Vincere al lotto con l’intelligenza artificiale?

Stefano Scardovi mi ha segnalato qquesto articolo (ma ne parla per esempio anche La Stampa e una ricerca con “Monteroni lotto fisica” porta tanti altri risultati, anche se stranamente non ho visto agenzie). Tre studenti di “Matematica e Fisica” avrebbero vinto quasi 50000 euro al lotto applicando l’intelligenza artificiale allo storico dei numeri usciti, e cercando quelli che si presentavano di più (cosa che di per sé avrebbe più senso rispetto a puntare sui ritardatari: se in teoria ci fosse un bias di estrazione è più facile che escano gli stessi numeri).

Se io dovessi fare una scommessa :-), voterei per il survivor bias: noi vediamo qualcuno che ha vinto, e non sappiamo né quanti soldi abbiano giocato, né quanti altri abbiano provato perso e taciuto, né cosa succederà in futuro. Quello che mi preoccupa è il mumbo jumbo degli articoli (sulla Stampa tanto per dire scrivono «Il processo, chiamato in termini tecnici machine learning, ha esaminato i risultati degli ultimi 24 mesi»…) e il tentativo di dare uno status quasi magico all’intelligenza artificiale. Se avessero detto di avere addestrato un sistema di AI a predire quale mossa farò giocando a carta forbice sasso non avrei battuto ciglio (tanto lo fanno già, e del resto lo facevano prima che si parlasse di AI): però qua il tutto puzza di bufala lontano un miglio, anche se non mi stupisco che i giornalisti ci siano cascati come dei polli.

6 pensieri su “Vincere al lotto con l’intelligenza artificiale?

  1. Bubbo Bubboni

    Ohh, per una volta che si dice che l’AI e la matematica servono a qualcosa!

    Però sarebbe bello se ogni articolo su questi temi includesse sempre una frasetta contro la ludopatia. Dopotutto quelli sull’AI includono sempre delle frasi sui robot pronti a sterminare lavoratori, studenti e donne&bambini assortiti.

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    1. un cattolico

      Così però ipotizzi che il lettore medio della Stampa e di Repubblica non si sia neppure posta la questione di Maurizio relativa al survivor bias. E sarebbe preoccupante comunque, perché vorrebbe dire che chi crede che la matematica e la AI servono a qualcosa non si chieda neppure quante migliaia di euro hanno investito i tre per vincere i circa 50k, e quanti altri non li hanno mai vinto pur adottando la stessa logica.

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      1. Bubbo Bubboni

        Più che altro sono convinto che il povero giocatore pensi che il montepremi sia un grazioso dono dell’organizzatore del gioco, senza cogliere che si tratta della porzione detratti gli utili dei soldi buttati dalla massa degli “sfortunati”. Affidarsi all’intelligenza naturale (anche in modica quantità) e alla matematica dattilo-digitale è sicuramente una strategia perdente.

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  2. FF

    “[…] cercando quelli che si presentavano di più (cosa che di per sé avrebbe più senso rispetto a puntare sui ritardatari: se in teoria ci fosse un bias di estrazione è più facile che escano gli stessi numeri)”

    Nel mio piccolo, in passato ho applicato questa ipotesi al gioco MillionDay, in cui vengono estratti 5 numeri tra 55; “L’estrazione dei 5 numeri vincenti avviene attraverso un sistema informatico automatizzato”, dice Lottomatica.
    Se c’è un difetto nell’algoritmo, alcuni numeri potrebbero uscire più spesso di altri. Ebbene, giocando i numeri più frequenti, mi è capitato di fare 2 (la vincita più bassa) in misura maggiore rispetto alla percentuale teorica.
    Ma non avendo mai fatto nemmeno 3 ho abbandonato l’esperimento.

    Mi risulta che i numeri del lotto siano estratti comunque con procedure “fisiche”, anche se automatizzate (ci sono ancora le palline), non so se possa esserci qualche bias, in questo caso.

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  3. mestessoit

    Un collega di mia moglie (pure lui matematico) tempo fa fece una consulenza per certificare che l’algoritmo utilizzato per una estrazione per un gioco ricorrente (non il lotto) producesse risultati non predicibili ma con distribuzione rigorosamente non isotropa (alias, con lievi discrepanze nella distribuzione dei numeri). Questa caratteristica era desiderata, in modo da alimentare il mercato secondario di chi produce/distribuisce/ricerca sistemi o fa scamuffi vari tipo i ragazzi citati nell’articolo.

    Per dirla da informatico “non è un bug, ma una feature”.

    Quanto ai dubbi sui costi (che l’articolista non si è posto esplicitamente), il tutto si riduce al fatto che i diretti interessati nulla hanno detto a riguardo, e lui nulla poteva dire in via ipotetica (senza risultare polemico/esporsi a ricorsi/cause/violare policy interne etc).

    Conoscendo da vicino chi fa sistemi del genere (per il lotto) posso dire che i guadagni ci sono, ma sono relativamente bassi: il guadagno maggiore lo fai rivendendo a terzi il tuo sistema, in un sistema Ponzi a sua volta il compratore rivende….se può.

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