Il mese scorso è stato rinnovato il contratto delle telecomunicazioni, con i canonici dieci mesi di ritardo. Come ormai di abitudine, i sindacati l’hanno siglato con riserva, lasciando ai lavoratori il referendum per accettarlo o no. L’altra settimana ho visto i risultati della Lombardia; direi un 75% di voti a favore, ottimo risultato se si pensa che sono i contrari a farsi sentire di più. Mentre le altre aziende sono state tutte a favore, tra le sedi Telecom ce ne sono state due che hanno votato contro (Brescia e Monza) e due con un voto in bilico(Milano Valtorta e Mantova); per la cronaca, anche da noi in Turro c’erano molti contrari.
È sempre difficile indicare una ragione precisa per questi comportamenti differenti, magari ci sono delle ragioni locali cogenti: però la mia impressione è che basti un capopopolo, sindacalista di base oppure semplicemente uno che i colleghi ascoltano, per far cambiare idea a qualche decina di persone. Mi ricordo che anch’io nel mio piccolo, quando ci fu la scelta della destinazione del TFR, convinsi parecchi colleghi a lasciarlo in azienda :) La politica dal basso insomma paga, anche se a prima vista non sembra; richiede solo parecchio impegno e molta gente.
Ultimo aggiornamento: 2009-12-19 07:00