Non che io avessi molte speranze, ma ora è praticamente nero su bianco: il governo ha chiesto alla (sua…) maggioranza di ritirare gli emendamenti al decreto Milleproroghe sul rifinanziamento dei contratti di espansione. Nulla di così strano, e potremmo anche dire che è giusto così: resta il punto che la strada per la mia ancora per poco grande azienda sarà ancora più in salita, soprattutto dopo lo spezzatino che avverrà quest’estate. E resta il punto che nessuno dei governi di ogni colore di questi ultimi quindici anni ha voluto bene a Tim, ma quello attuale pare odiarla volontariamente… oppure, come scrivevo in passato, non ha nessuna idea di come stiano le cose.
(Per chi non sa come funziona il contratto di espansione: serve per mandare prima in pensione i dipendenti anziani in cambio dell’assunzione di giovani. L’azienda continua a pagare il dipendente, ma risparmia i contributi pensionistici e l’equivalente di due anni di indennità di disoccupazione; l’ormai ex dipendente può fare altri lavori, se vuole. Sempre per la cronaca, a me mancano meno di due anni per raggiungere il limite della pensione anticipata: andare via prima sarebbe comunque un grande svantaggio, quindi non l’ho fatto nei due giri precedenti anche se avrei potuto)