Netanyahu e la grazia preventiva

Il fatto che Benjamin Netanyahu abbia chiesto direttamente la grazia al presidente israeliano Isaac Herzog rispetto ai procedimenti per corruzione per cui è sotto processo – anche se con la scusa della guerra a Gaza continua a far rimandare le udienze: Berlusconi in confronto era un pivello – è sicuramente irrituale. Avete mai visto uno che si dice innocente ma vuole la grazia perché il processo “sta lacerando il Paese dall’interno”, mentre Israele ha bisogno di “una riconciliazione nazionale di tutti i cittadini”? Diciamo che mi sembra un ottimo metodo per avvelenare ancora di più i pozzi.

Non so se le leggi israeliane lo permettano, ma devo dire che mi piacerebbe che Herzog dicesse “ok, ti do una grazia parziale. Non andrai in prigione, ma perderai i diritti civili, e quindi non potrai più fare il primo ministro”. Non sarebbe un equo compromesso?

2 pensieri su “Netanyahu e la grazia preventiva

  1. un cattolico

    Assolutamente no: deve andare in galera eccome! Visto che non ci andrà per crimini contro l’umanità, purtroppo, ci vada per corruzione almeno!
    In questi casi il fine davvero giustifica i mezzi: l’hanno fatto con Al Capone, lo possono fare anche con un criminale della risma di Bibi.

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  2. Leo M. A. Rotundo

    In Italia per avere la grazia bisogna essere condannati con sentenza passata in giudicato e ci sono consuetudini abbastanza consolidate e restrittive, in Israele vi è una grande discrezionalità e l’interesse nazionale e gli equilibri interni prevalgono su tutto dunque secondo me lo spregiudicato e disumano Bibi in parte o del tutto la scamperà.

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