È notorio che quello che ha sempre fatto sviluppare i mercati è stato il porno. Lasciamo perdere le battute sul mestiere più antico del mondo o sulle categorie di PornHub e pensiamo semplicemente ai telefoni cellulari: la tendenza è stata di renderli sempre più piccoli fino a che qualcuno non ha pensato a quali immagini potevano interessare gli acquirenti. Ci avevano provato con il calcio e il DVB-H, senza grandi risultati perché nessuno aveva interesse a vedere un francobollo da 320×240 pixel: ma da quando partirono i primi siti con immagini erotiche la dimensione dei furbofoni ha ricominciato a crescere, superando le misure dei matton… ehm, dei terminali degli anni ’90. Sì, le dimensioni contano.
Non è un caso, insomma, che il mercato delle AI, che sta disperatamente cercando di trovare modi per ottenere soldi veri, stia pensando al porno. Tutto nasce da questo tweet di Sam Altman:
Il tweet è un capolavoro. Altman parte dal dire “ah, abbiamo fatto in modo che ChatGPT non possa essere usato come strizzacervelli, visto che c’è gente che ci è morta”, e termina col dire “però adesso che stiamo per essere in grado di riconoscere l’età delle persone che interagiscono potremo dare il porno (pardon, “erotica” che è una parola che in inglese sembra più neutra). Inutile dire il tipo di commenti che si sono visti in rete. Alberto Romero, che aveva appena ripostato un suo articolo dell’anno scorso, che parla di come le intelligente artificiali siano bravissime con tutti i peccati capitali, ha scritto un altro post (dietro paywall, quindi ho letto solo l’inizio). Romero riprende il tweet di Altman, lo legge come “la soluzione ai problemi mentali indotti da ChatGPT è stata troppo esagerata, e a questo punto il sistema è in grado di capire chi è psicotico e chi no, e togliere le restrizioni sul porno a chi non lo è, ed è adulto”. Il problema di per sé non è il porno: tanto lo troviamo dappertutto. Il problema è che non ha senso confrontare OpenAI con PornHub: quest’ultimo non ha mai affermato di voler salvare l’umanità con l’intelligenza artificiale generale…
Su pivot-to-ai David Gerard scrive, con il suo solito ottimismo, che il vero problema è che la curva d’uso di ChatGPT è piatta, e solo il 5% degli utenti usa un piano a pagamento. Come scrivevo, il modo più semplice di cercare di fare soldi è il porno: ecco qua la mossa di OpenAi, anche se Altman ha cercato di far marcia indietro con un altro tweet. Difficile però che ci sia davvero un dietrofront: Gerard fa presente come SuperGrok, insomma il Grok a pagamento, ha lanciato l’avatar Ani che ha una modalità NSFW, anche se per il momento l’anime è solo in lingerie.
A me non importa più di tanto questa deriva porno, se non per il fatto che qualcuno potrebbe credere di mettere in pratica nel mondo reale quello che può fare con l’avatar; ma anche in questo caso ho il sospetto che non ci sarebbe molto di diverso con quello che si vede già oggi nei video senza IA. Quello che mi chiedo è se tutto ciò sarà almeno per i prossimi anni la pietra tombale sull’AGI. Perché se dal porno arrivassero soldi, perché li si dovrebbe dirigere su qualcos’altro che non funziona? E se non arrivassero non sarebbe l’inizio di un nuovo inverno IA?
Attualmente i due maggiori revenue stream della IA sono l’advertising ed il mercato del renting verso fornitori di servizi. Il primo fa il 90% degli utili, cmq.
Già da tempo si fanno i porni con la IA generativa: ho visto ad esempio un video di Trump hardcore. Il problema è che dal punto di vista di chi fornisce un servizio non fa alcuna differenza se tu fai video porno o meno, se non problemi di reputazione o cause di diffamazione e simili. Mi aspetto che faccia veri e propri film hard non usi direttamente sora, ma soluzioni self hosted, o se preferisci ho seri dubbi che sora produca contenuti del genere per i problemi cui sopra. Ti limiti a beccarti le licenze del motore.