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cose personali del 2023

Addio Pippi

Stamattina alle 7, quando mi sono alzato per preparare le cose per Jacopo che andava a scuola, si sono appalesati solamente Tommy e Annika a pretendere la pappa. Nulla di particolarmente strano: spesso qualche gatto dorme su dai ragazzi, e se Cecilia ha poi chiuso la porta di camera sua Pippi è rimasta bloccata su. Cecilia non deve andare a scuola, quindi è inutile svegliarla.

Jacopo si prepara ed esce, e dopo una decina di minuti squilla il citofono. Rispondo, pensando che come al solito si fosse dimenticato la tessera ATM: era invece il vicino di casa, che mi diceva che c’era una gattina rossa per terra sanguinante. Mi precipito giù con Anna: era Pippi. Presumibilmente stanotte era uscita sul balcone, dove c’è la cassetta dei suoi bisogni: quel balcone ha un muro alto un metro, ma in un modo o nell’altro è possibile per un gatto saltare sul mancorrente. Magari aveva visto una mosca o una cimice, ha cominciato a saltare ed è caduta.

Abbiamo provato ad andare nello studio veterinario vicino a casa che teoricamente avrebbe un pronto soccorso: chiuso, e al telefono non rispondeva nessuno. Abbiamo provato a telefonare alla San Francesco, che ha un pronto soccorso veterinario: messaggio registrato che diceva “stanotte non ci sarà servizio di pronto soccorso per cause indipendenti dalla nostra volontà” (e per cause ben dipendenti dalla loro volontà non hanno certo dato un recapito di qualche altra clinica). Abbiamo chiamato la nostra veterinaria che è arrivata di corsa, ha cominciato a dare morfina a Pippi e le ha fatto una lastra: colonna vertebrale fratturata. La veterinaria ha cercato qualche neurologo veterinario, cosa non banalissima di sabato mattina, per vedere se si poteva fare qualcosa: le risposte sono state molto dubbiose, ma soprattutto se sopravviveva a un’operazione sarebbe rimasta quasi certamente paralizzata e con ogni probabilità con problemi alla vescica e forse all’intestino. Abbiamo deciso per l’eutanasia :-(

Ultimo aggiornamento: 2023-10-07 20:34

Raschiare il fondo del barile

espansione Come forse sapete, la mia azienda non se la passa troppo bene, e ci fa stare a casa per lunghi periodi. Da settembre 2022 a febbraio 2024, per esempio, il gruppo dove lavoro io è in contratto di espansione (tolgono soldi a noi per assumere qualche giovane) con una percentuale del 25%, il che significa che per cinque o sei giorni al mese siamo a casa. (In alcuni di quei giorni dobbiamo però seguire dei corsi di formazione…)
Giovedì sera mi è arrivata una mail da Risorse umane che diceva

Gentile Collega,

in relazione al Contratto di Espansione in corso, ti comunichiamo che, per esigenze sopravvenute di programmazione, abbiamo rimodulato il calendario delle sospensioni a te già comunicato anticipando la giornata di sospensione del 29/12/2023 al 28/09/2023.

Ovviamente non sono l’unico ad averla ricevuta: tutti noi sotto CdE ci siamo visti anticipare di tre mesi l’ultima giornata di sospensione del 2023. Venerdì mattina chiamo il mio capo RSU per informazioni: lui era riuscito a sentire i nazionali che hanno confermato quello che immaginavo già da solo. In pratica la mia azienda vuole fare di tutto per migliorare i risultati del terzo trimestre, sui quali si baserà la valutazione della rete che sarà con ogni probabilità venduta entro fine anno. Evidentemente ogni centesimo conta, e anticipare la giornata di sospensione porta a risparmiare nel trimestre alcuni soldi. Quanti? Ho fatto un conto spannometrico. Trentamila persone per 150 euro lordi giornalieri fanno 4,5 milioni di euro: lo 0,1% del fatturato del secondo trimestre 2023 e lo 0,3% dell’Ebitda. Se siamo a questi livelli, siamo messi davvero male; e se all’azienda è venuto in mente solo adesso, e non all’inizio del mese, di fare questa furbata ci sono pesanti guai con la gestione.

Detto questo, sono andato a controllare l’accordo per il contratto di espansione, firmato da tre attori (azienda, sindacato e governo). C’è scritto (grassetto mio)

La giornata di programmata sospensione potrà essere collocata in altra data del medesimo mese laddove intervengano esigenze organizzative o formative.

Perché deve essere collocata nello stesso mese? Semplice. Nel contratto di espansione l’Inps, cioè lo stato, paga una piccola quota dello stipendio non guadagnato dak dipendente che sta a casa. Anticipare il mese di fruizione della giornata di sospensione migliora la trimestrale della mia azienda, ma anticipa costi statali, e non so quanto Giorgia e Giorgetti siano felici della cosa. Abbiamo insomma un truschino contabile a spese dello Stato. Carino, no?

una gita a Capo di Ponte

la pieve di Capo di Ponte
Sabato scorso Anna e io siamo andati fino a Capo di Ponte, in val Camonica, per vedere la mostra fotografica del nostro amico Paolo Pobbiati, all’interno del festival della fotografia Segni 2023. (Amico che fa il bis sabato presentando il suo libro “Invasioni di campo“).
Il problema della val Camonica è che è lontana. In genere la strada più rapida da Milano fa prendere l’autostrada fino ad Ospitaletto e poi la statale che lascia alla sua sinistra il lago di Iseo; l’alternativa più breve, arrivare a Bergamo e poi prendere la SS42, può essere rischioso in caso di traffico. Io notoriamente non sono un tipo da fotografie e infatti ho evitato accuratamente di vedere le altre installazioni; ma vi assicuro che la Pieve merita davvero (molto più dei massi di Cemmo lì sotto: in teoria hanno le incisioni rupestri dei camuni, in pratica ho visto qualcosa solo in uno dei massi).
Per darvi un’idea della pieve (e delle foto, se non volete salire questo weekend) potete vedere la mostra virtuale approntata da Paolo.

