Che i giornalisti di una testata sfiducino il direttore non è così comune. Non che serva a qualcosa in pratica. Il motivo del contendere? Un articolo che sarebbe dovuto apparire ieri in prima pagina del supplemento Affari&Finanza di Repubblica e che è stato modificato dopo l’ultimo momento, nel senso che (lo dice il comunicato e lo ribadisce Il Fatto Quotidiano) sono state mandate al macero centomila copie dell’inserto.
Quello che dicono tutti nemmeno troppo tra le righe è che l’articolo da qualche parte parlava anche di Stellantis e di come i francesi abbiano anche lì fregato gli italiani (tema molto caro a Pons). Ovviamente Elkann lo sa bene che Fiat è stata in pratica venduta ai francesi, visto che lo so bene persino io: ma a quanto pare la cosa non deve essere pubblicizzata troppo, tanto che anche i giornalisti si lamentano solo “dello spreco”, della “mancata organizzazione” e della procedura atipica di un direttore che entra a gamba tesa dopo che la direzione (chi, quindi?) aveva dato l’ok. Ma vabbè, ormai Gedi è da parecchio allo sbando…
Ultimo aggiornamento: 2024-04-09 10:51
Ai giornalisti (tutti, mica solo quelli di Repubblica) non importa dire (tutta) la verità, basta solo una parte, quella appunto gradita alla Direzione. Questo è normalissimo, ed infatti è quanto viene detto nel comunicato (meno dell’ottimale dal mio punto di vista, ma diciamo che mi devo accontentare comunque).
Quello che ha fatto girare gli zebedei è che la Direzione (in primis il caporedattore, ma a salire fin al Direttore) non “avessero ben chiari gli obiettivi aziendali”, alias, che a qualcuno sarebbero girati se si fosse detto questo, fatto questo che personalmente trovo pure io sconcertante, dato che queste cose sono sempre molto chiare a tutti i livelli. Il che mi lascia lecitamente supporre che in realtà inizialmente il permesso sia stato dato, ma che la classica telefonata incazzata da Elkann sia arrivata nella notte.