Come sapete, la mia ancora per poco grande azienda sta per venire divisa in due parti. Io sono tra quelli che rimarrà nella parte dei servizi, e questo è un problema mio. Nel weekend c’è stata la divisione ufficiale di pani e pesci, e stamattina mi sono trovato un’email firmata dal capo di Risorse Umane che comincia con “Gentile collega” e ha la frase qui sopra riportata. Inutile dire che la mail è stata inviata dall’indirizzo interno per il mass mailing.
Quando ero più giovane, queste lettere erano rigorosamente scritte con il lei. Possiamo discutere se sia meglio il lei o il tu: a me non importa una cippa, ve lo dico subito. Se però io dovessi fare una cosa del genere, per prima cosa non comincerei con “gentile collega” ma metterei almeno “gentile collega Maurizio” – e non mi dite che è troppo complicato: tutti gli spammatori usano sistemi con pezzi di testo costruiti ad hoc – e soprattutto non scriverei “Ti volevo personalmente confermare” ma qualcosa tipo “Ti confermo”. Una delle tantissime cose che odio sono le espressioni da finti amiconi.
La mia domanda è “chi è che suggerisce ai miei capi elevatissimi di scrivere in questo modo”, ma soprattutto “quanto hanno pagato chi gliel’ha suggerito”?
Ultimo aggiornamento: 2023-11-27 09:59
Fra le molteplici cose che non sopportavo in ambito lavorativo e che non rimpiango c’è anche tutto quello che hai ben sottolineato.
Mi ritorna in mente il mio (spero per te non analogo) percorso con chiusure aziendali e relative comunicazioni. La mia non era così ma più untuosa e formale, ma egualmente fastidiosa.
Ai tempi avevo parlato con il delegato sindacale che mi disse “gli ultimi a morire sono quelli dell’ufficio del personale, che vengono premiati per la loro fedeltà con mensilità extra se implementano bene le direttive”.
Il premio è quello, lo stipendio è quello normalissimo del dipendente HR, le direttive vengono direttamente dall’AD, che non dice “fai la mail così” ma “cercate di fare la transizione nel modo più ordinato possibile”.
In ogni caso, in bocca al lupo.
Mah, so da fonte affidabile che le mail del collega Pietro sono preparate da un paio di persone di Comunicazione Interna, il che ci sta anche (non mi aspetto che un CEO perda tempo a scrivere messaggi di questo tipo). Ma qua l’idea è proprio di un codice di comunicazione da poraccisti.
In questi casi tento sempre di mettermi dal’altra parte, ed immagino che il ragionamento sia più o meno il seguente: “tanto uno si incazza comunque, e che l’ultima ruota del carro si incazzi non mi importa gran che, l’importante è che non si incazzi il mio capo se metto una frase troppo diretta”. Insomma, ci si para il didietro.
immagino che sia andata così:
consulente a risorse umane: “per comunicare la cosa vi conviene mandare una mail personale ad ogni dipendente che comincia con: Ti volevo personalmente confermare …”
risorse umane a tecnico: “come si fa a mandare una mail identica per tutti i dipendenti?”
tecnico a risorse umane: “per quello c’è la lista di distribuzione…”
Temo anche l’effetto della “formazione” corrente. Basta vedere gli articoli di giornale del tipo “L’autore è stato premiato. Bubbo è il suo nome e invia le mail.”
Urge l’AI per superare questo difficile momento della comunicazione disumana, peccato che non sia ancora diffusa proprio tra gli impoveriti più bisognosi di blabla vuoto.
La prossima volta come manuale di stile potresti suggerirgli le buone maniere di certi admin di Wikipedia quando, dando rigorosamente del tu ma senza alcuna espressione da “finti amiconi”, maltrattano e bloccano gli utenti che osano criticarli o mettere i bastoni tra le ruote ai loro POV :-)