Archivi categoria: curiosità 2022

scorciatoie alla Peppa Pig

Siamo stati in Slovenia perché Cecilia aveva una gara di trampolino elastico. Venerdì pomeriggio, avvicinandoci a Venezia, i cartelli a messaggio variabile ci suggerivano di fare il giro lungo con A27 e A28. Io conosco quel giro – è quello che faccio se vado a visitare i parenti – ma farlo da Vicenza sarebbe stato un conto, mentre così avrei allungato di una cinquantina di chilometri. Così ho preso la tangenziale di Mestre e poi tirato fuori Waze, e fatto un giro turistico per le strade locali; davanti a me una macchina con bicicletta legata al portellone posteriore e una targa gialla FL qualcosa ha proseguito per l’autostrada. Rientrato un bel po’ più avanti, a Noventa, mi sono trovato davanti… la stessa auto con bici dietro. Mi è subito venuta in mente la scena dove la famiglia di Peppa Pig si trova in coda, e a un certo punto Mamma Pig dice “conosco una scorciatoia!”, sterza, si arrampica su e giù per la montagna per ritornare esattamente allo stesso posto nella fila… Ma devo dire che io personalmente preferisco muovermi a velocità normale che fare stop and go continui.

La cosa più divertente è che sabato pomeriggio al ritorno ho preso invece il passante, e quando siamo arrivati allo svincolo dove la tangenziale rientra nell’A4 ho visto entrare un furgoncino color mattone e bianco che con ogni probabilità era quello che avevo superato prima di prendere il passante :-)

Marina Berlusconi “senza distinguo”?

Che Marina Berlusconi si faccia intervistare da Minzolini con la scusa dei dati di bilancio di Mondadori (buoni, a quanto pare) e si metta a parlare della guerra in Ucraina è sicuramente una notizia. Che affermi «Qui non possiamo che stare da una parte precisa: quella di un popolo aggredito e dei valori del mondo democratico cui appartiene, e contro un aggressore che in realtà ha dichiarato guerra a tutto l’Occidente, alla sua identità e alla sua cultura» è un’altra notizia. Poi è ovvio che l’anima imprenditrice non si smentisce, e aggiunga subito che «nessuno ha intenzione di censurare nessuno. Non dico il povero Dostoevskij, che peraltro Putin avrebbe già seppellito a vita in Siberia. Ma nemmeno i più insinuanti paladini delle ragioni degli invasori.», ed è sempre una figlia e quindi dica che suo padre «ha fatto e ha detto le cose giuste al momento giusto.» anche e soprattutto riguardo a Putin.

Quello che mi chiedo, invero abbastanza oziosamente, è se l’intervista serva semplicemente a marcare il territorio, liberando da questo fardello il fratello Piersilvio che sarebbe stato molto più in imbarazzo – immagino che ci siano filoputiniani nei talk show Mediaset – oppure ci saranno anche delle ripercussioni pratiche: nulla di eccezionale, naturalmente, ma libri più schierati. Diciamo che mi aspetto quale sarà la risposta.

“italiano”, insomma…

Correggendo un libro su Wikiquote, ho trovato questa quartina scritta dal poeta triestino Giulio Piazza a proposito dell’irredentismo triestino:

Lassè pur che i canti e i subii
E che i fazzi pur dispeti:
Nella patria de Rosseti
no se parla che italian!

Non so voi, ma io – che sono di madre liventina e padre patavino, e quindi sono abituato al veneto) ho dovuto cercare il significato del verbo “subiar” (per i curiosi fischiare, zufolare). Diciamo che “no se parléa massa italian”…

Ultimo aggiornamento: 2022-04-11 11:28

L’eliminazione ai mondiali scalzerà il bollettino di guerra?

Vabbè, io ho scoperto solo stamattina che l’Italia era stata sconfitta dalla Macedonia del Nord (nomen omen) e quindi non parteciperà alla fase finale dei mondiali di calcio. Potete immaginare quanto la cosa mi interessi.

Però mi chiedo oziosamente se e per quanto tempo la notizia scalzerà le chiacchiere sulla guerra in Ucraina: in fin dei conti siamo sempre sessanta milioni di commissari tecnici…

Ultimo aggiornamento: 2022-03-25 11:32

“In esclusiva per te: Il tuo Incentivo”

No, non è un messaggio di spam. Il 10 marzo Amazon mi ha effettivamente scritto una mail con quel titolo. Ma torniamo un attimo indietro. Come magari sapete, io sono un “affiliato Amazon”, nel senso che se comprate qualcosa da Bezos partendo da uno dei miei link io guadagno qualcosina. Non ve ne siete accorti? Beh, sì, in effetti l’unico punto in cui io posto quei link è nelle recensioni ai libri che leggo (tutte le recensioni, anche in quelle dei libri che non mi sono piaciuti affatto: lo faccio per completezza)

