Segnalo questa interessante analisi di Franz Russo su come X ha modificato l’algoritmo delle raccomandazioni di Twitter. Le raccomandazioni sono i tweet che trovate nella sezione “Per te” della homepage, e che fanno capire come il mondo dei social sia un posto terribile. La cosa per me più preoccupante non è tanto scoprire che la presenza di link abbassi la probabilità che il tuo tweet venga raccomandato, o che se uno prova a citare Meta o Facebook può lasciar perdere ogni speranza: si ritorna all’orticello chiuso, ma tanto in realtà non si è mai scappati di lì.
La cosa che mi ha lasciato perplesso è che il nuovo algoritmo toglie le due la prerogative fondamentali di Twitter, il real time e la preminenza dell’hashtag, per avvicinarsi a un modello prevalentemente visivo e con una durata più ampia – 24/48 ore – tipica di TikTok. Io in tempi non sospetti definii il modello di Twitter “molti-a-uno”, l’opposto del broadcast che è uno-a-molti: l’omologazione procede a grandi passi e direi che non ci sono dubbi che sia una scelta espressamente voluta da Musk. Eppure dovrebbero ormai sapere tutti che a differenza che nel mondo reale una copia del modello vincente non funziona, per la banale ragione che non dà nessun incentivo a spostare le interazioni tra utenti che sono il vero motivo per cui ci si lega a una piattaforma… bah.