Quest’estate mi sono portato il portatile in montagna, pensando di collegarmi in tethering usando il telefono. Non ci sono riuscito. Rientrato a Milano, ho fatto ancora qualche prova e mi sono accorto che il problema non era tanto il tethering quanto la connessione wifi: si connetteva ma indicava “limited”, e se provavo a pingare un qualunque sito, anche semplicemente il router che mi aveva assegnato l’indirizzo IP e quindi era sicuramente visibile, mi arrivava come risposta “General Failure”. In effetti mi sono ricordato che era qualche mese che mi arrivava quel “limited”, ma non ci avevo fatto caso: il mio pc se ne sta sempre in studio, a due passi dal router e collegato via cavo ethernet alla rete.
Spegnere e riaccendere il pc, la prima regola dell’informatico, non serviva a nulla. Disinstallare e reinstallare il driver non ha dato risultati. Ho provato a cercare un driver più aggiornato ma il sistema mi ha detto che quella che avevo era la versione più recente. Ho guardato su internet e provato tutti i rimedi suggeriti, dal far ripartire winsock (e io che pensavo fosse defunto dalla versione 3.1!) all’eliminare l’interfaccia: nulla. Ho portato il pc in ufficio per fare qualche altra prova con un collega – la seconda regola dell’informatico dice “se non funziona spegnendo o riaccendendo il guaio può essere una cazzata che hai fatto: controlla con qualcun altro” – ma nulla da fare.
A questo punto ho chiamato l’assistenza: dopo un’ora al telefono per la parte software, nella quale mi hanno anche fatto aggiornare il BIOS, si è concluso che forse il problema era hardware. Ma la situazione era un po’ strana: come dicevo, il computer prendeva l’indirizzo IP dal router e tirava su l’interfaccia, ma poi non faceva nulla. Il giorno dopo è arrivato il tecnico con la schedina nuova: cambiata la schedina, sempre lo stesso risultato. A questo punto però il tecnico ha tirato fuori una chiavetta USB con una Ubuntu live, e la connessione appariva magicamente: giudizio finale, “il problema è software, reinstalli da zero il PC usando la partizione fantasma”.
Il pensiero di ripartire da Windows 7 e fare tutti gli aggiornamenti mi ha terrorizzato, così ieri sera, tornato a casa, mi ci sono rimesso di buzzo buono. Ho provato a fare un clean boot, togliendo tutti i servizi: a parte che qualcuno è comunque partito, la situazione era identica. Poi ho di nuovo disinstallato il driver: vedendo però che mi chiedeva “vuoi anche cancellare il file relativo?” ho provato a dire di sì, tanto peggio di così non poteva andare. A questo punto ho fatto una ricerca di nuovo hardware e mi ha rivisto la schedina; ho fatto un aggiornamento software che mi ha recuperato la stessa versione del driver che avevo già; e il wifi ora funziona di nuovo.
La mia ipotesi è che il file del driver fosse corrotto, e forzandone il download io sia riuscito ad avere una versione corretta. Ma se è così c’è un grave problema di base. I driver sono la parte più delicata di un sistema operativo. Possibile che per controllare il driver il sistema legga solo la versione e la data? Perché all’interno del file non c’è un checksum per verificarne l’integrità? Mah. Il risultato finale è sempre lo stesso, però: l’informatica non è una scienza ma un’arte.
Ultimo aggiornamento: 2015-09-02 09:16