perché non posso farmi crescere la barba

io "con la barba" Nella seconda metà di luglio non mi sono tagliato la barba. Quella che vedete è la foto dopo due settimane di crescita (incolta), subito prima che tornassi ad avere il solito pizzetto. Come potete vedere, in tutto quel tempo si è formata una peluria da poco: se volessi davvero farmi crescere la barba, oltre che incorrere nelle ire di Anna, mi ci vorrebbero dei mesi.
Mi hanno sempre stupito quelli che se vanno a cena fuori devono rifarsi la barba perché è già cresciuta dalla mattina…

che bricoleur!

A Chiavari la casa dove stiamo è del 1969 e l’impianto elettrico pure, tanto che stiamo pensando di rifarlo. Ieri mattina Anna mi dice “è saltata la corrente”. Accendo la luce e dico “no, c’è”. Dopo un po’ di controlli abbiamo scoperto che mancava in bagno – se n’era accorta perché la lavatrice si era bloccata – e in camera. Che fare? Io, da buon teorico, dico “probabilmente si è staccato un filo da qualche parte, proviamo ad aprire le scatole e vedere cosa è successo”. Naturalmente poi dopo la teorica ci vuole la pratica: cerco i pochi attrezzi che abbiamo (nessun cercafase per esempio, ma tanto io prima stacco l’automatico e poi lavoro), svito una scatola, soffio via la polvere, guardo: mi pare tutto a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente per vedere di non aver peggiorato la situazione, ristacco la corrente, provo la seconda scatola. Qui polvere non ce n’era, ma i cavi erano di nuovo tutti a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente, dico ad Anna “io più di così non so che fare” e lei “ma la lavatrice è ripartita!”
Ovviamente non ho nessuna idea di cosa ho fatto, e non so quanto la mia “riparazione” durerà. Diciamo che rifare l’impianto diventa un’urgenza…

Sono vecchio :-(

Avendo compiuto 60 anni, il mercoledì ho diritto al 10% di sconto (salvo sui prodotti in offerta) ai Carrefour. Stamattina ho pensato di sfruttare la cosa: niente di eccezionale, ma ho preso le due cose che ci servivano. Arrivo alla cassa, dico che ho lo sconto over 60, faccio per consegnare la mia carta d’identità e il cassiere mi dice “no, va bene così”. Mi sono sentito davvero vecchio.

Ultimo aggiornamento: 2023-08-16 12:34

I gatti hanno davvero sette vite

Ieri siamo tornati a casa. I mici hanno cominciato a venirci dietro mentre mettevamo a posto le cose, finendo in armadi e cassetti vari. A un certo punto, finito tutto, troviamo solo due gatti. Dov’è Annika? Cominciamo a cercarla in giro. Suona il citofono: è la vicina del secondo piano con Annika in braccio, che ci dice che ha sentito miagolare e l’ha trovata nel giardino.
Considerando che sono certo di non aver mai aperto la porta di casa dopo che l’avevo vista l’ultima volta, e che comunque non può aprire il portone a pian terreno, l’unica possibilità è che sia caduta dal balcone (al sesto piano: quello del quinto piano ha una rete, questo in genere sta chiuso), che abbia trovato qualche pianta che abbia attutito la caduta e sia arrivata a terra senza farsi nulla. Nessuna zampa rotta, salta tranquillamente per giocare. Non ci credo ancora.

Una cosa buffa di me che non capisco

Io di solito dico scherzando “ho imparato a parlare perché dovevo dire quello che stavo leggendo”. La cosa non è così lontana dalla verità: ho cominciato a parlare a quasi due anni e a leggere prima dei tre. Tutto questo ha però portato un problema: per me le lingue – tutte le lingue – sono qualcosa di scritto e non di orale. Faccio una fatica enorme a capire l’inglese parlato, e il mio accento è orrendo (un britannico direbbe “peculiar”, il che è la stessa cosa), ma anche solo in italiano non riesco a sentire la differenza tra è ed é, e da buon piemontese di nascita pronuncio la vocale sempre nel primo modo. Mia mamma mi prendeva in giro dicendo “non è battèsimo, ma battésimo”, e l’unico modo in cui riuscivo ad approssimare il suono era far finta di parlare con la cadenza veneta dei miei nonni. Il guaio credo sia il fatto che si scrivono entrambe allo stesso modo, e quindi il mio cervello le incasella in un unico posto.

Ma c’è un ma. Se io devo scrivere una parola francese, tipicamente uso gli accenti corretti. Che ci vuole, mi direte: avrai studiato le parole leggendole, e quindi ti sei imparato a memoria la posizione dell’accento. E invece no. Io non ho mai studiato francese e non parlo francese (posso leggerlo un po’, ma semplicemente perché è una lingua neolatina e sono abituato a estrapolare informazioni da dati incompleti.) Come faccio allora a imbroccare l’accento giusto? Semplice, pronuncio a bassa voce la parola e “sento” se le e sono aperte o chiuse.

Ecco. Perché mi accorgo della differenza dei due suoni in una lingua che non parlo, e non nella mia lingua madre?