autonomia differenziata

votazione finaleInsomma, l’autonomia differenziata è legge. Legge ordinaria, non costituzionale, perché la cornice costituzionale era già presente dalla modifica costituzionale del 2001… Modifica dove mi sa che ho votato inopinatamente a favore, leggendo quanto scrissi al tempo, nonostante fosse stata il primo passo verso l’ipertrofizzazione della nostra Costituzione.

Il punto però è un altro. Questa riforma non può partire se non ci sono i decreti legislativi corrispondenti che definiscano i LEP, livelli essenziali di prestazioni: e i decreti legislativi non è detto che riescano ad arrivare nei due anni previsti. Ma c’è di più: la legge prevede che se una regione vuole essere autonoma su una materia perché così avrebbe più soldi di adesso allora lo Stato deve trovare risorse per garantire che le altre regioni possano soddisfare i LEP anche senza il gettito che le regioni “ricche” mettevano nel calderone nazionale. E di soldi non ce ne sono.

Quello che mi sembra di vedere è insomma una legge approvata per dire “abbiamo messo la bandierina, visto come siamo bravi” ma senza effetti pratici: fuffa elettorale confidando nella memoria da criceto dell’elettore medio. Vedremo se avrò ragione.

Ultimo aggiornamento: 2024-06-21 10:44

4 pensieri su “autonomia differenziata

  1. Silvia

    È esattamente quanto già da parecchi mesi scrivono, con onestà intellettuale, spiegando il tema, molte firme persino su Repubblica e Corriere. Qualcuno aggiunge pure che sarebbe un contentino di Meloni a Salvini, ben sapendo che non ci sono soldi e neanche tempo.
    Io però mi sono sempre chiesta (sempre in linea teorica, ammettendo che prima o poi qualcosa riescano a fare, magari abbassando i LEP) che fine farebbero tutti quei dipendenti dei vari ministeri che, sempre teoricamente, dovrebbero avere meno da lavorare? Verrebbero trasferiti alle regioni?(non ci credo proprio).

    1. .mau. Autore articolo

      gli troverebbero qualcosa da fare, tipo controllare i dipendenti regionali :-)

  2. mestessoit

    Il problema è che anche se il tutto è un raffinato castello di carta (e non ho dubbi a riguardo), farà comunque danni perché renderà più iniqua la divisione delle risorse, in un modo o nell’altro. Insomma, la fuffa fa comunque male.

  3. Bubbo Bubboni

    “Questa riforma non può partire se non ci sono i decreti legislativi corrispondenti che definiscano i LEP”.

    Umm, quasi. Ci sono dei temi senza LEP e l’elenco già dice tanto non sulla situazione futura ma sul disastro organizzativo attuale: “Organizzazione della giustizia di pace; Commercio con l’estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Casse di risparmio, Casse rurali, Aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; Rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle regioni.”

    Però, anche se poi qualcosa di limitato cambia davvero, mi sa che l’idea dei libersti sullo stato “magro”, che si occupa di poche cose non rilevanti per il mercato, va sostituita con l’idea dello stato “pigro” che formalmente fa *TUTTO* ma che in realtà deve ancora avere voglia di scrivere i decreti attuativi, preparare i moduli, avere il parere dei clown della privacy, dell’europa, reperire le risorse, fissare le scadenze, ecc. ecc.

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