A che serve la matematica nella cybersecurity? Potreste pensare che sia necessaria per ideare codici sempre più difficili da craccare, e di per sé questo è anche vero. Però la triste verità è che il punto debole di un sistema quasi sempre non è l’architettura di sicurezza ma l’errore umano. Quello che si fa in genere è cercare un compromesso tra il costo (certo) necessario per implementare misure di sicurezza e il costo (incerto, ma ben maggiore) che avremo nel caso senza queste misure un attacco arrivasse a segno.
Qui la matematica serve per ricavare delle funzioni che rappresentino il rapporto costi-benefici e permettano di capire quanto dobbiamo spendere in sicurezza e quanto invece non porta nessun vero vantaggio. In questo volume Alessandro Mazzoccoli presenta due modelli ben noti in letteratura, quello di Gordon e quello di Loeb, li adatta al nostro contesto della cybersicurezza e mostra come le diverse strategie diano risultati assai diversi tra loro, e a volte conviene davvero non spendere per la sicurezza informatica, perché non si rientrerà mai di quelle spese.
Veronica Giuffré racconta la storia di Federigo Enriques, che è stato matematico, impegnato nell’editoria (la Zanichelli era stata acquistata da suo cognato, che poi cederà le quote ai figli di Enriques) e nella filosofia della scienza: purtroppo trovò sulla sua strada Benedetto Croce che impedì lo sviluppo in Italia di questa parte della filosofia. Infine i miei giochi matematici sono basati sulle dissezioni geometriche.
Alessandro Mazzoccoli, La matematica della cybersecurity, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.
Ultimo aggiornamento: 2024-12-17 18:25