritarmi il titolo di “matematico aggiunto” o “di serie B”!

faccio il prezzemolo

Tra metà settembre e inizio novembre sarò ospite (“parlante”) in tre eventi. La concentrazione è un po’ strana, tipicamente faccio una o due conferenze l’anno, ma ci può stare. Naturalmente nessuno dei miei discorsi verterà sulle cose che faccio per il mio lavoro ufficiale, quello insomma per cui mi pagano: ma questo ci sta.

Il punto è che a metà settembre sarò a Padova al CICAPfest per parlare di matematica – avrei dovuto presentare il nuovo libro che è slittato a inizio 2019, quindi riciclerò altre cose; a inizio ottobre sarò a Torino a dig.it con il cappellino di Wikimedia Italia a raccontare ai giornalisti sabaudi la direttiva sul copyright; e infine a novembre a Chiari, a Microeditoria, farò l’internettaro col mio sodale Paolo Artuso parlando di Scimmie digitali.

Forse sto esagerando un po’ con la quantità di cose diverse che faccio?

brutte nuove

[croce rossa] Alla visita di controllo dicevano che tutto andava bene, la retina si è riattaccata, il gas sta andando via, eccetera eccetera. Peccato che io continui a vedere a bitorzoli, nel senso che messa più o meno a fuoco una riga vedo un po’ di lettere, poi due o tre che formano una specie di dosso, e così via. Quando è arrivato il chirurgo mi ha fatto rifare la scansione oculare e ha bofonchiato agli specializzandi “fotoricettori”. A mia domanda specifica ha detto che potrebbero essersi rovinati, essendo la retina comunque fragile, e che bisogna aspettare per sapere che succederà :-(

Ultimo aggiornamento: 2018-08-07 17:19

Pregiudizi

L’altro giorno sono venuti in casa nostra due operai per rimontarci un mobile. Nessuno dei due era italiano: il primo era probabilmente slavo, parlava un ottimo italiano e manteneva i contatti, mentre il secondo era sudamericano e parlava più spagnolo che italiano. Mi ci è voluto un po’ per capire che il più sveglio era il sudamericano :-)

(Per completezza: i miei pregiudizi non erano sulla razza, cosa della quale non poteva importarmi di meno, ma sull’equivalenza padronanza linguistica – perizia)

bollettino medico

Il decorso postoperatorio va bene. Martedì ho un altro controllo, per sapere se devono laserarmi via un punto che sta strizzando l’occhio (in questo momento ho un astigmatismo di +3). Mi sa che mi toccherà andare in ufficio alla fine della settimana prossima :-)

Ultimo aggiornamento: 2018-08-01 17:46

segnaposto 2

(anche oggi nessun post, sarebbero stati scomodi da scrivere a faccia in giù)

Ultimo aggiornamento: 2019-05-07 16:10

Per una volta avrei dovuto seguire il dottor Google

Mercoledì scorso ho cominciato ad avere qualche problema con la visione periferica. Se puntavo l’occhio vedevo bene, ma mi restava una strana situazione. Una guglata I aveva detto “possibile distacco della retina”. Vabbè. Venerdì ero a casa in solidarietà; ho portato i bimbi in stazione perché partivano per la colonia, passo dall’ottico sotto casa che mi fa immediatamente chiamare un oculista. Gli descrivo i sintomi: mi dà un appuntamento per mercoledì dicendomi però di andare al pronto soccorso se mi fosse capitato di vedere lampi di luce.

Sabato dopo cena un paio di punti luminosi mi fanno decidere:Anna mi porta al pronto soccorso dell’oftalmico. Arrivo per le 22: al triage l’infermiera mi fa “guardi che c’è una lista di attesa lunghissima”, al che replico “aspetterò”; mi dà un codice bianco con una diagnosi paraculista al massimo. Con santa pazienza aspetto fino all’una passata, quando finalmente arriva il mio turno e l’oculista di guardia conferma che c’è un distacco della retina in corso, mi dice di tornare lunedì mattina in reparto per stabilire la data dell’operazione, mi intima di stare il più possibile sdraiato e mi cazzia per non essere andato prima. Mi fa uscire con la richiesta di ticket, poi mi richiama e mi rifà il referto in codice verde, o più precisamente l’ossimoro “urgenza differita”.

Noticina: non mi avrebbe cambiato la vita pagare i 25 euro, e fosse per me farei pagare prima ed eventualmente rimborsare poi per scremare; e ad ogni modo non ho idea di quale sia la differenza logica tra codice bianco e verde (se bianco è “non saresti dovuto venire al pronto soccorso” mi chiedo perché il triage non mi abbia messo un verde che al più sarebbe stato declassato dal medico). Ma il vero punto è un altro : possibile che per una volta avrei dovuto seguire i consigli della rete?