Ma cosa è successo ai liguri?

La scarsa gentilezza dei commercianti liguri è un tormentone ben noto a chiunque (“foresto”, chiaramente) si sia trovato ad avere a che fare con loro: è un po’ il corrispondente del “piemontese falso e cortese”. Eppure…

La scorsa settimana ero a Chiavari e dovevamo copiare una serie di chiavi per lasciare poi in affitto breve la casa che era dei miei suoceri. Mentre andavamo verso un ferramenta che conoscevamo, vediamo un negozio di solo copia chiavi. Entriamo, e le due persone al bancone ci dicono che stanno solo rifornendo il negozio che hanno preso, e saranno aperti dal primo settembre. Chiedo loro se almeno riescono a farmi una copia della chiave della serranda del box, che è di quelle difficili da trovare oltre che piuttosto cara (12 euro): aggiungo che ovviamente pago in contanti e non chiedo lo scontrino. I due si mettono lì, cercano il tipo di chiave giusta che naturalmente era stato messo nel posto sbagliato, non riescono a far partire la macchinetta automatica (che da quanto ho capito leggerebbe il tipo di chiave e la molerebbe da sola), passano alle vecchie maniere con la mola manuale e mi danno la chiave. Faccio per pagare, e mi dicono “no, no, intanto provi se va bene, poi tanto in questi giorni siamo qui a mettere a posto tutto”. Poco dopo arriva un violento temporale, quindi me ne torno a casa un po’ bagnato e aspetto la mattina successiva per andare a provare.

Il giorno dopo arrivo al box, inserisco la chiave, ma non gira. Guardo attentamente la chiave originale e la copia e vedo che l’ultimo dentino non era stato molato. Vabbè, tanto dovevo farmi le altre chiavi, vado in un altro negozio più vicino a casa e gli chiedo se già che ç’è può rimolarmi la chiave, che finalmente funziona. Vado al negozio iniziale, ma è chiuso; ma tanto mi ero fatto dare il numero di telefono e quindi mi dico che posso chiamare più tardi. Un’oretta dopo, mentre passeggiavo per il caruggio con Anna, mi imbatto nel negoziante – ok, lui si imbatte in me, si sa che io non riconosco mai nessuno – che mi chiede come è andata la chiave. Gli rispondo che non era perfetta ma me la sono fatta mettere a posto, e prendo il portafoglio per pagarlo, al che lui fa “no, no, va bene così”.

Anche se fossi stato un finanziere in incognito, non credo che dargli dei soldi fuori dal negozio possa essere una prova di frode, quindi non è quello il motivo. E allora com’è possibile che un ligure – a parte la cadenza, nome del negozio sarà “Repetto”, quindi non stiamo parlando di un lucano – si comporti così? Mi cascano tutte le certezze!

4 pensieri su “Ma cosa è successo ai liguri?

    1. .mau. Autore articolo

      diciamo che sono in grado di andare avanti per interi minuti a chiacchierare mentre cerco disperatamente di capire con chi sto parlando. Ma magari è perché non guardo mai le persone in faccia e quindi non posso riconoscerle…

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      1. un cattolico

        A me succede con i nomi: cerco di guadagnare minuti parlando con quella persona che ricorda perfettamente il mio, sperando mi sovvenga. Quindi mentre parlo già penso a dove portare il discorso per allungarlo :)

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  1. un cattolico

    Magari è figlio di un ligure ma mamma campana e la genetica ha voluto che… :D

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