Come sapete, io vado a lavorare tutti i giorni in bicicletta, e tendo a usare l’auto il meno possibile: troppa fatica. Ieri mattina però dovevo portare i quasiseienni a una festa di compleanno in zona in-fondo-a-viale-Monza. In linea teorica avrei potuto aspettare il giusto, infilarli sulla 51, fare tre quarti d’ora di giro turistico nel nord Milano e arrivare a destinazione; all’atto pratico ho pensato che forse era meglio fare un quarto d’ora di macchina.
Caricatili e partiti, arrivato sul ponte di via Breda ho visto una coda insolita e in cima al ponte mi è parso di vedere dei ciclisti. Vabbè, penso, passiamo al piano b: passo dalla Bicocca, faccio via Sesto e rientro in viale Monza. Sceso dal cavalcavia successivo mi ritrovo gli stessi ciclisti che stanno passando, e una fascia biancorossa che mi impedisce di andare verso viale Monza. Vabbè, penso, faccio inversione, passo sotto il cavalcavia e rientro dopo. Beh, no: la sfilza del cyclopride occupava tutta la carreggiata opposta di via Breda (con degli sconfinamenti sulla mia carreggiata) e quindi ho aspettato dieci minuti la fine del gruppo per potere svoltare a sinistra, con un po’ di idrocarburi incombusti regalati all’ambiente e i due giovani che sono diventati fieri oppositori della bicicletta (li avreste dovuti sentire lamentarsi ad alta voce… fortuna che i finestrini erano chiusi). In effetti anche andare col bus avrebbe sortito lo stesso effetto, quindi non è che la scelta dell’auto fosse stata perdente; mi manca solo la controprova a cui avevo anche pensato, di parcheggiare cioè l’auto e tentare di attraversare il serpentone di bici che SICURAMENTE avrebbe fatto passare i pedoni.
Ultimo aggiornamento: 2015-05-11 15:14