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silenzio stampa

Di per sé oggi ci sono state le semifinali dei giochi matematici: ma ero così fuori fase che avrei fatto davvero meglio ad andare piuttosto a Roma al festival della Matematica.
Sarà per un’altra volta :-)
Aggiornamento: (19:25) con due errori su otto esercizi (gli ultimi due :-) ) sono arrivato quinto a Milano. Non credo che basti per passare alle finali, ma è meglio che nulla.
Ah: tra i partecipanti le donne saranno state un quarto del totale, il che è un gran miglioramento rispetto agli anni passati! Finalmente anche loro riescono a convincersi che possono partecipare esattamente come i maschi…
Aggiornamento 2: (11 aprile) È vero. Quest’anno c’è stata un’ecatombe tale che passano in finale anche quelli che di esercizi ne hanno sbagliati tre.Vedi classifica.

Ultimo aggiornamento: 2008-03-15 16:39

noi siam come le ventole

Stamattina noto che qualche spyware non so come voleva intrufolarsi sul mio PC e cambiare la pagina di partenza del browser. Lo blocco, faccio un po’ di controlli vari di pulizia, e faccio ripartire la macchina.
No: la macchina non riparte, e dà questo messaggio di errore: “la ventola non funziona, io non parto” o qualcosa del genere. Mi era già successo l’anno scorso, tra l’altro. A questo punto chiamo Marco, visto che io e l’hardware non andiamo molto d’accordo: con le buone maniere (leggasi, svitare la protezione della ventola e darle un colpetto a mano) riparte tutto.
A questo punto chiamo l’assistenza tecnica per far cambiare la ventola, e scopro che solo in questo modello (Compaq dx2000) la ventola dello chassis ha un sensore che controlla anche il numero di giri della ventola stessa, e blocca il tutto se non va alla velocità giusta. Non per nulla il tecnico mi ha detto che in magazzino di quelle ventole ne hanno un bel po’… se sono fortunato, oggi ho già quella nuova!

Ultimo aggiornamento: 2008-03-14 13:33

A Sonny&Me

I blog hanno un loro ciclo di vita: nascono, crescono, e muoiono anche. Nella maggior parte dei casi, un blog finisce “not with a bang but a whimper”: chi lo scrive si scoccia, iniziano a passare giorni e poi settimane tra un post all’altro, fino a che la polvere si accumula sui bit. Ma in questi giorni tra i blog che conosco due hanno chiuso con un bang. Onestamente, non mi preoccupo più di tanto di xlthlx, che tanto la conosco bene e una volta disintossicata ripartirà ancora una volta, salvo poi fare di nuovo la piazzata tra un anno o giù di lì :-P
Vorrei invece spendere due parole in più su Sonny&Me, visto che io credo di essere stato (meglio, lo sono state le notiziole…) uno dei motivi perché lui aprisse il suo blog. Mi sento insomma il dovere morale di scrivergli due parole, visto che tanto so che mi legge ancora.
Hai scritto che stavi chiudendo il blog perché ormai la tua “copertura” era svanita, e i tuoi studenti (anzi le tue studentesse, a giudicare dagli ultimi commenti che ho potuto leggere) avevano trovato questo tuo spazio. A parte che – a giudicare almeno dagli ultimi tuoi messaggi – sembravi quasi un serial killer che lasciava apposta delle tracce perché la polizia riuscisse a trovarlo, c’è un punto che mi lascia perplesso. Vedi, un blog è fondamentalmente un diario, anche se pubblico e generalmente commentabile. In un diario finisci sempre a parlare di te stesso. Puoi scegliere di cosa parlare: ad esempio io parlo abbastanza di quello che faccio, ma mai delle cose davvero importanti. Però so benissimo che si possono sapere molte più cose del sottoscritto leggendo i miei post in cui non parlo di me, perché comunque ci sono indizi di come la penso in tutto quello che scrivo. Per evitare questo risultato, hai solo tre possibilità: non avere un blog, averne uno dove posti racconti o cose senza alcuna attinenza con te stesso, oppure avere davvero un blog anonimo, il che però significa anche “senza interazione con i tuoi lettori”. C’è chi lo fa, c’è chi riesce persino ad avere un blog normale e un blog anonimo – non chiedermi come, io forse riuscirei a usare due stili di scrittura completamente diversi, ma sarebbe una faticaccia. A dire il vero c’è anche chi fa il “blog per amici”, con accesso protetto da password, ma anche quella mi pare una forzatura, e comunque non ti ci vedrei.
Il punto di base però è un altro. Che c’è di male se i tuoi studenti (o i tuoi colleghi, o il macellaio sotto casa tua) sa che hai un blog e lo legge? Occhei, gli studenti possono essere un po’ ruffiani, ma tu non dovresti avere problemi ad accorgertene. Per il resto, molti non saranno per nulla interessati da quello che scrivi mentre alcuni invece lo apprezzeranno, indipendentemente dalle interazioni che hanno nella vita reale con te. Non siamo persone monodimensionali; quello che siamo sul lavoro è una cosa, quello che siamo con gli amici è un’altra cosa, quello che siamo online è un’altra cosa ancora. Ma se non siamo troppo alienati (un poco lo siamo per forza…) non c’è nulla di male, e anzi tutto questo è un vantaggio!
Tutto qua :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-03-09 12:23

