Freudenfreude

La parola “Schadenfreude”, letteralmente “gioia per le disgrazie (altrui)”, è un esempio di come il tedesco sia perfetto ad assemblare come con il Lego una parola che porta in sé il significato di una intera frase. Dai, ammettetelo che anche voi avete provato spesso della Schadenfreude.
Anche la lingua inglese, come quella italiana, usa come prestito questa parola: ma a differenza nostra c’è chi ha pensato al concetto positivo, quello cioè per cui una persona è felice per la gioia di un’altra persona. E che hanno fatto? Come racconta Victor Mair, hanno coniato una nuova parola in (pseudo)tedesco: Freudenfreude, appunto. La prima occorrenza nota è in un articolo del NYT del 2022. Riusciremo a farla diventare un termine usato? Sarebbe bello avere qualche esempio positivo!

13 pensieri su “Freudenfreude

  1. un cattolico

    Un utente anonimo di un forum linguistico (tal Carnby) propone [1] un traducente attestato in Aristotele (a suo dire, non ho verificato):

    epicherecacia, o epicaricacia,

    derivato da ἐπιχαιρεκακία, «gioia per il male altrui», a sua volta derivato da ἐπιχαίρω «mi rallegro» e κακία «cattiveria».

    Parrebbe una valida soluzione, se proprio si vuole un singolo vocabolo e non espressioni come «gioia malevola».

    [1] https://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?p=48769#p48769

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    1. un cattolico

      Entrambi riguardano qualcosa di positivo, mai di negativo.

      «Mi compiaccio che ti sei rotto una gamba»
      «Mi congratulo con te per il tuo licenziamento»

      Sono frasi insostenibili.

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      1. Mario

        Scusa, forse non era chiaro quello che intendevo. Penso che “compiacersi” sia appunto un modo già esistente per rendere “Freudenfreude”.

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    2. Fabio

      Sì, ma “congratularsi” presuppone un’interazione con l’interessato, mentre le due “…freude” sono sentimenti interiori, credo.

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      1. un cattolico

        Stando a quanto dice la voce della Wikipedia in italiano, i tedeschi intendono entrambi i concetti, con Schadenfreude, cioè sia quello interiore che quello esteriore, quindi nulla osta che anche il neologismo abbia entrambi le accezioni.

        Concordo nel ritenere un ottimo traducente compiacimento rispetto a quanto chiedeva Maurizio. La vera difficoltà è su Schadenfreude, che ha un traducente aristotelico molto piú elaborato dellʼoriginale, che è di matrice popolare, stando sempre a Wikipedia.

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  2. Licia

    Secondo me è un po’ troppo ottimistico contemplare l’ipotesi che al di fuori di un ambito iperspecialistico come Language Log o circoli letterari o altri contesti elevati possa avere successo una parola come Freundenfreude. Sono convinta che buona parte degli anglofoni che riconosce la parola Schadenfreude lo faccia nel suo complesso, nel senso che sa che a quella sequenza di caratteri / suoni inizialmente sgradevoli è associato il concetto “compiacimento per le disgrazie altrui”, e che è una parola tedesca , ma probabilmente non sarebbe in grado di analizzarla nei suoi elementi. Variazioni in tema che pressuppongono una qualche familiarità con il tedesco temo non abbiano molte speranze.

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    1. .mau. Autore articolo

      sicuramente in tedesco una parola del genere, pur essendo trasparente per un germanofono, non potrebbe attecchire. Ma in inglese la ripetizione dello stesso termine come radice e suffisso potrebbe farla diventare buffa e quindi usata. Poi è chiaro che con la lingua non si sa mai cosa capita.

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      1. Licia

        In inglese la reduplicazione espressiva è un meccanismo molto usato, ma quasi tutte le parole nate da reduplicazione completa sono informali o estremamente colloquiali e in gran parte associate al linguaggio infantile: bye bye, night night, choo choo, wee wee, pee pee, bling bling…
        Per funzionare, l’antonimo di Schadenfreude dovrebbe condividere non solo la modalità di formazione della parola ma anche contesto d’uso (linguistico, situazionale, cognitivo e culturale) e aspetti stilistici e di registro. Va considerato che Schadenfreude NON è una parola buffa e non è informale e quindi neppure il suo antonimo dovrebbe esserlo.
        In inglese ci sarebbe “sympathetic joy”, ma mi pare che per ora il suo uso sia associato principalmente al buddismo.

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        1. un cattolico

          Tra le non informali né estremamente colloquiali o infantili c’è per esempio win-win, che è ampiamente usata anche in ambito giornalistico in articoli serissimi, mentre so-so rientra in una delle casistiche della Corbolante.

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      1. .mau. Autore articolo

        Io pensavo più al mondo inglese. Comunque “compiacimento” ha un sottotesto più formale, per me.

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