Una delle prime cose che Donald Trump fece da presidente degli USA fu abbandonare l’Unesco perché “antisraeliana”. Non era nemmeno stata la prima volta: nel 1984 l’aveva fatto anche Reagan, citando “corruzione e un atteggiamento filosovietico”. (Rientrarono nel 2003 con George Bush jr)
Lunedì l’amministrazione Biden ha annunciato che da luglio gli USA rientreranno nell’Unesco (e quindi pagheranno le loro quote, che sono anche alte: fino al 2011 contribuiva per il 22% al suo bilancio). Come mai? Beh, il motivo principale non è che probabilmente che si sono accorti che i cinesi sono stati molto felici di poter prendere la guida informale dell’istituzione, ma che l’Unesco non si limita a instituire i patrimoni mondiali dell’umanità ma sta lavorando sull’etica per le AI: lo scorso novembre hanno proposto il primo standard etico. Insomma qualcuno nell’amministrazione statunitense si è accorto che forse è meglio controllare anche con i soldi (chiaramente erano restati come osservatori) cosa si fa.
Come sempre, i principi (accettabili o no) sono importanti, ma la realpolitik funziona meglio…
Anche io spero che il tale ente rifiuti l’adesione. Infatti l’ente dice che “It contributes to peace and security by promoting international cooperation in education, sciences, culture, communication and information.” cioè promuovono pace e sicurezza con metodi completamente diversi da quelli sostenuti dal primo venditore di armi al mondo che, ovviamente, persegue gli stessi obiettivi.