vaffanculo all’autista della 42

numero di vettura 2369, per la cronaca, che alle 17:40 di oggi mi ha fatto due rasette a distanza di tre centimetri massimo in via Cagliero.
Giusto per darvi un’idea dell’intelligenza del tipo, c’era un auto in seconda fila parcheggiata subito dopo la fermata. Lui mi ha stretto, poi si è dovuto allargare dall’altra parte per evitare l’auto ferma, e subito dopo si è fermato – venti metri oltre la palina – visto che c’era qualcuno che immagino dovesse scendere dal bus.
Spero tanto che stasera, quando finirà il turno e tornerà a casa, un Tir inizi a stringerlo bello bello e gli sfasci tutta l’automobile (no, lui può tranquillamente rimanere illeso, la rappresaglia non è una cosa che mi interessi)

Ultimo aggiornamento: 2008-03-03 17:57

mi avete fatto spaventare Anna!

stamattina arrivo in ufficio, scopro che il mio PC era di nuovo bloccato perché non funzionavano le ventole (ma riaccendendolo è ripartito, come al solito…), chiamo Anna che stava per uscire a sua volta di casa, e lei mi dice “guarda subito sul Radio Popolare! Stanno dicendo che avevano messo in un fondo – etico, non sia mai – i soldi, questo fondo è andato male, e ora hanno un gruppo di loschi affaristi che vuole prendersi la radio!”.
Boh, dico io. Mi collego sul sito, e non vedo nulla di particolare. Boh doppio, penso io. Attacco lo streaming, e sento che Gianmarco Bachi sta intervistando Andrea Di Stefano: il “professor Di Stefano” spiega che questo fondo è “di diritto liechtensteiniano”. A questo punto, nonostante l’obnubilamento del lunedì mattina, ho iniziato a intuire che stava succedendo, mi sono ascoltato Serafini che continuava a spiegare le possibili azioni da fare, e ho serafinicamente aspettato che annunciassero ufficialmente che partiva la campagna di abbonaggio.
Vabbè, per una settimana l’uso della radio a casa nostra sarà molto ridotto, immagino, ma quello non è un problema. Però, cribbio, non potete rovinare così la mattina a mia moglie! Vergognatevi!!

Ultimo aggiornamento: 2008-03-03 12:35

Giornata della Riappropriazione Pedonale

È lunedì mattina. C’è una giornata di sole (ovviamente che mi va negli occhi mentre pedalo al mattino), nemmeno fredda nonostante siano le otto del mattino. Pedalo verso l’ufficio, schivo al solito un po’ di auto guidate da gente che non pensa che sarebbe opportuno svegliarsi prima e andare in ufficio poi, e mentre svolto da via Melchiorre Gioia in via Braga mi trovo un pedone che sta percorrendo la via esattamente al suo centro, e che si ferma sorpreso mentre prendo la curva: non che gli sarei comunque passato al pelo, una bici occupa relativamente poco spazio. Bah, penso, strano.
Ma molto più strano è stato trovare, nel breve percorso verso l’ufficio, una seconda, una terza, una quarta e una quinta persona sempre in mezzo alla strada. Erano tutte su vie piuttosto strette e teoricamente non troppo trafficate, viale Monza ad esempio era scevra da questa epidemia, ma ad ogni modo mi sono chiesto se per caso non avessero indetto la Giornata della Riappropriazione Pedonale delle strade urbane e non mi fossi accorto di nulla. O magari è solamente il tepore primaverile che sveglia le anime e appisola i neuroni. Voi ne sapete qualcosa in più?