In definitiva, Amazon mi ha detto “Ti abbiamo selezionato per far parte di un gruppo esclusivo che riceve un incentivo tariffario speciale e personalizzato durante marzo e aprile 2022. Ora hai l’opportunità di guadagnare commissioni aggiuntive.” aggiungendo che “I tuoi lettori si fidano degli ottimi consigli che fornisci”. Mah: una volta ero nei top 500 recensori, ormai sto per uscire dai top 1000, anche perché coi libri si fa poco. Non posso comunque dirvi quali sarebbero le commissioni aggiuntive: non perché c’è un qualche accordo di riservatezza (magari c’è anche…) ma semplicemente perché non ho nemmeno aperto il link. Penserete mica che io mi metta a fare l’influencer e consigliarvi la qualunque? Figuratevi chi comprerebbe qualcosa solo perché lo dico io…

Un’intelligenza artificiale può avere un copyright?

Luciano Daffarra scrive su agendadigitale.eu del rifiuto del Copyright Office statunitense di tutelare un’opera prodotta dalla “Creativity Machine”: un sistema di intelligenza artificiale che per mezzo di un apposito algoritmo ha prodotto “autonomamente” il dipinto in questione. Qua potete leggere l’articolo di The Verge. La stessa cosa era capitata qualche anno fa con l’autoscatto del macaco Naruto: in pratica, la giurisprudenza afferma che poiché l’autore di quelle opere, animale o IA che sia, non ha personalità giuridica non può nemmeno avere diritti di proprietà intellettuale.

Il mio personale pensiero, da non leguleio, è sulla stessa linea ma per un motivo (forse) diverso: la scelta di accettare che queste entità, per mancanza di un nome generico migliore, abbiano diritto al copyright non è a vantaggio loro ma di qualcun altro. Già adesso il copyright è sempre più spesso venduto dal creatore a qualche non meglio identificata corporation: pensate a Topolino per esempio. Ma questa è una scelta specifica degli autori originari che hanno deciso di monetizzare. Naruto e la Creativity Machine non possono aver fatto quella scelta, quindi assegnare loro il copyright è contro la logica che ha portato al diritto d’autore. Ma temo di essere in minoranza, e sicuramente la mia voce sarà soffocata da chi è interessato a fare i soldi…

lampadine fulminate

L’altro giorno Jacopo accende la luce in camera sua, ma si spegne immediatamente. Lampadina fulminata. Vabbè, ne ho sempre qualcuna di scorta, la cambio e via. L’avevo cambiata non più tardi di sei mesi fa, ma tant’è.
Il fatto è però che quella lampadina, anche se aveva un attacco E27, era a led. Non dicevano che le lampadine a led costavano molto di più ma – a parte consumare meno – avevano anche una durata molto maggiore di quelle a incandescenza o alogene? Sono solo io lo sfigato?

Aiuti e omaggi

Sono in tanti a raccogliere aiuti per l’Ucraina; tra questi c’è anche Esselunga, che come fa spesso in questi casi sceglie una forma di “donation matching”. In pratica, se uno devolve 500 punti Fidaty – l’equivalente di cinque euro nei cataloghi a premi – Esselunga darà 10 euro alla Croce Rossa. Fin qua nulla di particolare, e non sarò certo io a invitarvi a donare in questo modo o se per questo in un qualunque altro modo. Quello che però ho notato è la frase finale: «Per te in omaggio un pacco di pasta da 500 grammi Esselunga di filiera 100% italiana.»

Lasciamo da parte le possibili battute sul fatto che spesso la filiera sarà italiana ma c’è chi si lamenta perché il grano arrivava da Ucraina e Russia, visto che a quanto pare non arriva grano duro dall’Ucraina (ma dalla Russia un po’ sì) mentre si importa grano morbido. C’è però un’altra cosa che mi chiedo. Non è la prima volta che in questi casi Esselunga dà un omaggio: una decina d’anni fa mi ricordo che dando punti per il WWF consegnavano una t-shirt. La mia ipotesi è che ci siano problemi fiscali nella pura donazione di punti, e quindi quello che viene fatto passare come un omaggio è in realtà un prodotto che viene “acquistato” con i nostri punti (a carissimo prezzo, ma questo è irrilevante dal punto di vista fiscale), mentre la donazione segue un’altra strada formalmente slegata dai punti offerti. Mi affretto ad aggiungere che non sto assolutamente mettendo in dubbio che se Esselunga riceverà chessò dieci milioni di punti allora devolverà 200.000 euro: il mio è un puro dubbio contabile. Qualcuno esperto del campo sa dirmi se ci ho azzeccato?