Archivi categoria: curiosita’

GDO cinese

Ieri sulla buca delle lettere (anzi, sul porta-pubblicità di condominio, quello che in genere usiamo per buttare via la pubblicità nella buca delle lettere sempre che qualche anima pietosa butti poi via tutto insieme) mi sono trovato un volantino che segnalava una NUOVA APERTURA, con GRANDE INAUGURAZIONE MARTEDI’ 23 LUGLIO 2013 ORE 10:30, di un centro commerciale (loro lo chiamano “centro per lo shopping! oltre 21 negozi”) Nome? IPERHU.
Sì, è un centro commerciale cinese (“the Oriental Mall”, c’è anche scritto) in piena Chinatown: via Paolo Sarpi angolo via Rosmini, dove prima c’era la Standa e poi c’è stato un outlet Oviesse. A parte che sono tre km da casa mia, che è una distanza discreta per luoghi dove in macchina non ci arrivi, ed è quindi strano che facciano pubblicità sin lì, tra le offerte di apertura ci sono anche prodotti di marca, dalla Nivea al WCNet, cosa che mi perplime ancora di più. Mah…
p.s.: sono indicati due indirizzi email, ma nessun sito web.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-19 12:44

falsi amici

ho appena scoperto (qui) che “to castigate” non significa necessariamente “castigare”, ma anche “criticare pesantemente”. Poi dicono che i giornali non servono.
(E ora che ci penso, “castigat ridendo mores” ha proprio quel significato. Insomma gli inglesi hanno più ragione di noi)

Ultimo aggiornamento: 2013-07-13 10:10

La parola più lunga della lingua italiana

Se si chiede in giro “qual è la parola più lunga della lingua italiana”, quasi tutti risponderanno “precipitevolissimevolmente”. Qualcuno magari tirerebbe fuori il poppinsiano “supercalifragilistichespiralidoso”, che però è nato esplicitamente come parola non esistente (e tra l’altro, a differenza di quello che succede in inglese, in italiano non ha proprio nessun significato). Qualcun altro magari si lamenterebbe che precipitevolissimevolmente non è una parola italiana perché non segue le regole di produzione linguistiche: ma in fin dei conti Wikipedia ci fa sapere che era già stata usata nel 1677 (!) da Francesco Moneti nella sua Cortona Convertita (canto III, LXV), e che quindi ha una dignità letteraria. Wikipedia afferma anche che la “vera” parola più lunga è psiconeuroendocrinoimmunologia, riportata anche dall’enciclopedia Treccani: ma sono parole tecniche che sono subito abbreviate in una sigla, in questo caso PNEI.
Ho così provato a fare un esperimento pratico: prendere la copia del mio vecchio De Mauro, che ha i vantaggi (a) di essere in formato elettronico e (b) di avere la possibilità di ricerche sulle forme flesse, e cercare la parola più lunga “teorica” su quel dizionario. Sono così arrivato a irriflessivamentissimamente, indicato come superlativo di irriflessivamente: ventisette lettere, anche se non capisco bene come si possa fare l’avverbio di un superlativo di un avverbio. Qualcuno ha altri dizionari a disposizione per trovare altre parole “tetraploidi”?

Ultimo aggiornamento: 2013-07-11 07:00

PDD

Ho fatto un grave errore. Ho commentato da Mantellini, argomentando che per me la democrazia diretta non può funzionare. (Chi mi conosce sa che io ho dei dubbi sulla democrazia tout coutr: però nel caso della democrazia diretta i miei dubbi sono corroborati dalla matematica)
L’errore non è ovviamente nelle discussioni che sono seguite lì, discussioni previste; il fatto è che dopo meno di ventiquattr’ore mi è arrivata da G+ la segnalazione che il Partito Democrazia Diretta mi ha aggiunto alle sue cerchie.
Non capisco bene la logica di seguire uno che ha appena affermato di non concordare con l’assunto di base messo già nel nome; ma in effetti se uno ci pensa su non ha nemmeno senso mettere “partito” e “democrazia diretta” nella stessa frase: da questo punto di vista il MoVimento 5 stelle perlomeno è coerente :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-06-13 11:56

