Firme online per il referendum

La scorsa settimana è partita la piattaforma che permette di firmare per proposte di referendum e leggi di iniziativa popolare, usando SPID oppure CIE. La possibilità era già stata testata in precedenza, ma solo per mezzo di terze parti; quindi i comitati promotori dovevano pagare al gestore SPID un euro e mezzo per firma. Ora invece è tutto statale e quindi non ci sono costi (e probabilmente anche la verifica delle firme sarà molto più semplice, tra l’altro).

Sono rimasto stupito che mentre sto scrivendo questo post ci siano solo tre proposte di legge di iniziativa popolare – una cosa virtualmente inutile: nemmeno le leggi proposte dai parlamentari ormai riescono a essere calendarizzate, figuriamoci quelle popolari) e dieci referendum, ma magari anche i vari comitati promotori sono stati colti alla sprovvista e non si sono messi in moto. Ho invece notato che nonostante sembrassimo essere un popolo di firmatori, vedi cosa succede su change.org, non c’è stata la corsa alla sottoscrizione… tranne in un caso, dove le firme a giovedì sera erano già 400.000: quello sull’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, l’unico tra l’altro per cui ho firmato.

Evidentemente il tema è abbastanza sentito, anche se probabilmente non a sufficienza perché in un’eventuale votazione si raggiunga il quorum. Quello che però penso è che è bello avere questa possibilità, ma bisognerebbe rivedere tutta la struttura dei referendum, aumentando il numero di firme richiesto (il 2% del corpo elettorale?) e abbassando il quorum (metà più uno dei votanti alle ultime amministrative?) Solo così potremo avere un istituto con una certa utilità. Chissà perché non credo che capiterà mai qualcosa di simile…

7 pensieri su “Firme online per il referendum

  1. Luca Sironi

    Credo che entrambe le cose (aumento di firme e aggiustamento del quorum) siano inevitabili.
    Visto che lo strumento adesso e’ statale, mi chiedo se la Corte Costituzionale non dovrebbe dare un parere preventivo, e non aspettare che si siano raccolti migliaia di firme per niente.

  2. Giuseppe

    Buongiorno,
    posso chiederle il motivo per il quale ha firmato il referendum per abolire la legge sull’autonomia differenziata? Tenuto conto che molte regioni spendono molto per avere una sanità scadente mentre altre spendono meno e hanno una sanità migliore?
    Nessuna regione ha una sanità perfetta, purtroppo, ma “costringere” le ASL (o AUSL) ad essere controllate dalle regioni mi sembra un’ottima cosa.
    Grazie.
    GGandi

    1. .mau. Autore articolo

      La salute è già una materia con legislazione concorrente (art. 117 comma 3). La spesa sanitaria pro capite è più o meno simile in tutte le regioni, https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-come-vengono-ripartite-tra-le-regioni-le-risorse-del-fondo-sanitario , e sarebbe interessante vedere come le cose sono cambiate dal 2010 (qui: https://moodle.adaptland.it/pluginfile.php/14091/mod_resource/content/0/sanita_salute_spesa_sanitaria_pubblica.pdf )

      Io personalmente faccio mea culpa per aver votato a favore del referendum del 2001; la storia dell’autonomia è semplicemente una storia che non funziona perlomeno in Italia.

      1. Giuseppe Gandis

        Anzitutto grazie per la risposta. Mi pare che quanto da Lei scritto giustifichi il tentativo di cambiare le cose: se con gli stessi soldi la sanità è molto diversa da regione a regione…..

    2. mestessoit

      Autonomia in Italia vuol dire “dò gli stessi soldi a più gente”, e dato che ognuna di queste persone deve accontentare gli amici degli amici, significa solo e solamente che verranno distratti più soldi per altri tipi di attività dovunque e comunque.
      Le tangenti e gli amici degli amici ci sono a Roma ovviamente, e si mangiano quello che devono, ma sono relativamente poche persone rispetto a quello che saranno con l’Autonomia.

      @Giuseppe
      ma “costringere” le ASL (o AUSL) …

      Nessuno ora costringe nessuno e non lo farà neppure con l’Autonomia attiva. Ti svelo un segreto: le cose vanno meglio in certe regioni perché in media il personale è più onesto. Pensi davvero che questo possa cambiare con una legge, bella o brutta che sia? Pensi davvero che in Calabria, la terra con la sanità in mano alle ‘ndrine e dove c’è una mortalità da centro africa le cose possano andare meglio con una legge del genere? Pensi che possa cambiare qualcosa? Non cambierà nulla se non cambi le persone. E ci vuole altro oltre leggi, che si chiama volontà (politica e non). Che non c’è.

      1. Giuseppe Gandis

        Condivido: sono le persone che fanno la differenza! Resta, però, il problema indifferibile di TENTARE di cambiare le cose. Così non si deve (dovrebbe) andare avanti.

        1. .mau. Autore articolo

          capisco la necessità di tentare di cambiare le cose. Però non vedo come spostare la gestione da n persone a 15n persone possa portare frutti, almeno guardando da un punto di vista puramente statistico: in tutti questi anni abbiamo avuto problemi con governi di tutti i colori, quindi si può immaginare che è vero che le persone fanno la differenza ma è anche vero che non pare ci siano così tante persone valide a disposizione della comunità.

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