La fine di Satispay?

logo satispay barrato In questi anni mi sono sempre chiesto quale fosse il modello di business di Satispay. È vero che io lo uso anche per acquisti di qualche decina di euro, ma in generale la sua grande utilità è per i micropagamenti, che erano comodi anche per i negozianti perché non pagavano commissioni sotto i dieci euro di spesa (e avevano una commissione fissa di 20 centesimi sulle spes superiori). E in effetti oggi è apparsa la notizia che tra due mesi introdurrà una commissione fissa dell’1% su tutti gli acquisti nei negozi fisici, e dell’1,5% sugli acquisti online.

In quest’ultimo anno molti negozianti accettano la carta di credito anche per microagamenti senza fare una piega: mi è capitato di prendere un caffè, provare a pagare con 10 euro e chiedermi se avevo una carta. E ho il sospetto che le commissioni VISA/Mastercard su questi pagamenti siano bassi. A questo punto perché un commerciante dovrebbe usare Satispay, che in fin dei conti è una peculiarità del tutto italiana? La mossa mi pare insomma disperata ma forse non risolutiva se non in negativo.

Ultimo aggiornamento: 2025-02-10 15:57

11 pensieri su “La fine di Satispay?

  1. mestessoit

    Io aspetterei a dire la parola fine: tutti gli altri operatori hanno una percentuale sulle transazioni e/o sul totale mensile del transato. Quello che sarebbe carino sapere è quante transazioni satispay fa sotto i 10 euro, cosa non pubblica. Se la maggioranza delle transazioni è sotto questa cifra, allora è un potenziale problema, se no invece la cosa rimane fisiologica. Il ricarico medio è intorno all 1.2% per le carte di credito e 1% per i bancomat, con molti distinguo dato che i contratti hanno diverse variabili più o meno evidenti, e ci sono almeno due attori in gioco, una banca e l’insurrezione della carta serviziobse non tre con l’uso della carta di credito.

  2. Bubbo Bubboni

    Effettivamente la tale applicazione potrebbe non avere più tutto il valore che aveva agli inizi, sia per le commissioni che forse ora sono più basse, sia per le funzionalità. Però, anche se i bonifici istantanei la rendono di fatto inutile, ha ancora un punto di forza: le app bancarie sono fatte talmente male e sono così poco affidabili che c’è ancora spazio per app realizzate meglio. Il vero rischio è che espandendo i servizi facciano casino e salti fuori una app-mammuth che motiva a disinstallare.

  3. Stefano Scardovi

    Certamente la modifica delle commissioni provocherà più di un mal di pancia. Del resto anche io, early adopter sia come utente che come negoziante, sono stato molto infastidito anche perché fino a non molte settimane prima, ricevute le prime avvisaglie in proposito, spergiuravano che la tariffa era quella di 0,20 euro a transazione oltre i 10 euro. Sul loro sito si vantavano di poter avere quella tariffa unica così bassa perché non c’erano altri intermediari nella transazione, come mai ora questo cambio di passo così marcato?

    Gli unici elementi di vantaggio che mantiene rispetto a bancomat/carte sono: pagamenti differiti/remoti (ad esempio il cliente che paga da casa sua mentre un amico è in negozio a ritirare) e la promzione indiretta (quando uno apre l’app in zona vede la presenza del mio negozio). Per il resto i tempi per un pagamento sono superiori a quelli di un POS tradizionale.

    Se mi trovo il tempo faccio un conto sulla percentuale effettiva di commissioni che ho avuto negli ultimi mesi.

    1. .mau. Autore articolo

      ecco, sui tempi del pagamento mi stupisco. Una mia amica su in montagna da mia mamma mi diceva che era bello vedere arrivare direttamente i soldi nel conto, ma magari intendeva “nel deposito Satispay”. Soprattutto di questi tempi quando i tassi anche se in discesa sono ancora non nulli credo che la maggior parte dei guadagni fossero sui giorni di valuta.

      1. Stefano Scardovi

        Con Satispay i soldi li vedi in tempo reale sul conto Satispay e ti arrivano nel conto corrente il giorno lavorativo successivo (esattamente come bancomat e carte).

        Per tempi di pagamento intendo che il cliente deve estrarre il telefono, aprire Satispay e sbloccarlo, trovare il negozio dalla posizione (se funziona) oppure inquadrare il qr-code, digitare l’importo (che spesso chiedono 3 volte e magari non hanno a disposizione su Satispay) ed inviare. A spanne i tempi sono circa il triplo di quanto ci vuole per un normale pagamento con carta contactless fino a 25 euro che non richiede neppure il PIN.

        Nel frattempo ho fatto quei conti e li ho scritti nel mio blog spolverandolo per l’occasione https://essepunto.it/2025/02/nuove-commissioni-di-satispay/

    2. Fabio Ferrero

      Per quanto riguarda il pagamento a distanza, Sumup lo permette da tempo con l’invio di un link tramite sms, whatsapp, email, etc. Si, le commissioni sono un po’ piu’ alte, ma si paga con carta di credito.

  4. otteromale

    @notiziole anche io usavo #Satispay per pagamenti inferiori ai 10€ ed ero contento e fiero di usare un prodotto italiano.Poi hanno spostato la sede legale in Lussemburgo, se non erro, per pagare meno tasse, ed ho storto il naso e cominciato ad usarlo meno frequentemente.Ora che hanno introdotto la commissione dell'1% per i commercianti su transazioni inferiori a 10€, ho rescisso il contratto.Troppa ingordigia.#addioSatispay

    1. Valerio C.

      @otteromale @notiziole per essere precisi, Satispay Spa ha sempre avuto sede in Italia, e dà lavoro a molti italiani.L’istituto di moneta elettronica invece aveva sede in UK ed è stato spostato in Lussemburgo dopo la Brexit. Il motivo per cui non è in Italia sono le troppe complicazioni burocratiche (fonte: podcast Satisplay di qualche anno fa).

  5. un cattolico

    “mi è capitato di prendere un caffè, provare a pagare con 10 euro e chiedermi se avevo una carta”

    Intendi che ti chiedevi tra te e te: “Chi me l’ha fatto fare di pagare con i contanti? La carta è così comoda!”? Perché se intendi che te l’ha chiesto il negoziante per non perdere una marea di spicci mi stona quel chiedermi: …”e che mi venisse chiesto”

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