Alain Elkann e i lanzichenecchi

l'articolo di Elkann L’articolo di lunedì su Repubblica di Alain Elkann (padre dell’attuale direttore proprietario di Repubblica, se ve lo foste scordati), su un suo viaggio in treno dove si è trovato circondato (nonostante fosse in prima classe!) da un gruppetto di “giovani lanzichenecchi”, ha generato una quantità incredibile di commenti, dalle parodie di tutti i tipi alla presa di posizione del CdR di Repubblica agli sberleffi degli altri quotidiani, soprattutto di destra (Il GiornaleIl TempoLiberoIl Foglio). Sono ragionevolmente convinto che Elkann padre si sia trovato in treno con un gruppo di giovani, si sia arrabbiato per qualcosa, e quindi abbia deciso di scriverci su un pezzo che ovviamente gli è stato immediatamente pubblicato. Ma…

Ma è interessante notare come l’occhiello “Un racconto d’estate” sia stato tagliato da tutti i ritagli che ho visto in giro, quasi come se si volesse far sì che il testo venisse letto come un reportage. Beh: io ho dei forti dubbi che per quanto bollito possa essere Alain Elkann, descrivendo quei giovani non avrebbe mai scritto «Nessuno portava l’orologio.» È ovvio che nessuno portasse l’orologio: lo facciamo solo noi boomer per abitudine, ma tanto con un furbofono sempre in mano non abbiamo bisogno di avere uno strumento per vedere che ora è. E a differenza di frasi come «tutti con un iPhone in mano» che fanno tanto “ah, signora mia, in che tempi viviamo!”, avere o no l’orologio non importa proprio nulla a nessuno. Insomma per me Elkann ha voluto fare il pezzo a suo parere arguto: non ci è riuscito per niente, come abbiamo visto, ma la gente lo ha sbertucciato per il motivo sbagliato.

Ultimo aggiornamento: 2023-07-26 20:35

7 pensieri su “Alain Elkann e i lanzichenecchi

  1. mestessoit

    .mau. l’articolo è assolutamente sincero, in tutte le sue parti. Mia madre, tolto il fatto che non andrebbe in prima classe e non legge il Financial Times, direbbe esattamente le stesse cose. Per essere chiaro fino all’ultimo, sono cose che moltissimi pensionati, la stragrande maggiorabza (di un certo livello sociale, almeno) direbbero. Elkann si è arrabbiato perché questi ragazzi si comportano come buzzurri, ed a lui non va (come farebbe schifo a mia madre). E peraltro fa specie pure a me, ma sono un poco in là con gli anni.

    PS: l’orologio non lo uso più da anni neppure io..

    1. Leo M. A. Rotundo

      Elkann è uno scrittore e si presume che sappia che le parole abbiano un peso, se utilizzi il termine Lanzichenecchi ( passati alla storia per essere assassini, stupratori e diffusori della peste bubbonica) dovresti sapere che significa e dunque non va bene nemmeno come iperbole visto che la colpa principale di questi giovani era il parlare a voce alta di ragazze. Anche io ritengo che c’era dell’ironia mal riuscita nel sottolineare le differenze estetiche fra lui ed il gruppo dei ragazzi ma anche da qui emerge una scarsa conoscenza della società attuale , Elkann non si è accorto che in Italia è difficile trovare persone sotto i 50 anni con l’orologio al polso e senza tatuaggi. Quello che viene fuori è un personaggio che non è consapevole della sua distanza dalla realtà ed il suo stupore nello scoprire che Benevento è sulla strada per Foggia sembra farne parte..

  2. Lele

    Mah, a me quello che lascia interdetto è la generale incompetenza, è che un… giornalista (?) di fama (?) di un giornale… serio (??) si stupisca che per andare in treno da Roma a Foggia si passi per Caserta e Benevento, o che scriva Coca Cola invece di Coca-Cola, o che ritenga corretta una frase come “Intanto il treno, era arrivato a Caserta”.
    Intanto il treno, virgola.
    Argh

  3. .mau. Autore articolo

    @mestesso: ma è chiaro che Elkann pensa esattamente quelle cose, l’ho anche scritto. Quello che dico è che quando ha scritto l’articolo ha scelto un certo registro, e tutti si sono limitati al registro.

    @Lele: in questi giorni da qualche parte ho letto un articolo che raccontava che l’italiano elkanniano non sia diciamo il massimo della correttezza, e che già ai tempi i redattori sceglievano scientemente di non correggerglielo.

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