Come forse sapete, la mia azienda non se la passa troppo bene, e ci fa stare a casa per lunghi periodi. Da settembre 2022 a febbraio 2024, per esempio, il gruppo dove lavoro io è in contratto di espansione (tolgono soldi a noi per assumere qualche giovane) con una percentuale del 25%, il che significa che per cinque o sei giorni al mese siamo a casa. (In alcuni di quei giorni dobbiamo però seguire dei corsi di formazione…)
Giovedì sera mi è arrivata una mail da Risorse umane che diceva
Gentile Collega,
in relazione al Contratto di Espansione in corso, ti comunichiamo che, per esigenze sopravvenute di programmazione, abbiamo rimodulato il calendario delle sospensioni a te già comunicato anticipando la giornata di sospensione del 29/12/2023 al 28/09/2023.
Ovviamente non sono l’unico ad averla ricevuta: tutti noi sotto CdE ci siamo visti anticipare di tre mesi l’ultima giornata di sospensione del 2023. Venerdì mattina chiamo il mio capo RSU per informazioni: lui era riuscito a sentire i nazionali che hanno confermato quello che immaginavo già da solo. In pratica la mia azienda vuole fare di tutto per migliorare i risultati del terzo trimestre, sui quali si baserà la valutazione della rete che sarà con ogni probabilità venduta entro fine anno. Evidentemente ogni centesimo conta, e anticipare la giornata di sospensione porta a risparmiare nel trimestre alcuni soldi. Quanti? Ho fatto un conto spannometrico. Trentamila persone per 150 euro lordi giornalieri fanno 4,5 milioni di euro: lo 0,1% del fatturato del secondo trimestre 2023 e lo 0,3% dell’Ebitda. Se siamo a questi livelli, siamo messi davvero male; e se all’azienda è venuto in mente solo adesso, e non all’inizio del mese, di fare questa furbata ci sono pesanti guai con la gestione.
Detto questo, sono andato a controllare l’accordo per il contratto di espansione, firmato da tre attori (azienda, sindacato e governo). C’è scritto (grassetto mio)
La giornata di programmata sospensione potrà essere collocata in altra data del medesimo mese laddove intervengano esigenze organizzative o formative.
Perché deve essere collocata nello stesso mese? Semplice. Nel contratto di espansione l’Inps, cioè lo stato, paga una piccola quota dello stipendio non guadagnato dak dipendente che sta a casa. Anticipare il mese di fruizione della giornata di sospensione migliora la trimestrale della mia azienda, ma anticipa costi statali, e non so quanto Giorgia e Giorgetti siano felici della cosa. Abbiamo insomma un truschino contabile a spese dello Stato. Carino, no?


A Chiavari la casa dove stiamo è del 1969 e l’impianto elettrico pure, tanto che stiamo pensando di rifarlo. Ieri mattina Anna mi dice “è saltata la corrente”. Accendo la luce e dico “no, c’è”. Dopo un po’ di controlli abbiamo scoperto che mancava in bagno – se n’era accorta perché la lavatrice si era bloccata – e in camera. Che fare? Io, da buon teorico, dico “probabilmente si è staccato un filo da qualche parte, proviamo ad aprire le scatole e vedere cosa è successo”. Naturalmente poi dopo la teorica ci vuole la pratica: cerco i pochi attrezzi che abbiamo (nessun cercafase per esempio, ma tanto io prima stacco l’automatico e poi lavoro), svito una scatola, soffio via la polvere, guardo: mi pare tutto a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente per vedere di non aver peggiorato la situazione, ristacco la corrente, provo la seconda scatola. Qui polvere non ce n’era, ma i cavi erano di nuovo tutti a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente, dico ad Anna “io più di così non so che fare” e lei “ma la lavatrice è ripartita!”
Avendo compiuto 60 anni, il mercoledì ho diritto al 10% di sconto (salvo sui prodotti in offerta) ai Carrefour. Stamattina ho pensato di sfruttare la cosa: niente di eccezionale, ma ho preso le due cose che ci servivano. Arrivo alla cassa, dico che ho lo sconto over 60, faccio per consegnare la mia carta d’identità e il cassiere mi dice “no, va bene così”. Mi sono sentito davvero vecchio.
Ieri siamo tornati a casa. I mici hanno cominciato a venirci dietro mentre mettevamo a posto le cose, finendo in armadi e cassetti vari. A un certo punto, finito tutto, troviamo solo due gatti. Dov’è Annika? Cominciamo a cercarla in giro. Suona il citofono: è la vicina del secondo piano con Annika in braccio, che ci dice che ha sentito miagolare e l’ha trovata nel giardino.