Ti chiedi chi erano i Beatles

[trafiletto da Stampa Sera del 22 gennaio 1964, pagina 8] Pungolato dalla Parolata, sono andato a spulciare l’archivio storico della Stampa per vedere quando si è iniziato a parlare del quartetto di Liverpool come degli “scarafaggi” (che poi al più sarebbero scarabei… “beetle” è un coleottero, mica una blatta!) La ricerca si è dimostrata molto istruttiva: eccone qua i risultati.
La prima occorrenza della parola “Beatles” si trova a pagina 4 del numero di lunedì 28 ottobre 1963: c’è una fotonotizia su un “Festival a Stoccolma” (dovrei controllare, ma non mi pare ci fosse stato nessun festival ma solo una tournée) con didascalia “Una ragazza abbraccia per le spalle un giovane inglese del duo «The Beatles» che riscuote grande successo al Festival del jazz di Stoccolma”. Il primo articolo vero è proprio è sempre su Stampa Sera (doveva esserci una divisione ben precisa delle notizie…) del 16 gennaio 1964, e in esso si legge sempre di «beatles» in minuscolo. Da allora comincia la beatlemania anche da noi: “L. Mannucci”, il giornalista preposto a queste notizie dall’estero, non è certo convinto dei quattro capelloni urlatori, ma le notizie sono notizie.
Finalmente domenica 23 gennaio 1964 i quattro arrivano su La Stampa a pagina 7: e qui, udite udite, c’è l’occhiello «Quattro giovanotti che si chiamano “Scarafaggi”». Peggio ancora, l’articolo inizia con la frase “I quattro beatles cioè i quattro «scarafaggi» (in realtà il nome dell’insetto si scrive con due e, beetle, ma la pronuncia è uguale) […]”. L’articolo non è firmato, ma solo siglato “g.”: presumo Gigi Ghirotti, che firma anche l’articolo a fianco sui giovanissimi del “microsolco”. E sì, la parola “beatles” è sempre rigorosamente scritta in minuscolo. È possibile che questa non sia la prima occorrenza del termine: però Ghirotti era una firma molto importante, e ritengo probabile che l’avesse creato proprio lui, vista anche la spiegazione. Si sa, l’inglese è sempre una lingua ostica :-)
[trafiletto da La Stampa del 23 febbraio 1964, pagina 7]

Ultimo aggiornamento: 2013-05-31 10:48

sigle calcistiche

Io per vent’anni almeno, prima di diventare un agnostico calcistico, ho ascoltato alla radio Tutto il calcio minuto per minuto. Per vent’anni almeno ho ascoltato tutta la discografia dei Beatles – beh, continuo ad ascoltarla: una qualche religione bisogna pur seguirla. Però ci ho messo appunto vent’anni per accorgermi che la sigla della trasmissione radiofonica era una versione di A Taste of Honey suonata da Herb Alpert & the Tijuana Brass; brano che era stato inciso anche dai Fab Four. Questo la dice lunga su come io ascoltassi la radio, immagino.
Non più tardi di mezz’ora fa Marco Scozzafava (Gattestro per chi si ricorda del lontano passato) mi ha fatto scoprire qualcosa di nuovo: che la sigla di Novantesimo minuto non era originale. Non si finisce mai di imparare.
(e la cosa peggiore, se volete, è che Wikipedia diceva già tutto)

Ultimo aggiornamento: 2016-06-20 10:40

come si pronuncia GIF?

Il mondo si divide in tre categorie. Quelli che dicono “i gif” (in inglese, “jif”; in IPASCII, /dzif/); quelli che dicono “i ghif” (in inglese, “gif”; in IPASCII, /gif/); quelli che dicono “usate piuttosto i PNG”. Io sono passato dalla prima alla seconda alla terza categoria.
Finalmente l’inventore del formato GIF ci dice una volta per tutte come si pronuncia: guardatelo su dotTech.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-23 07:00

l’abitudine alla lettura

All’asilo i bimbi hanno una bibliotechina, e una volta alla settimana (il martedì per Jacopo, il giovedì per Cecilia) prendono in prestito un libro. Naturalmente, visto che non sanno leggere, si suppone che il libro venga letto dai genitori. Ancora più naturalmente i libri non sono intonsi: è meglio non sappiate quante volte ho dovuto prendere lo scotch magico per rimettere a posto le pagine strappate dal duo, e vi garantisco che non sono l’unico a farlo.
Bene: ieri Cecilia ha portato il suo libro, e ieri sera Anna gliel’ha letto, con qualche difficoltà. La difficoltà è stata chiara alla fine: le pagine del libro erano state separate da qualche altro bimbo, il cui genitore le ha riattaccate con lo scotch… a caso. Occhei, non erano rovesciate, ma erano nell’ordine inverso, come se fosse un manga.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-17 13:12