Ultimo aggiornamento: 2008-03-03 11:25

Ci vuole poco a farmi contento

Anna e io siamo entrati in questa casa cinque anni fa, una volta finita di costruire e rimesso a posto il parquet che avevano montato a soletta non ancora asciugata, con intuibile risultato. Il costruttore ci aveva consegnato 2 (due) radiocomandi per il box: uno che apre solo la saracinesca del box e uno che apre anche il cancello. Come è giusto, la spartizione è stata fatta in maniera sfacciatamente sessuale: in fin dei conti io generalmente mi muovo in bicicletta, e quindi non è che abbia tutti questi problemi a tirare fuori la chiave del cancello. Io ci avevo anche tentato, di duplicare il radiocomando: niente da fare, sembrava proprio che quel modello a codice rotante fosse assolutamente bloccato, e occorresse modificare la centralina.
In un momento di decisionismo, chiesi all’amministratore di mettere all’ordine del giorno dell’assemblea del mese scorso la possibilità di chiamare una volta per tutte il radiocomandista, visto che non eravamo gli unici con questo problema. Arriviamo a discutere quel punto, e il nuovo condomino appena arrivato fa “ma dov’è il problema? Sono andato alla ferramenta qui a cinquecento metri, e mi hanno fatto arrivare il radiocomando con tutte le istruzioni del caso”. Ah, faccio io. La scorsa settimana sono così andato a ordinarlo (38 euro), e giovedì mi è arrivato. Tutto felice, vado a eseguire le istruzioni come da foglietto allegato: mettere i due radiocomandi NUOVO e VECCHIO – nel foglietto scrivevano in maiuscolo, io eseguo obbediente – l’uno di fronte all’altro, tenere schiacciato per cinque secondi il radiocomando NUOVO, poi schiacciare per tre volte di fila il VECCHIO e ancora una volta il NUOVO per conferma. Niente. Riprovo una seconda volta: niente. Ieri torno al negozio, e chiedo lumi: il tipo mi dice “guardi, provi a mettersi il più vicino possibile alla ricevente, a meno di un metro; se proprio non ci riesce, al limite mi dia poi un colpo di telefono e arrivo quando torno a casa la sera.
Stamattina c’era un bel sole, faceva caldo, ero di ottimo umore, e mi sono rimesso di buona lena, alzando i radiocomandi al cielo in offerta sacrale e contando fino a sette invece che a cinque perché tanto io sono sempre frettoloso. Ebbene sì: ci sono riuscito! Ora sono il prode proprietario di un radiocomando a due pulsanti, esattamente identico a quello di Anna! (A dire il vero stavo programmandolo invertendo i due pulsanti, ma me ne sono accorto subito e ho pensato che forse non era esattamente il caso). Come ho scritto nel titolo, mi accontento di poco, no?

Ultimo aggiornamento: 2008-03-02 17:30

pubblicitari in modalità write-only

Giovedì pomeriggio, attraverso il form che permette di scrivermi un messaggio, mi è arrivata la seguente richiesta: (non metto i nomi perché non sono poi così importanti.
Gentile Staff di Xmau,
mi chiamo [deleted] e mi occupo della gestione pubblicitaria del sito [deleted], azienda di e-commerce specializzata [deleted].
Ho preso visione del vostro sito e sarei interessato a pubblicizzare i nostri prodotti attraverso le vostre pagine. Pertanto vi chiedo i riferimenti del vostro responsabile della pubblicità. [ecc. ecc.]
Credo che chiunque abbia davvero “preso visione del mio sito” si sia accorto che qua non ci sono nemmeno i Google AdSense. Bene, invece che buttare via il messaggio mi sono messo a rispondere, scrivendo
>Ho preso visione del vostro sito
no, non l'ha affatto fatto.
Da qui è seguito un botta e risposta da commedia:
lui: Scusami ma non ho capito cosa intendi :) puoi spiegarti meglio?
io: se tu “avessi preso visione del mio sito”, avresti letto (dalla home page) “chi paga per questo sito”.
lui: Scusami ancora ma non risco a risalire alla tua email e quindi al tuo sito.
Questo perchè o mi stai scrivendo da una email diversa da quella dove ti ho contattato o il tuo sito aveva una form per il contatto.
Potresti gentilmente indicarmi il sito?
io:xmau.com, il che significa appunto che il sito non l’hai visto se non
per l’esistenza del form.
Poi più nulla.
Probabilmente dopo tutto quello che aveva scritto, aggiungere una parola di scusa per avere lavorato in modo write-only convinto che nessuno avrebbe potuto rifiutare la sua favolosa offerta gli avrebbe fatto sforare la sua temporizzazione…

Ultimo aggiornamento: 2008-03-01 15:11